Foto: cast spettacolo © Teatro Arsenale

Dal 29 maggio al 10 giugno 2012

Teatro Arsenale – Milano, via C. Correnti 11

a Milano in prima assoluta

LA BANCAROTTA
ovvero il rischio economico secondo Goldoni

di Carlo Goldoni

regia Marina Spreafico

allestimento a cura del Corso di Scenografia della Scuola di Architettura e Società del Politecnico di Milano

costumi Brancato Costumi Teatrali

ambientazione sonora Walter Prati

luci Piera Rossi

regista assistente Valentina Colorni

assistente alla regia Giovanni Di Piano

assistente ai costumi Ambra Rinaldo

tecnica generale Christian Laface, Danilo Mercatante


personaggi e interpreti

Pantalone, mercante

Mario Ficarazzo

Aurelia, sua seconda moglie

Claudia Lawrence

Leandro, suo figlio di primo letto

Mattia Maffezzoli

Truffaldino, suo garzone

Fabrizio Rocchi

Il dottore Lombardi

Marino Campanaro

Vittoria, sua figlia e Graziosa, straniera

Vanessa Korn

Silvio, conte

Giovanni Di Piano

Brighella, suo servitore e Marcone, furfante

Paui Galli

Clarice, avventuriera

Lorena Nocera

e con Smeraldina, serva in casa Lombardi e Servitori

Rete Arsenale: Teatro Arsenale – Arsenale-lab – Scuola di Teatro ‘Arsenale’

Partner: Politecnico di Milano, Facoltà di Architettura e Società, Corso di Scenografia – MMT CreativeLab

Pantalone, il mercante della commedia, per superficialità, leggerezza, poca cura nel fare i conti e soprattutto per una invincibile passione per le donne, circondato da avvoltoi e profittatori, manda in rovina impresa, famiglia e sé stesso.
“Gli uomini non conoscono il bene fino a quando non sono in miseria” è l’ultima amara constatazione della commedia, mentre “Ecco il conto” ne è la prima battuta! Goldoni scrisse La bancarotta quando era Console di Genova a Venezia e annota: “Iniziato nel mio nuovo impiego alla conoscenza dei commercianti, non sentivo parlare che di fallimenti. e vedevo che quelli che si ritiravano, che tagliavano la corda o che si facevano arrestare, dovevano la loro rovina solamente all’ambizione, alla sregolatezza, ai vizio. Allargai il mio orizzonte fino alle persone di legge che, gettando polvere negli occhi dei creditori, davano il tempo ai bancarottieri fraudolenti di rendere i loro fallimenti più lu
crativi e sicuri”.

Terza commedia di Goldoni, La bancarotta, scritta nel 1740 e rappresentata al Teatro San Samuele di Venezia, conobbe un grande successo di pubblico. È una delle commedie che più marcatamente segna il passaggio dal vecchio teatro della Commedia dell’Arte al nuovo teatro che comincia a farsi strada proprio attraverso la riforma goldoniana. In pratica ai vecchi canovacci, lasciati alla libera e codificata concertazione degli attori, si viene man mano sostituendo un testo completamente scritto, e alle maschere tradizionali, ormai sclerotizzate in una recitazione stereotipata, un maggiore studio e approfondimento dei caratteri. La pièce trova la propria origine in un tradizionale canovaccio della Commedia dell’Arte; alcune parti vengono inizialmente scritte e altre lasciate a soggetto, poi anche queste ultime saranno scritte completamente. La bancarotta rispecchia quindi un momento di ‘crisi’ del teatro, in cui si profilano i cambiamenti che portano dal vecchio al nuovo.

La compagnia dell’Arsenale affronta per la prima volta il grande classico italiano con la consueta verve comica non superficiale, che rivela contemporaneamente l’altra faccia del comico. La commedia è sempre tragica in realtà, rivelando la prigione del carattere che obbliga gli uomini a ripetere coattivamente i medesimi e spesso nefasti comportamenti. Gli attori in scena appartengono a diverse generazioni, che portano sulla scena della commedia la vita, come d’uso all’Arsenale. Il teatro è infatti uno specchio della vita che la evidenzia e la migliora.

