L’Odissea è in fondo la metafora di un viaggio verso un improcrastinabile e indefinito destino, dove il protagonista altri non è se non la coscienza, vigile o abbacinata dagli eventi, di un’umanità in costante ricerca della propria identità originaria, da cui viene spesso allontanata per un’insita stoltezza che si frappone tra l’esistenza e la sua autenticità.
Corrado d’Elia ambienta il suo lavoro tra le mura di un’osteria che accoglie il ritorno di Ulisse, in un non luogo dove i personaggi mutano come le epoche alle quali appartengono. Sullo sfondo, sopra una tavola con caraffe e bicchieri, una vecchia radio, spettatrice muta e solitaria delle vicende che vengono raccontate o si svolgono direttamente nella sala. Un richiamo agli episodi dell’Odissea in una cornice surreale dove tutto sembra essere senza una precisa dimensione temporale, come un loop in cui le vicissitudini si ripetono all’infinito, ma dove comunque l’umanità non riesce a celebrare il suo spettacolo definitivo. Una buona idea, che andrebbe perfezionata in molti punti per interpretazione e soprattutto ritmo, a partire dalle eccessive pause tra una scena e l’altra, ma che ha comunque il merito di aver posto il poema omerico nella dimensione epica di un uomo che deve ritrovare il proprio alveolo, attraverso un viaggio perpetuo dentro se stesso.
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Giudizio: **
PRODUZIONE TEATRO LIBERO
Ulisse, il ritorno
Viaggio poetico nell’uomo e nell’oggi
Progetto, drammaturgia e regia di Corrado d’Elia
Con Sara Bertelà, Giovanni Franzoni e Franco Ravera
Assistente alla regia: Andrea Finizio
Scene: Fabrizio Palla
Luci: Alessandro Tinelli
Fonica: Giulio Fassina
Milano, Teatro Libero, via Savona 10
Dal 27 giugno al 13 luglio 2013