Foto di scena: Alessandro Pazzi in "Solo i tuoi occhi potevano guardarmi", al Teatro Oscar per la Giornata della Memoria
Foto di scena: Alessandro Pazzi in "Solo i tuoi occhi potevano guardarmi", al Teatro Oscar per la Giornata della Memoria
Foto di scena: Alessandro Pazzi © Massimo Cova

Al Teatro Oscar Alessandro Pazzi ricorda l’Olocausto attraverso le lettere di tre protagonisti

Andato in scena per la Giornata della Memoria al Teatro Oscar di Milano, Solo i tuoi occhi potevano guardarmi, monologo scritto e interpretato da Alessandro Pazzi, ripercorre la tragedia dell’Olocausto dando lettura a tre testimonianze epistolari.

Gli autori degli scritti sono Machol, un giovane scrittore ebreo pieno di speranze che invia dalle Alpi svizzere una missiva in Germania alla fidanzata Esther per comunicarle la sua assunzione presso un editore di Berlino, alla vigilia della vittoria nazista. Il secondo è un giovane Adolf Hitler, che nel 1920, poco prima il suo primo discorso al partito, sfoga in una lettera indirizzata alla madre ormai morta da anni il suo livore per la sua mancata affermazione come pittore e manifesta l’intenzione di diventare capo dello Stato tedesco per porre fine a quella che considera una piaga dell’umanità, ovvero il popolo ebraico da lui ritenuto responsabile della sconfitta in guerra e di tutti i mali sociali della Germania. Il terzo autore è invece Esther, separata forzatamente dal fidanzato in quanto destinata a Dachau, mentre Machol va a morire ad Auschwitz, non senza però prima essere riuscito a consegnarle il manoscritto dei suoi racconti inediti.

Esther è una cantante lirica, amante delle opere di Wagner, e sopravvive alla deportazione grazie a un ufficiale delle SS che, innamoratosi di lei per la sua straordinaria voce, organizza la sua fuga dal campo di concentramento. Dopo la guerra sposa un uomo benestante, e riesce dopo anni a far pubblicare i racconti di Machol in una raccolta dal titolo emblematico, ispirato a un’aria wagneriana del Sigfrido eponima dello stesso monologo. La sua lettera, scritta negli anni Ottanta e destinata alla nipote, racconta la sua esperienza, il suo amore, la sofferenza che l’ha accompagnata.

Pazzi suscita con la sua interpretazione una forte commozione pur nella riflessione. Il lavoro non si limita in realtà a una descrizione dei fatti, ma passando da suggestioni pascoliane a citazioni di Rilke traduce l’Olocausto come un male latente dell’umanità, che perché appunto “troppo umano” può ripresentare i suoi stilemi in qualsiasi momento della storia.
Un monito per non dimenticare, che diviene anche insegnamento di civiltà.

Giudizio: ***

GIORNATA DELLA MEMORIA

Produzione OssigenO Teatro

Solo i tuoi occhi potevano guardarmi
Testo, interpretazione e regia di Alessandro Pazzi

Milano, Teatro Oscar, via Lattanzio 58
www.teatrooscar.it
www.pacta.org