Riccardo Magherini ripropone in una nuova versione un suo classico elisabettiano dove gli stilemi dell’amore trionfano sul diniego
Costituito da 1194 versi, Venere e Adone è uno dei poemi più lunghi di William Shakespeare, composto nel 1593 in un periodo in cui in Inghilterra imperversava la peste impedendo ai teatri l’apertura al pubblico e relegando l’attività d’intrattenimento ricreativo ai cenacoli di lettura. Il tema dell’opera è tratto dal decimo libro delle Metamorfosi di Ovidio in cui il Bardo della modernità introdusse il rifiuto del giovane alle profferte amorose di Venere, ispirato probabilmente all’omonimo dipinto del Vecellio, in cui s’intravvede Adone mostrare contrarietà all’abbraccio della dea.
Un testo ispirato al modello eufuistico del periodo elisabettiano con chiaro riferimento alla mitografia classica, in un contesto poetico insieme giocoso e tragico, grazie a una musicalità del verso che trascina l’ascoltatore nella ragnatela del sentimento sofferto.
Riccardo Magherini ha riproposto al Salone questo gioiello di famiglia di Pacta che si avvale della poetica della traduzione di Roberto Sanesi in una versione dove è accentuata la presenza scenica dei musicanti, che accompagnano con il suono di ukulele, contrabbasso e percussioni, intervallate da interpretazioni canore in inglese, il racconto della tragedia d’amore di Venere, la quale, dopo essere stata colpita inavvertitamente da una freccia di Cupido, s’innamora non corrisposta del bellissimo Adone, un cacciatore cresciuto tra le Naiadi, destinato a essere ferito mortalmente da un cinghiale. Le musiche dal vivo di Nicola Maria Lanni, coadiuvato sul palco da Gabriele Palimento, contribuiscono a creare la magia di una ritmicità armonica a cui partecipa lo stesso Magherini con la sua performance, dove lettura scenica ed esibizione da corifeo si uniscono al canto.
I veri protagonisti, come nelle passate edizioni, sono gli emuli di Venere e Adone, le sculture lignee costruite da Magherini che racchiudono il calore di un antico culto mediterraneo, con richiami africani e mediorientali, legando la caratteristica circense dello spettacolo all’affabulazione dei pupari siciliani, in uno spazio scenico segnato da pietre vive che richiamano gli ambienti ferini e rupestri della mitologia. Il risultato è una miscela umorale che affascina e coinvolge, nell’identificativo di una giullarata che diverte nel riportare con garbo l’attrazione sessuale al centro del soggetto drammaturgico e, al contempo, precorre una riflessione sulla forza dell’amore in virtù dei simboli che ne rivelano il sacrificio. Una contaminazione espressiva che valorizza l’etica del fool shakespeariano e i suoi epigoni del presente.
Giudizio: ****
Produzione PACTA . dei Teatri
Venere & Adone. Shakespeare e musica di William Shakespeare
Traduzione di Roberto Sanesi
Adattamento e regia di Riccardo Magherini
Con Riccardo Magherini, Nicola Maria Lanni, Gabriele Palimento
Musiche dal vivo di Nicola Maria Lanni
Disegno luci: Fulvio Michelazzi
Spazio scenico: Riccardo Magherini, Max Falsetta Spina
Costumi: Nello Ricchibilli
Sartoria: Agnese Bidoia
Voci registrate: Maria Eugenia D’Aquino, Vladimir Todisco Grande, Francesca Lolli, Suso Colorni
Milano, Pacta Salone, via Ulisse Dini 7
Dall’11 al 21 giugno 2019
www.pacta.org