Foto di scena: Ruy Blas © Il Mulino di Amleto
Foto di scena: Ruy Blas © Alessandro Salvatore © Il Mulino di Amleto
Foto di scena: Ruy Blas © Alessandro Salvatore © Il Mulino di Amleto

Al Teatro Fontana di Milano il primo lavoro stagionale della compagnia piemontese “Il Mulino di Amleto”

Ruy Blas, dramma del 1838 di Victor Hugo, è la storia di una vendetta perpetrata da Don Sallustio, alto funzionario della corte spagnola alla fine del XVII secolo, nei confronti della regina, colpevole di averlo umiliato condannandolo all’esilio. A tale scopo  inserisce a corte un suo servo, Ruy Blas, facendolo passare, grazie a un inganno, per il nobile cugino Don Cesare. Il sottoposto, che non sospetta i reali intenti del suo padrone, accetta lo scambio d’identità per poter stare accanto alla regina, di cui è segretamente innamorato, fino al tragico epilogo che lo vede sacrificarsi per amore.

Il lavoro de “Il Mulino di Amleto”, dove attori e pubblico sono raccolti sul palco del Teatro Fontana di Milano e gli spettatori, non più di 60, disposti a ferro di cavallo, dà luogo all’incrocio semantico tra la pièce teatrale e lo sviluppo di una performance art dai contorni variabili.
Quattro quadri determinano il contesto in cui si sviluppa la costruzione teatrale. In tutti, gli attori si confrontano con se stessi, giocano sui versi del componimento, si costruiscono il personaggio, interagiscono col pubblico. L’identità, protagonista indiscussa della pièce, si riflette nello stesso ruolo dell’attore, guida il coraggio di Ruy Blas e nel contempo s’inserisce nel compimento fisionomico dei personaggi.
La spoliazione di Ruy Blas è il punto di collisione tra le due dimensioni, quello dell’abbandono dell’identità originaria del personaggio e quella dell’interprete che assume il proprio ruolo. La visione grottesca dell’insieme, elemento topico in Hugo, si allunga come manto informale sul pubblico coinvolto, che partecipa agli sviluppi del dramma.

Interessante anche il contesto geostorico in cui si svolge la trama, la Spagna di fine Seicento durante il regno di Carlo II, ultimo sovrano d’Asburgo (detto Carlos Hechizado, ovvero Carlo lo Stregato), in un clima di crescente decadenza e corruzione, come quella che ha oggettivamente caratterizzato gli ultimi decenni della società contemporanea. Le attualizzazioni della messa in scena, oltre a sottolineare l’ironia dei contenuti espressivi, richiama la similitudine e porta anche in questo caso a definire un’altra identità, quella socio-comportamentale. L’amore che lava qualsiasi inganno o sopruso risuona come un dono salvifico, un’aspettativa che può in chiave allegorica sollevare le sorti di un’umanità sempre più inviluppata in se stessa.
Bravi gli attori, ben diretti da Marco Lorenzi, ma soprattutto intelligente la realizzazione scenica, che pone l’opera di Hugo nel presente in una diversa prospettiva della costruzione teatrale.

Giudizio: *** ½

Uno spettacolo de IL MULINO DI AMLETO
in collaborazione con Kataplixi Teatro
in coproduzione con Tedacà e TPE – Teatro Piemonte Europa

Con il contributo di:
SIAE Sillumina – Copia privata per i giovani, per la cultura

Ruy Blas – Quattro quadri sull’identità e sul coraggio
Adattamento dell’opera Ruy Blas di Victor Hugo

Con Yuri D’Agostino, Francesco Gargiulo, Barbara Mazzi, Anna Montalenti, Alba Maria Porto, Angelo Maria Tronca
Regia di Marco Lorenzi
Visual concept: Eleonora Diana

Spettacolo riservato ad un max di 60 spettatori a replica

Milano, Teatro Fontana, via Boltraffio 21
Dal 25 al 28 ottobre 2018
www.teatrofontana.it