Foto: Tjeknavorian dirige l_Orchestra Sinfonica di Milano © Angelica Concari - Bolero, Auditorium di Milano, 4 e 6 aprile 2025
Foto: Tjeknavorian dirige l'Orchestra Sinfonica di Milano © Angelica Concari - Bolero, Auditorium di Milano, 4 e 6 aprile 2025
Foto: Tjeknavorian dirige l’Orchestra Sinfonica di Milano © Angelica Concari

Il celebre Bolero di Ravel torna a Milano ai primi di aprile, nella splendida cornice dell’Auditorium di Largo Mahler, eseguito dall’Orchestra Sinfonica e dal Coro Sinfonico di Milano, diretta da Emmanuel Tjeknavorian

Il Bolero di Maurice Ravel è uno dei brani più celebri della musica classica. Ritmato, ipnotico, irresistibile. Eppure, la sua nascita avvenne quasi per caso.

Era il 1928 quando la ballerina russa Ida Rubinstein chiese a Ravel di scrivere un balletto. Inizialmente, il musicista francese voleva limitarsi ad orchestrare un brano da musiche di Isaac Albéniz. Ma sorsero problemi con i diritti d’autore che lo costrinsero a cambiare idea. Così Ravel si decise a creare un brano originale: una melodia ripetuta ossessivamente, su un ritmo costante di bolero spagnolo.
L’idea gli venne mentre era in vacanza nel Sud della Francia. Stava osservando una fabbrica in funzione: macchine in moto, suoni ripetitivi. Da qui gli venne l’idea della struttura del Bolero: un tema semplice, ripetuto in crescendo per quindici minuti.

Il 22 novembre 1928, ci fu il debutto all’Opéra di Parigi. Il pubblico rimase ipnotizzato, ma le reazioni furono discordi. Alcuni la definirono geniale, altri lo criticarono come un mero esercizio di orchestrazione. Ma il successo della melodia fu enorme e immediato.
Ravel stesso da allora ebbe un rapporto ambivalente con il suo Bolero. Lo considerava quasi un esperimento. «Non scrivete che ho fatto qualcosa di più di un pezzo d’orchestrazione» disse una volta. Ma il pubblico lo amava. L’iconico direttore d’orchestra Arturo Toscanini, che dirigeva con tempi più veloci, litigò con l’autore, che preferiva il suo andamento naturale.
Il Bolero ha suscitata da sempre reazioni curiose. Una signora, dopo una rappresentazione, gridò al musicista: «Lei è pazzo!». Ravel non si scompose e rispose: «Lei ha capito tutto!».
Il compositore soffriva già di disturbi neurologici, che negli anni successivi peggiorarono fino a impedirgli di scrivere musica.

Oggi, il Bolero è uno dei brani più eseguiti al mondo. Da balletto si è trasformato in una sorta di icona pop, utilizzato in film, pubblicità e spettacoli. La sua magia? Quella combinazione perfetta di ripetizione e tensione crescente, che lascia sempre senza fiato.

Nei due concerti proposti dall’Orchestra Sinfonica il programma comprende anche altre musiche di Maurice Ravel: il Concerto per pianoforte e orchestra in Sol maggiore, il Menuet sur le nom d’Haydn per pianoforte e il Concerto per pianoforte e orchestra in Re maggiore per la mano sinistra (al pianoforte Sergei Babayan).
Ci sarà poi la Sinfonia n. 45 in Fa diesis minore Hob.I:45 “Sinfonia degli addii” di Franz Joseph Haydn.
Per chiudere con l’imperdibile Bolero.

Bolero – Maurice Ravel
Orchestra Sinfonica e Coro Sinfonico di Milano

Auditorium di Milano Fondazione Cariplo
Largo Gustav Mahler, 20136 Milano
4 aprile ore 20
6 aprile ore 16

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