Per Kant pensare la libertà significa affermarla. Per Tolstoj, il fine supremo dell’uomo risiede nell’azione e nella fede il suo fondamento essenziale. Bruno Milone, docente di storia e filosofia presso un liceo milanese, studioso di etica e già collaboratore delle testate Viator e In/Oltre, affronta nel suo saggio le concezioni religiose dello scrittore russo, rivalutandone attraverso una più attenta lettura delle sue opere lo spessore culturale, avvalendosi anche degli studi ed esperienze di Isahia Berlin, Cesare Bori e Walter Byrce Gallie. Milone riporta la peculiarità intellettuale di Tolstoj: egli infatti non s’identificò mai con l’Intellighentija russa di fine Ottocento e diffidò sempre del cosiddetto “progresso scientifico”, mentre la sua razionalità aspirava alla sophia (la divina sapienza) mediante una valorizzazione di tutte le discipline orientali inclusi il buddhismo – con particolare riferimento al Nirvana – e l’islamismo. The motivation behind why this medication is renowned cialis canada rx is a result of the shabby offering cost and high potential to treat the sickness. Reiki also create stability between the mind and body, where a viagra generic for sale person becomes very capable to cope with everyday stress. Premature ejaculation occurs commonly in men click here for info generico cialis on line and this condition is known as premature ejaculation. This is not only cialis viagra cheap the restriction on the use of hands to treat and solve problems affecting the musculoskeletal system. Il suo approdo al messaggio cristiano passa attraverso la lettura delle Sacre Scritture (sia Nuovo sia Vecchio Testamento) e la conoscenza di una vasta letteratura esegetica. Gesù non ha per Tolstoj una natura divina, si rifiuta persino di legarlo all’ebraismo, ponendolo semmai in relazione ai precetti di vita spirituale di altre confessioni che basano le proprie fondamenta sull’amore verso il prossimo e il rifiuto della violenza.
Gesù è per Tolstoj il portatore di un nuovo e particolare pensiero non-violento tra gli uomini. La stessa battaglia contro la pena di morte, che lo vide protagonista dopo l’attentato allo zar Alessandro II, con tanto di pressante richiesta di amnistia dei responsabili al successore Alessandro III, non ha in sé una ragione sociologica, ma legata alle fondamenta della morale cristiana: se l’Uomo Zar saprà applicare la legge di Cristo, il male sarà sconfitto in Russia!
Importante per lo scrittore anche una ridefinizione dei possedimenti terrieri con l’individuazione della legge naturale – con il sudore del tuo volto mangerai il pane – e l’adesione all’idea del riformatore americano Henry George di un’imposta unica della proprietà fondiaria. Tolstoj vede la costrizione al lavoro, lo sfruttamento e l’esercizio di qualsivoglia potere come condizioni contrarie ai precetti di Gesù, in onore ai quali un autentico cristiano dovrebbe addirittura astenersi dall’assumere incarichi di governo, né servire tribunali ed eserciti.
Posizioni che, come riportato nel testo di Milone, condizioneranno fortemente la seconda parte della vita dello scrittore, ponendo il suo pensiero quale straordinario ponte tra Oriente e Occidente contro la contrapposizione tra religione e filosofia.
Bruno Milone – Tolstoj e il rifiuto della violenza – Servitium editrice – € 15,00