Si conoscono molti modi con cui è possibile raccontare la Storia, quella con la S maiuscola, uno dei quali è la conoscenza del costume, uno degli elementi fondamentali, insieme alla nutrizione e al luogo all’interno in cui vivere, strettamente alla base dell’esistenza umana. In estrema sintesi, i come, e i perché, in un dato secolo uomini e donne indossavano un particolare tipo di indumento, una certa foggia di cappelli o di calzature.
Storie di moda – Esposizione di riproduzione di abiti storici prodotti dall’Atelier Pietro Longhi a Palazzo Zen è una mostra che si tiene a Venezia, inaugurata sabato 2 febbraio, nella quale si possono ammirare, come sopra indicato, riproduzioni di abiti d’epoca, a partire dal Rinascimento fino alle soglie del XX secolo. La loro realizzazione è a cura di professionisti della sartoria di altissimo livello, così come la ricerca storica che c’è dietro, e prima, è qualcosa di tanto accurato al limite del perfezionismo maniacale, in assoluto nella migliore accezione del termine.
Attraverso un approccio filologico, si parte dalla scelta dei tessuti e dei materiali, dalla lana fino alla seta, alla loro colorazione con pigmenti, e in alcuni casi all’aggiunta di elementi originali d’epoca, come alcuni pizzi, o addirittura l’impiego di stoffe originali di qualche secolo fa. Juvenile Rheumatoid Arthritis is the RA arising in children below the age downtownsault.org order generic cialis of 16. However, erectile dysfunction is not an unusual health problem among males and greatly affecting their relation with their levitra side effects partners. Other reasons of pituitary gland abnormality include imbalance in thyroid viagra price levels, tumour in pituitary gland, injured chest, and dysfunctional adrenal gland. More cialis no prescription importantly, purchase only from a reputable company. Grazie ai curatori della mostra si comprende perché altrove i pantaloni del ‘500 fossero meno comodi che non a Venezia, dovuto al fatto che salire o scendere da un’imbarcazione richiede una maggiore ampiezza di movimenti, o che l’impiego del mantello, fruito dalle persone meno abbienti (i signori indossavano cappotti, e, quando era molto freddo, proprio non uscivano dai propri alloggi) o da uomini d’arma, è stato introdotto dai nobili solo in epoca relativamente recente.
L’effetto è quello di trovarsi a tu per tu con elementi che sembrano fuoriuscire da alcuni quadri del più lontano passato, complici anche i locali di Ca’ Zen (ancora di proprietà dei discendenti di una delle famiglie fondatrici della Serenissima, ndr), sulle cui pareti si possono ammirare affreschi originali di inestimabile valore.
Effettivamente per chi visita questa mostra (esattamente come per chi scrive) è abbastanza difficile descrivere quanto si può vedere, anche per evitare a chi legge, nel caso fosse intenzionato a visitarla, di rovinargli la sorpresa. Quello che diversamente è più facile è informare che questa sartoria si occupa anche di creare abiti per rievocazioni storiche, opere teatrali, feste in maschera, oltre che mostre, come in questo caso.
Ca’ Zen, S. Polo, 2580 – 30125 – Venezia
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