Terza tappa dell’escursione nell’entroterra pugliese, la visita a un’arena imperiale romana
Nella periferia est di Lucera attende i visitatori, in una calma assoluta, un anfiteatro di epoca romana, risalente all’età augustea, fra i più antichi dell’Italia meridionale, edificato in un periodo di grande splendore per la città.
Di dimensioni notevoli, con due ingressi, l’arena è posta a nove metri sotto il piano del terreno, con un sistema di grotte per le fiere.
Infatti la sua capienza era tale che poteva accogliere fra i 16 e i 18 mila spettatori per spettacoli ginnici e lotte tra gladiatori e belve.
Inoltre nell’area accanto trovavano spazio una palestra per gli atleti e una infermeria.
Al di sotto, ancora oggi si trova un bacino di raccolta per l’acqua piovana, con canali di scorrimento.
Gli scavi effettuati tra il 1932 e il 1945 portarono alla luce una statua, reperti vari e pietre, che comprovano che il luogo, dopo la caduta dell’ Impero Romano, fu adibito a cava di pietre.
Ora due bei portali, ricostruiti agli sbocchi dei corridoi, ornati con motivi floreali e simbolici, si fronteggiano l’uno di fronte all’altro, in un rimando molto suggestivo; in mezzo, la pianta circolare dell’arena che risuona, pur nel silenzio, di tante voci, per chi sa ascoltare con l’immaginazione.
In una mattina dapprima brumosa e poi via via più chiara, l’anfiteatro sembra accoglierci nel suo alveo circolare come dentro un concentrico nucleo di misteri.
È difficile credere che abbia un’ età millenaria e che ancora conservi la sua imponente, elegante bellezza.
Gli alberi che la circondano le fanno da cornice come vestali protettive.
Cammino all’interno, mi fermo fra le pietre e risalgo fino alla seconda porta.
Nel percorso verso l’uscita sosto a decifrare capitelli, statue e altri reperti allineati lì. Ma la sorpresa finale mi è data dall’apparizione di una tenera gattina, giunta a confermare che i siti archeologici sono luoghi privilegiati per il mondo felino.