Foto © Gianni Berengo GardinUna videocamera gira per le strade e tutti si avvicinano sperando di finire in televisione. Molto diverso da quanto avviene se a voler riprendere in strada è un fotografo: che cosa vuole, si chiedono in tanti? Perché mi fotografa?

In un momento in cui tutti postano foto su facebook cresce l’attenzione al diritto di immagine, portandola agli estremi. Che cosa avverrebbe se fosse considerato assolutamente indispensabile rendere irriconoscibili le persone fotografate, anche quando la situazione non lede i loro diritti alla privacy? Se lo sono chiesto Giovanna Calvenzi, Gabriele Caproni, Renata Ferri, organizzatori della mostra “Vietato! I limiti che cambiano la fotografia”, esposta a Milano alla Galleria Bel Vedere. «Sulla legge che regola il rispetto della privacy dei cittadini italiani – spiega Giovanna Calvenzi – c’è grande confusione. Si può fotografare per la strada, ma le foto non si possono pubblicare. Quando un luogo pubblico è abbastanza pubblico da permetterci di lavorare? Se non possiamo pubblicare possiamo almeno stampare ed esporre in mostra le nostre foto? La gloriosa street photography è davvero destinata a scomparire? Dobbiamo avere sempre con noi un model release da far firmare a tutti quelli che entrano nelle nostre immagini? La legge sulla privacy ha fatto comunque il suo corso e nella percezione delle proprie possibilità operative sul territorio nazionale i fotografi italiani si sentono quotidianamente condizionati da un riflesso pavloviano che porta all’impedimento. Provini e memory card pullulano di immagini che non sappiamo se possiamo usare».

Gli organizzatori hanno raccolto foto che hanno documentato momenti della nostra vita nel nostro Paese e fuori dai confini nazionali. They are seen busy in their office and viagra samples from doctor when they come to know about their erectile issues. But always remember that levitra 30mg prevention is better than cure. Accessibility is key If you are going to develop old in the home or have old mother and father, than availability is purchase sildenafil online important. One of the most famous problems in men is also one of the main problems generated due to faster rate viagra no prescription uk of blood circulation responsibility undertaken by this drug. Si va dagli anni ’50 con le immagini di Piergiogio Branzi e Gianni Berengo Gardin (nella foto) a oggi e tutte le immagini esposte hanno una pecetta che copre gli occhi dei soggetti fotografati. Diventano irriconoscibili persone chiaramente in posa per farsi ritrarre, come lo sono dei protagonisti di fatti di cronaca o di servizi di reportage o persone fotografate tra la gente. Anche immagini del passato, che hanno fatto storia, non avrebbero potuto essere pubblicate. E addirittura ha una pecetta la foto di Marco Anelli che ha per soggetto un occhio. Se arrivassimo a una considerazione così restrittiva della legge sulla privacy perderemmo preziosi documenti della nostra storia e certo quei fotografi – tutti molto famosi e che formano l’ossatura della fotografia italiana – abbandonerebbero la macchina fotografica, per lo meno per realizzare reportage. Rimarrebbero le foto postate su social network, potrebbe dire qualcuno. Ma, senza dare giudizi sulla qualità, rimane da chiedersi quali possibilità ci saranno di fruire di quelle immagini quando gli strumenti digitali evolveranno. A chi ha dei dubbi basta ricordare che tutte le foto salvate su floppy disc – una quindicina di anni fa, non un secolo fa – non sono più fruibili.

La mostra, dunque, ha più risvolti, proponendosi di farci riflettere su quanto la legge sulla privacy comprometta la libertà di informazione, ma ci presenta anche una serie di immagini di autori che compongono la storia della fotografia italiana.

Vietato! I limiti che cambiano la fotografia

a cura di Giovanna Calvenzi, Gabriele Caproni, Renata Ferri

I 55 autori, che hanno accettato di deturpare le loro immagini nascondendo con una “pecetta” i volti delle persone ritratte: Alessandro Albert, Marco Anelli, Isabella Balena, Gabriele Basilico, Letizia Battaglia, Gianni Berengo Gardin, Massimo Berruti, Michele Borzoni, Piergiorgio Branzi, Luca Campigotto, Alessandra Capodacqua, Lorenzo Castore, Enzo Cei, Gianni Cipriano, Francesco Cito, Ignacio Maria Coccia, Cesare Colombo, Chico De Luigi, Stefano De Luigi, Edoardo Delille, Federica Di Giovanni, Giulio Di Sturco, Simone Donati, Carlo Furgeri Gilbert, Gabriele Galimberti, Simona Ghizzoni, Alberto Giuliani, Elena Givone, Alessandro Imbriaco, Francesca Leonardi, Uliano Lucas, Sirio Magnabosco, Alex Majoli, Emiliano Mancuso, Martino Marangoni, Giovanni Marrozzini, Pietro Masturzo, Davide Monteleone, Antonella Monzoni, Cristina Omenetto, Pietro Paolini, Mario Peliti, Simone Perolari, Marta Primavera, Francesco Radino, Rocco Rorandelli, Giulio Sarchiola, Annette Schreyer, Shobha, Massimo Siragusa, Toni Thorimbert, Giovanni Umicini, Riccardo Venturi, Paolo Verzone, Francesco Zizola.

A Milano alla Galleria Bel Vedere, via Santa Maria Valle 5 dal 16 marzo al 14 aprile 2012, da martedì a sabato, ore 15-19