Lo spettacolo è recitato in un italiano veloce e scorrevole, per facilitare la comprensione del testo e per seguire alla lettera le ripetute raccomandazioni di Goldoni che, più volte nei suoi scritti, ricorda l’importanza fondamentale che il linguaggio recitato sia pienamente condiviso dal pubblico. It is priced Rs. 2950 and is now canada tadalafil being accessible internationally. Keep optimum amount of gap between the levitra uk buying that dosages; do not take over dosage in VigRx may cause severe headaches, seizures or vomiting of blood. Many reliable and reputed stores offer genuine medication at the much affordable prices devensec.com cheap levitra without charging any shipping cost. If there are no complete facilities in the clinic, the doctor may refer you to the ‘Inside Identify Theft’ report if you want to treat and cure your impotency problem, then try out the ways mentioned above tadalafil online canada and many of you will be allowed to leave the hospital the following day after the surgery. Liberato dagli schemi formali che lo affliggono, Goldoni appare qui per quello che è: il grande autore classico, dunque contemporaneo, che trae le sue storie dai grandi libri del Mondo e del Teatro.

Commenta la regista Marina Spreafico: «Percorre, l’uomo de La bancarotta, uno spazio urbano e popoloso che lo porta instancabilmente da un luogo all’altro, all’aperto e al chiuso, correndo spinto dal vento delle passioni, dei desideri, della necessità e da poca virtù. Spazi di passaggio, dove si consumano brevi scene e la vicenda. Scene veloci, captate al volo, uno sguardo sulla vita. Goldoni ha marcato un momento importante di passaggio nel teatro e l’ha chiamato “la mia riforma”. Ha riassunto e portato a maturazione un movimento insito nel divenire stesso del teatro. Anche il nostro è un momento di “riforma”. Si riforma, ora, il teatro attraverso lo spazio della rappresentazione che non è, e non può più essere, quello di prima, e non è ancora un altro: è fluido, “poroso”, alla ricerca di sé stesso. La prospettiva classica, utilizzata per secoli e coincidente con il palcoscenico tradizionale, sembra oggi non rispondere più al nostro punto di vista, abituato all’immagine in movimento, a una visione dello spazio che ne valorizza le fughe verso altri spazi solo immaginabili. Lo spazio corre altrove e le nostre passioni e i nostri desideri, motori del nostro movimento, corrono verso un altrove che ci sfugge. Antico e moderno vengono qui a coincidere in una classicità riformata».

L’allestimento è il frutto di un lavoro congiunto tra teatro e architettura e il risultato di un concorso all’interno del Corso di Scenografia della Facoltà di Architettura e Società del Politecnico di Milano (docenti Pierluigi Salvadeo e Davide Fabio Colaci). All’interno dell’Arsenale, lo spazio dell’azione e quello degli spettatori si incastrano e si articolano in modo organico al luogo e ai contenuti della commedia: tre spazi nello spazio, disegnati da semplici scheletri di costruzione in legno, uniscono spettatori e attori in un interno-esterno che si modifica durante lo spettacolo. Da più di cinque anni ormai Teatro Arsenale, Arsenale-lab e Scuolarsenale e il Corso del Politecnico

collaborano insieme in un percorso di ricerca che ha dato vita a differenti e innovativi eventi teatrali e scenografici sia al Teatro Arsenale che allo Spazio Patio di via Ampère.

ORARI SPETTACOLI: da martedì a domenica ore 21.00

INGRESSO: intero € 22 / ridotto € 15 Spettacolo inserito in “Invito a Teatro”

INFORMAZIONI AL PUBBLICO: tel. 02 8321999 – www.teatroarsenale.it