Sala Fassbinder | 27 novembre – 8 dicembre
Accademia degli Artefatti
27 novembre – 1 dicembre
Sangue sul collo del gatto
di Rainer Werner Fassbindertraduzione di Roberto Menin
con Miriam Abutori, Michele Andrei, Matteo Angius, Gabriele Benedetti, Fabrizio Croci, Emiliano Duncan Barbieri, Pieraldo Girotto, Francesca Mazza, Fiammetta Olivieri, Sandra Soncini
in coproduzione con Residenz Theater “Festival Post Paradise Fassbinder Now”
in collaborazione con Teatro di Roma
3 – 5 dicembre
Take care of baby
di Dennis Kelly, traduzione Pieraldo Girotto
con Isabella Ragonese e Matteo Angius, Francesco Bonomo, Pieraldo Girotto, Francesca Mazza, Sandra Soncini
materiali sonori Subsonica tratti da mentale/strumentale (inedito nel cassetto)
produzione Accademia degli Artefatti, Teatro Stabile di Torino, Napoli Teatro Festival Italia
6 – 8 dicembre
Lo show dei tuoi sogni
parole di Tiziano Scarpa
suoni e sogni Luca Bergia e Davide Arneodo (Marlene Kuntz)
produzione Accademia degli artefatti 2010, in collaborazione con DNA concerti
regie Fabrizio Arcuri
Una retrospettiva dedicata all’Accademia degli artefatti, gruppo nato all’inizio degli anni ’90, che lavora sulle contaminazioni fra arte figurativa, performance e installazioni, ma dichiara di non volere essere etichettato in «una cifra stilistica rigida e una coerenza estetica predefinita».
La trilogia in programma all’Elfo Puccini non poteva che aprirsi con Sangue sul collo del gatto del drammaturgo e regista tedesco Fassbinder, cui dedicata l’omonima sala del teatro. Un autore a cui il regista Fabrizio Arcuri si è rivolto per la prima volta con questo spettacolo, dopo anni di predilezione per gli autori inglesi. «Adesso vogliamo leggere il contemporaneo con altri testi e altri autori, che del contemporaneo ci sembrano ancora interpreti straordinari. Questo con Fassbinder e Brecht (Orazi e Curiazi e Fatzer) non è un incontro occasionale, o recente: è, in qualche modo, la soddisfazione di un’attesa. In particolare la poetica, dura, necessaria di Fassbinder incarna il senso di un teatro, che è politico o non è, anche quando non parla ‘politico’. Fassbinder, come Pasolini, illumina e scandalizza il suo presente. Fassbinder, come Pasolini, illuminerebbe e scandalizzerebbe il nostro. È una questione non solo d’impegno lucido, ma anche di sentimento spudorato».
Sangue sul collo del gatto è un thriller socio-linguistico con un finale non certo sorprendente – la realtà è falsa – e un colpevole altrettanto scontato – il linguaggio.
Una decina di persone raccontano la propria vita, costruendo e distruggendo rapporti con una tragica voracità, alludendo a un’idea di comunità umana e sociale a cui sembrano appartenere. Ad ascoltarli è un’aliena venuta dallo spazio, che apprende la lingua umana nel momento stesso dell’ascolto, e in quello stesso momento prova a farsi interprete di un’umanità così ferocemente irrisolta.
Un racconto di cronaca, dunque, o un esperimento fantascientifico? Il tentativo di una spiegazione o la rivelazione della sua impossibilità? Chi dice la verità e com’è che si dice la verità?
Take care of baby testimonia l’interesse della compagnia per la drammaturgia anglosassone, scandagliata con grande rigore in questi anni. Il testo, che ha consacrato il drammaturgo Dennis Kelly (non ancora quarantenne) sulla scena mondiale, è una sorta di Medea contemporanea. Anomalo nella forma, se si guarda al panorama delle scritture in Italia, è costruito come un verbatim-drama o “teatro documentario”, utilizzando reali interviste e materiali relativi a casi di cronaca.Una donna – la bravissima Isabella Ragonese – viene accusata di aver assassinato i suoi due bambini. Una voce, la cui origine è sempre incerta (dentro o fuori dalla storia, o dallo spettacolo), pone domande ai protagonisti della vicenda, nel tentativo di ricostruire la storia di cui si conoscono solo i tragici esiti e rimettere insieme i pezzi di un incerto mosaico.
Chiude il trittico Lo show dei tuoi sogni dove le parole dello scrittore Tiziano Scarpa dialogano con i suoni e le musiche di Luca Bergia e Davide Arneodo dei Marlene Kuntz per raccontare di un uomo che riesce a ipnotizzare un’intera nazione facendola sognare quello che vuole lui. «All’inizio il narratore sembra quasi una voce esterna alla vicenda, e la musica un commento ironico. Ma progressivamente -sottolinea l’autore -le parole e la musica convergono fino a diventare un amalgama emotivo intensissimo, in un crescendo di percussioni, batteria, tastiere, suoni campionati, loop station, chitarre e violini elettrici, con un volume sonoro e una ricchezza timbrica sorprendenti rispetto alle persone effettivamente presenti sulla scena. Narratore e musicisti sono sempre più coinvolti nella storia, sprofondando drammaticamente dentro il grande sogno collettivo che ipnotizza gli italiani, con l’effetto di risucchiare anche il pubblico del teatro, insieme a loro, dall’altra parte dello schermo televisivo».
ELFO PUCCINI, SALA FASSBINDER, corso Buenos Aires 33 – Milano – Dal 27 NOVEMBRE all’8 DICEMBRE – Feriali ore 21:00 (domenica ore 15:30) – Prezzi: intero € 30.50 – ridotti € 27 e € 16 – martedì € 20 – Info e prenotazioni: 02/0066.06.06 – www.elfo.org
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