Fino al 15 settembre 2019, nello spazio espositivo di Pirelli HangarBicocca, la prima personale in Italia dell’artista indiana, curata da Nuria Enguita e Lucia Aspesi
Nata nel 1957 a Bhadravati, Karnataka, nel sud-ovest dell’India, Sheela Gowda segue inizialmente, negli anni Settanta, la tradizione modernista indiana unitamente a una rilettura contemporanea dell’arte classica locale, grazie agli studi presso la School of Art di Bangalore, la M.S. University di Baroda e la Visva-Bharati University a Santiniketan. Da questa esperienza trae suggestioni nei confronti dell’immaginario collettivo popolare attraverso l’applicazione delle tecniche artigianali tradizionali, parametri che l’aiuteranno nella svolta artistica più matura. Dopo aver frequentato nel decennio successivo il Royal College of Art di Londra, sperimenta in India la transizione dallo spazio pittorico fino a quel momento affrontato verso quello tridimensionale, creando un presupposto performativo in cui l’osservatore si trova direttamente coinvolto nell’opera, oltre la semplice rappresentazione.
È degli anni Novanta l’evoluzione più significativa del suo percorso artistico, dove l’artista inizia a porre la sua attenzione al mondo reale e le azioni dell’uomo. I materiali utilizzati, come gli scarti, il bitume, lo sterco, divengono elementi fondativi della poetica di Sheela, una ragione espressiva che esalta la vita e la cultura della strada, del lavoro, della società. Il risultato è una forma che accarezza lo spazio nel processo di trasformazione della materia, una sinestesia dove colore, consistenza e odore convivono nel creare un simbolismo del presente con una peculiarità rovesciata rispetto a quello storico, anima del percorso semantico e politico della sua autrice, ovvero il fatto che sublima la realtà con tutto il suo carico di valori e sofferenze anziché cercare i paradisi artificiali di una fuga da ciò che le appartiene. Un’opera significativa della sua maturità artistica è Kagebangara (2008), una struttura costruita da bidoni di metallo per il trasporto del catrame, emulo dei ripari di fortuna utilizzati dagli operai addetti ai cantieri stradali, aperti come piattaforme rettangolari con diverse variazioni cromatiche, testimoni muti di un lavoro quotidiano di costruzione esposti come allegoria modernista di una presenza variabile.
Un altro aspetto è quello dell’approccio site-specific, dimostrato anche in “Remains” nello spazio di Pirelli HangarBicocca, dove il luogo espositivo suggerisce opere caratteristiche per linearità e dimensione, unendo all’arte figurativa la performance art creata dall’allestimento, la struttura che lo contiene e il pubblico osservatore.
Le due nuove installazioni ad hoc sono Tree Line e In Pursuit of. La prima è costituita da fasce sottili di gomma naturale grezza realizzata dal centro tecnologico CCM di Ricerca e Sviluppo di Pirelli, intessute in modo da creare una suggestiva architettura tessile. La seconda è una struttura costituita da capelli umani, assemblaggio di due forme nere appese alle pareti dello spazio del Cubo che si pongono in relazione dialogica con l’ambiente.
L’autrice, per la prima volta in Italia, è riuscita a restituire alla materia un significato profondo, in relazione al quel vissuto umano che la nobilita. L’allestimento milanese dimostra che Sheela Gowda è un’interprete significativa del suo ambiente natale e non solo, un’artista che sa raccontare il mondo e la realtà magica che lo compone.
Remains di Sheela Gowda
Curatori: Nuria Enguita, Lucia Aspesi
Inaugurazione: 3 aprile 2019 ore 19
Dal 4 aprile al 15 settembre 2019
Orario di apertura: giovedì-domenica 10,00-22,00
Milano, Pirelli HangarBicocca, via Chiese 2
www.hangarbicocca.org