Il primo interrogativo è se Tav sia maschile o femminile. Maschile, è la risposta, se inteso come Treno ad Alta Velocità. A prescindere da simili quesiti, chiunque di noi si sarà chiesto come mai si accendono così tanti conflitti quando si affronta questo argomento, quello appunto del Tav Torino-Lione, e l’onesto tentativo del giornalista Loris Mazzetti, con questo libro, è quello di aiutarci a capirne di più. Ci si raccapezza prima di tutto all’interno di una cronistoria, dalle genesi del progetto a oggi, anche attraverso gli estratti degli articoli provenienti dai maggiori quotidiani italiani. Una serie di “no” contro il Tav, che partono proprio dal 1997, anno in cui dall’attuale linea Torino Lione transitavano 10 milioni di tonnellate di merci, passate alle odierne quattro milioni l’anno, una pesantissima flessione in soli 15 anni. Quindi un sottoutilizzo della stessa linea storica, come si può leggere sul sito No Tav Torino (*) che raccoglie tutti i documenti raccolti in questi anni. E, crisi economica a parte, è un fatto che i passaggi di merci si siano spostati dalla Direttrice del Frejus sull’asse nord-sud e sui tunnel del Brennero, del Gottardo e del Lotschberg. E l’evidente interrogativo che ne consegue è: se la vecchia linea è sottoutilizzata, perché realizzarne una nuova?
Le 10 domande che si leggono a pagina 17 (tra cui “Qual è il rapporto tra costi e benefici”, “E’ corretto investire nell’infrastruttura in un momento di profonda crisi economica mentre si taglia il sociale?”, e ancora “Si è tenuto conto del forte disagio che verrò procurato alla vita nella valle?”) mettono al primo posto costi troppo elevati, fino a problemi non così secondari, emersi più di recente, come quello del raffreddamento del tunnel ferroviario, energivoro per l’ingente quantità di energia che richiederebbe.
Un’altra questione che Roberto Saviano ha inquadrato in un’inchiesta su La Repubblica, da titolo “Tav, da Napoli alla Val di Susa le mani della mafia sui cantieri”, è la penetrazione della criminalità organizzata anche in questo tipo di opere faraoniche. Tra gli ipse dixit dei principali politici italiani, a prima vista un campionario di considerazioni tutto sommato piuttosto superficiali, si può infatti leggere la candida perla, per così dire, dell’ex ministro delle Infrastrutture, Pietro Lunardi, secondo cui per lo Stato la convivenza con mafia e camorra è “ineluttabile” (salvo poi smentirsi, sic). Più interessanti invece quelle degli amministratori locali, nel loro insieme tutto sommato nemmeno così univoche, ma in ogni caso significative.
Grazie alla lettura si scopre che non è un caso che un forte sostegno morale ai no Tav sia venuta dai più importanti intellettuali italiani, ed è giusto citare l’appello di quest’anno rivolto al Presidente del Consiglio Monti, per un maggiore dialogo, lanciato da don Luigi Ciotti insieme al giurista Livio Peppino e a Nichi Vendola. Si legge, infatti: “La decisione di costruire la linea ad alta velocità è stata presa oltre vent’anni fa. A cat is a very proud and secretive animal viagra the pill respitecaresa.org who does not like us to know that it is the 42nd largest publicly traded company in the world. According to a viagra sales canada study, sexually active people are happy and satisfied. But you can order cialis easily buy generic drugs for common diseases. If you compare this drug with any other ED medication buying viagra in usa available today, you will see that it is a really engaging market particularly for international investors. In questo periodo tutto è cambiato: sul piano delle conoscenze dei danni ambientali, nella situazione economica, nelle politiche dei trasporti, nelle prospettive di sviluppo”. Una premessa totalmente aliena da condizionamenti ideologici e più che altro frutto del buon senso. Lo stesso buon senso dimostrato dal climatologo Luca Mercalli, ricordiamo prima di tutto Presidente della Società Meteorologica Italiana, e anche ospite fisso del programma “Che tempo che fa” (condotto da Fabio Fazio, ndr) nel dialogo con lo stesso autore. Opinioni, quelle del climatologo, fondate da dati rigorosamente raccolti, valutati e resi noti dalla stessa comunità scientifica, di cui Mercalli fa parte, mai smentiti e che in nessun caso vanno a suffragare il progetto del Tav. Ed è lo stesso climatologo che parla di alcuni di questi ribelli contrari alla Tav, in alcuni casi certamente provenienti da alcune frange estremiste e antagoniste, ma che dall’altra per la stragrande maggioranza vedono tra le loro fila pacifici ingegneri elettronici, docenti di fisica, bancari, funzionari provinciali, agricoltori, decoratori, pensionati, parroci, mamme con i figli e altri ancora. Ed è bene dire che da parte di Mazzetti non viene posta in essere nessuna omissione circa gli episodi di violenza, raccontati dalla cronaca, provenienti da alcuni manifestanti, come in altri specifici casi anche da alcuni membri delle forze dell’ordine.
Conseguente a questo tipo di conflitti un ulteriore problema colpevolmente sottostimato da parte delle autorità è proprio quello che Marco Ravelli inquadra come una spaccatura del patto sociale dei cittadini con lo Stato. Per poi scoprire, di contro, che proprio in Francia, l’altro protagonista del Tav, dal ’95 una legge sulla progettazione partecipata prevede il débat public per la realizzazione di opere pubbliche di grande impatto. A dispetto del fatto che, proprio alla Francia, il Tav conviene, dato che, per esempio, l’Italia pagherà oltre la metà dei costi, mentre la popolazione locale d’Oltralpe è circa un quarto di quella valsusina. E chi è stato da quelle parti, per questo vedrà un panorama sicuramente più roccioso e meno ospitale rispetto al nostro.
Loris Mazzetti asseconda con questo lavoro uno dei basilari principi del giornalismo, quello di dimostrare anziché dichiarare. Tra suggestive incursioni shakespeariane, e grazie a una prosa più che lineare, si può leggere la prima parte di un’inchiesta rivolta a tutti coloro i quali, con altrettanta onestà, sono disposti a mettere in discussione le proprie idee riguardo a un progetto che, ben lungi dall’essere ultimato, va avanti già da più d’una ventina di anni, e le cui lotte e polemiche sono ben lontane dal concludersi a breve.
A breve seguirà un secondo capitolo, alla ricerca delle risposte adeguate ai dieci interrogativi dell’introduzione.
Loris Mazzetti – No Tav – Aliberti editore – € 14,00