La differenza tra giustizia e vendetta, di Stato, vista dall’ormai più regista che attore Redford, narrata nell’episodio storico del processo successivo all’omicidio di Abraham Lincoln. Un episodio legale piuttosto strano, che vide Mrs. Mary Surrat, madre di uno dei cospiratori, John Surrat, agli ordini di quello che fu l’assassino materiale del presidente Lincoln, John Wilkes Booth, al termine della Guerra Civile Americana. La donna, dalle manifeste simpatie sudiste e di certo non amante della politica della Casa Bianca del presidente che fece abolire la schiavitù, viene difesa dal giovane avvocato Frederick Aiken, ufficiale nordista ed eroe di guerra, che, dalla granitica onestà intellettuale, difenderà la donna oltre ogni ragionevole dubbio, visto e considerato anche che di indizi verosimili per accertare una sua reale colpevolezza ce n’erano davvero pochi.
Una narrazione che è anche un’intelligente riflessione sull’impiego del diritto in tempo di guerra, tra una ragion di stato che deve assolutamente sacrificare qualcuno sull’altare della propaganda e la ricerca dei fatti. Acute effects of ingestion generic cialis pill of a novel whey-derived extract on vascular endothelial function in overweight, middle-aged men and women. Health diseases- Heart stroke, diabetes, hypertension, kidney problem, vascular problem etc. cheapest levitra prices Due to these set of actions, shop at drugshop viagra sale canada the man’s sexual organ is able to get an erection. One who is actually with erection problem can make use of 20mg power pills of levitra generika. Non a caso, dopo questi avvenimenti, il vero Aiken diverrà capo-cronista del Washington Post.
L’idea, condivisibile, di Redford, già ben presente nel precedente “Leoni per agnelli”, è il concetto stesso di esercizio del diritto giurisprudenziale nella tutela dei diritti delle persone, in particolar modo quando tutto sembra essere sacrificabile nel nome di una guerra, o della difesa dello stato, non solo nel passato ottocentesco ma anche nel presente delle prigioni militari di Guantanamo o Abu Ghraib. Robin Wright, come Mary Surrat, è austera e praticamente perfetta, come sua “figlia” Evan Rachel Wood, convincente Jim “Xavier” McAvoy, dal piglio decisamente redfordiano, stoico e un po’ ingenuo, dalle parti di “Tutti gli uomini del Presidente” e “I tre giorni del condor”, e un intero cast che meglio non si poteva. Apprezzabile anche la scenografia, e in special modo l’illuminazione, che fa sprofondare lo spettatore in un’era ante-energia elettrica.
The Conspirator di Robert Redford, dramm., col., 122′, USA 2010
Con James McAvoy, Robert Wright, Tom Wilkinson, Kevin Kline, Evan Rachel Woods