Scritta tra il 1929 e il 1930, dopo il crollo della borsa di Wall Street, Santa Giovanna dei macelli è di certo una delle opere più rappresentative del teatro epico brechtiano. Dopo il capolavoro Opera da tre soldi, lo scrittore tedesco iniziò a scrivere alcuni drammi da lui stesso definiti “didattici” per la forte impostazione marxista, dove i conflitti sono spesso radicalizzati nel quadro di uno schema dimostrativo ideologico. Santa Giovanna, rispetto a questi drammi, possiede qualcosa in più: innanzitutto, entra nel conflitto in atto tra classi sociali durante la grande crisi economica americana prima e internazionale poi che sembrò dimostrare la validità della teoria marxiana sull’ineluttabile sgretolamento del capitalismo; in secondo luogo, presenta le tre categorie sociali in relazione fra loro – i proprietari (intesi nelle forme variegate di produttori di carne in scatola, allevatori e speculatori in borsa), il proletariato sfruttato e gli intellettuali che mediano il conflitto fra le due classi – arricchendole di chiaroscuri e pathos peculiari dettati dalle circostanze narrative che denotano un teatro più maturo rispetto a quello manicheo rappresentato in precedenza. La trama stessa si presta alla descrizione di personaggi più complessi e dai contorni meno definiti, a partire dalla sua eroina e martire Giovanna Dark (un nome che, guarda caso, richiama Giovanna D’Arco come l’oscurità), appartenente ai Cappelli Neri, una sorta di Esercito della Salvezza, inizialmente amica del magnate della carne Pierpont Mauler e successivamente da lui sfruttata per i suoi biechi propositi dopo essersi finto amico. L’ambientazione del dramma è Chicago, tra i macelli e la Borsa del bestiame, poco prima della Grande Depressione iniziata nell’ottobre 1929. Mauler, nel tentativo di salvare il suo commercio dalla crisi incombente, non esita, con l’aiuto dello speculatore in borsa Slift e certi suoi amici misteriosi di New York che gli spediscono lettere con suggerimenti sulle operazioni da fare, a danneggiare i proprietari di bestiame e i produttori di carne. I suoi propositi sono spesso mascherati da “buone intenzioni”: finge di voler abbandonare il mercato della carne per pietà verso i buoi macellati, così come poi acquista tutto a prezzi stracciati dichiarando di voler così dare dignità ai migliaia di operai rimasti disoccupati per la chiusura dei macelli. Di contro, gli stessi operai, sfruttati e alla fame, sono disposti a vendere anche la propria anima per un piatto di minestra. I Cappelli Neri, che apparentemente appaiono come un’associazione benefica, in realtà, dietro la predicazione evangelica e i cori biblici, perseguono la pax sociale cercando di smorzare sul nascere qualsiasi forma di conflitto, offrendo la loro mensa ai poveri in cambio della loro rassegnazione. Quando a un certo punto i lavoratori, esasperati, sono pronti ad organizzare uno sciopero generale, appare la figura di Giovanna Dark, che viene cacciata dai Cappelli Neri per la sua coerenza e si unisce ai contestatori. Da qui emerge in pieno la sua controversa figura: impegnata a curare gli affamati come a redimere i ricchi affamatori, non riesce però a portare fino alla fine un compito che le viene assegnato per la buona riuscita dello sciopero, mostrandosi contraria ad ogni forma di violenza. Check out James Johnson’s collection of tattoos buy cialis in australia made on his arms. They have been in a position to understand that they are required by an individual, that they can contribute to an early diagnosis of CRS and to viagra online for women a timely therapeutic intervention. On the other hand, there are inherent dangers in certain prescribed medications, as they can cause serious side effects or other health issues in males, most of these respitecaresa.org purchase cheap cialis are related to the life style and some are related to health. Do something, but together Plan to go on a hike, stop for lunch or just for a walk and talk session. cialis online mastercard Di contro, rifiuta gli assegni di Mauler per finanziare il suo vecchio gruppo, evitando così di divenire lo strumento demagogico del potere economico. Alla fine, tra le macerie e la sconfitta dei rivoltosi, risulta essere la vittima predestinata, l’anello sacrificale in balìa delle forze devastanti di una società allo sbando, al punto da divenire poi santificata dai suoi stessi detrattori e persecutori.
