Mia Martini, nella sua straordinaria energia, rivive sul palcoscenico di Altaluce, la casa del teatro sul Naviglio Grande di Milano. Venerdì 11 e sabato 12 gennaio, Erika Urban diventa Mimì e si dona al pubblico con intensità e passione, portandolo a vivere con lei un’ultima notte che vale una vita intera, attraversando in punta di piedi quella tragica realtà che ancora oggi ci imprigiona in un buio Medioevo dell’anima
Tratto dal monologo di Aldo Nove, Mi chiamo, Mia Martini si racconta a poche ore dalla morte, sul letto di un freddo appartamento in provincia di Varese. È la sua ultima notte, quella in cui, tra sogno e realtà, ripercorre la sua breve vita: dalla sua nascita, in un piccolo paese della Calabria abbacinato dal sole, al fulgore dei primi anni a Milano. E poi la sua incontenibile gioia di vivere, i primi guadagni con cui può comprarsi tutte quelle che cose che aveva sempre sognato, comprese quelle “proibite” per cui pagherà con il carcere. Ma anche questa esperienza, apparentemente negativa, è per lei una catarsi in cui il canto la salva e fa esplodere tutta la poesia della vita, delle piccole cose che distrattamente consideriamo “normali” ma – viste da vicino – nascondono il senso dell’esistenza. E poi la caduta, quella da cui non si rialzerà mai: la tragedia dell’ignoranza, dell’invidia e della crudeltà umana.
Sul palcoscenico di Altaluce, una straordinaria Erika Urban dipinge il caravaggesco affresco di un paese (il nostro) in cui a farla da padrone sono la superstizione, la cattiveria e la maldicenza. Una realtà in cui la negatività esiste perché c’è chi vive il talento degli altri come un’offesa personale e, invece di impegnarsi per migliorare, cerca di annientare il “nemico”. Lo fa con tutte le armi possibili e, usando le parole di Mimì, “una persona sfortunata perché le sono successe cose brutte, diventa brutta perché fa succedere cose sfortunate”. E l’ombra, sempre più opprimente, delle chiacchiere della gente, dell’indifferenza e della solitudine la porteranno a uscire di scena, in silenzio, accompagnata dalla sua musica che, quella notte, sta ascoltando in cuffia.
Uno spettacolo che fa riflette, sdegna e commuove, ma che fa anche stare bene perché ci mette in contatto con la parte più profonda, ancestrale e inquieta di noi. In Ultima Notte Mia. Mia Martini una vita, la meravigliosa Erika Urban si mette al servizio del suo personaggio, lo fa con umiltà e dolcezza, regalando un’interpretazione in cui le emozioni “si toccano” e ti toccano, ma soprattutto in cui la parola riacquisisce il valore che merita.
Giudizio: ****
Ultima notte Mia. Mia Martini, una vitadi Aldo Nove
Con Erika Urban
Regia Michele De Vita Conti
Milano, AltaLuce Teatro, via Alzaia Naviglio Grande 192
Venerdì 10 e sabato 11 gennaio 2020
alt@altaluceteatro.com
www.altaluceteatro.com