Pluripremiato attore italiano, Roberto Herlitzka s’impone come uno dei più grandi artisti attualmente impegnati nel nostro paese, spaziando con disinvoltura dal teatro al cinema, dalla televisione al doppiaggio, manifestando curiosità ed entusiasmo vibranti per una professione in costante evoluzione. In un momento magico per il cinema italiano e di rinnovato interesse per lo spettacolo teatrale, è oggi un onore poter vantare artisti come Roberto Herlitzka, dotati di personalità, carisma, indiscutibile talento e profonda sensibilità intellettuale.
A Milano con lo spettacolo Il soccombente di Thomas Bernhard, diretto da Nadia Baldi, Roberto Herlitzka ci ha gentilmente concesso un’intervista telefonica in cui ripercorriamo brevemente la sua carriera artistica, dall’incontro con il maestro Orazio Costa all’Accademia d’Arte Drammatica Silvio D’amico sino a Buongiorno notte e La grande bellezza.
Costa, Ronconi, Squarzina, Lavia, Missiroli: qual è il suo rapporto con il grande teatro di regia italiano?
Io ho lavorato prima che con gli altri, e anche dopo, con Orazio Costa, uno dei fondatori del teatro di regia in Italia e mio maestro in accademia: da lui posso dire di aver imparato le cose fondamentali per affrontare un mestiere in cui non si finisce mai d’imparare. Il mio rapporto col teatro è legato alle persone con cui ho lavorato e alle scelte che ho fatto, fondamentalmente di qualità, accettando testi di valore poetico-letterario e parti che desideravo interpretare. Questo è stato il mio criterio fondamentale.
Qual è stato il regista che le ha lasciato di più?
Ho collaborato con piacere con tutti i registi che mi ha nominato, ma quello che mi ha lasciato di più è sicuramente Orazio Costa, sotto la cui guida ho studiato all’Accademia D’Arte Drammatica Silvio D’Amico. Inoltre, quello con cui ho collaborato maggiormente è Antonio Calenda, attualmente direttore del Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia.
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Fatalmente non posso non nominare Buongiorno notte che – oltre ad essere un film di grande interesse in cui ho potuto interpretare una parte straordinaria – mi ha permesso di conoscere Marco Bellocchio, che è un grande artista, il quale mi ha “promosso” a un grado più elevato nella mia carriera artistica. Molti altri sono i film cui sono legatissimo, ma che purtroppo non sono stati presi in considerazione dalla distribuzione perché privi di nomi di richiamo, pur essendo prodotti di valore.
Un’esperienza vastissima e dalle molteplici sfaccettature: teatro, cinema, ma anche televisione. In quale di questi media si rispecchia maggiormente come professionista?
Come professionista mi rispecchio proprio nelle differenze. Il nostro lavoro varia molto a seconda che lo si faccia in teatro, al cinema o in televisione (sottoprodotto per eccellenza del cinema): il bello è proprio questo. Io nasco come attore di teatro e, in quanto tale, non rinuncerei mai al palcoscenico; però il cinema, anche se è arrivato dopo, mi ha affascinato molto.
Come sta vivendo la nomination all’Oscar di La grande bellezza?
Ne La grande bellezza la mia partecipazione è un cameo. Mi fa immenso piacere aver contribuito a questo successo, ma lo considero un premio al regista, che lo merita e spero che lo vinca.