Luca Ronconi, con questa coproduzione tra Piccolo Teatro di Milano e The State Academic Maly Theatre of Russia, in collaborazione con il Centro Sperimentale di Cinematografia lombardo che partecipa attivamente all’atto creativo dello spettacolo, aveva già annunciato di voler affrontare Brecht al di fuori dei canoni normali di rappresentazione, senza volere in alcun modo confrontarsi con l’edizione di Giorgio Strehler d’inizio anni Settanta. Anzi, il fatto di non aver mai voluto fino ad oggi affrontare un lavoro di Bertolt Brecht, è proprio da ricercarsi nell’ortodossia canonica con cui le sue opere dovevano essere rese scenicamente e interpretate. Tuttavia, come lo stesso regista afferma, l’ambiguità dei personaggi in Santa Giovanna dei macelli è caratteristica propria voluta dallo stesso autore. Nel suo spettacolo, che si avvale in scena di mezzi come elevatori, enormi contenitori di carne in scatola dove all’interno vivono gli stessi padroni della sua produzione e commercio, unitamente a video sia di rappresentazione come di proiezione live sul palco, si riconosce in realtà l’essenza stessa dell’opera, dalla quale le tecnologie applicate da Ronconi non deviano affatto l’attenzione, ma semmai si pongono come cornice espressiva degli stessi schemi brechtiani. Di fatto, in quest’opera, per le ragioni dette all’inizio, appare chiaro un sistema triadico anti-idealistico, un’impalcatura marxiana dove il capitale e l’alienazione della classe lavoratrice si riconoscono in sintesi nella sublimazione non certo degli intellettuali, ma di lei, la Santa, Giovanna Dark, che Ronconi è ben riuscito a enfatizzare nella parte finale dello spettacolo.
L’ottimo cast, tutti interpreti di qualità che vedono protagonisti Maria Paiato nel ruolo di Giovanna Dark, Paolo Pierobon in quello di Mauler e Fausto Russo Alesi nei panni di Slift, riescono a conferire ai loro personaggi una vivacità che in qualche modo li fa fuoriuscire dal contesto cronotopo in cui sono collocati. Una certa caratterizzazione, che sottolinea il gangsterismo degli speculatori allo stesso modo degli opportunismi dei mediatori e la debolezza dei lavoratori, porta in realtà ancora oggi all’epicizzazione del testo proprio perché in fondo assume i connotati di una sottile parodia del presente. Lo spettatore, non più per un evento scenico rappresentato in maniera naturalistica, ma per una drammatizzazione decentrata dal contesto storico e narrativo alla quotidianità, diviene il destinata
rio attivo dell’operazione teatrale. Lo spettacolo può a questo punto far discutere, ma non lasciare indifferenti per il tentativo, peraltro riuscito, attraverso un’ “ereticità” rappresentativa, di avvalorare i temi e i contenuti voluti dall’autore, restituendo tutta la loro forza drammaturgica anche in seno alle contraddizioni di questo secolo.
Giudizio: ****
Una coproduzione Piccolo Teatro di Milano-Teatro d’Europa,
The State Academic Maly Theatre of Russia, Mosca
in collaborazione con il Centro Sperimentale di Cinematografia, sede Lombardia
Santa Giovanna dei macelli di Bertolt Brecht
Traduzione Ruth Leiser e Franco Fortini
Con Maria Paiato, Paolo Pierobon, Giovanni Ludeno, Alberto Mancioppi, Roberto Ciufoli, Francesco Migliaccio, Michele Maccagno, Fausto Russo Alesi, Francesca Ciocchetti, Massimo Odierna, Elisabetta Scarano, Gianluigi Fogacci
Regia di Luca Ronconi
Scene: Margherita Palli
Costumi: Gianluca Sbicca
Luci: A. J. Weissbard
Musiche a cura di Paolo Terni
Interventi filmici: Emanuele Di Bacco, Nicolangelo Gelormini
Con (in ordine alfabetico) Francesca Ciocchetti, Roberto Ciufoli, Gianluigi Fogacci,
Giovanni Ludeno, Michele Maccagno, Alberto Mancioppi, Francesco Migliaccio,
Massimo Odierna, Maria Paiato, Paolo Pierobon, Fausto Russo Alesi, Elisabetta Scarano
e con gli allievi del Corso Barrault della Scuola del Piccolo Teatro di Milano
Foto di scena: Luigi Laselva
Milano, Piccolo Teatro Grassi, via Rovello 2
Fino al 5 aprile 2012
INFO: www.piccoloteatro.org
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