Autore di saggi sulla follia mai pubblicati, aspirante star televisiva e convinto dirottatore di treni e aerei, Stefanin era un sognatore, un utopista, un sessuomane onanista, un fanatico amante della Francia. Arrivò persino a fondare un partito politico di cui rimase l’unico iscritto. Ma Stefanin, innanzitutto, era un matto. Entrato in possesso di 200 euro per iscriversi all’università, dopo una serie di ricoveri presso numerosi ospedali psichiatrici, si recò dal suo paesino natale, situato nei pressi di Imola, all’aeroporto di Bologna, per dirottare un aereo chiedendo di atterrare a Parigi, città che non riuscì mai a raggiungere. Stefanin odiava gli islamici, e tuttavia s’identificò come membro di Al Qaeda, per correggersi solo successivamente. Minacciò l’equipaggio con un telecomando del suo televisore 16 pollici, uno strumento già utilizzato in precedenza, il suo strumento mediatico di persuasione. Il viaggio durò solo fino a Lione, dove le teste di cuoio lo randellarono e arrestarono. Dopo una settimana di carcere, l’ultimo volo di Stefanin fu di cinque centimetri dal pavimento, altezza sufficiente per potersi impiccare in cella. Il testo di Massimo Bavastro parte dall’elaborazione del lutto che segue la morte di Stefanin, personaggio emblematico di una realtà contemporanea che spesso sovrappone la credibilità con l’incredibile. Il corteo funebre è formato da tre becchini, Necroforo Napoletano, Necroforo Caporale e Necroforo Extracomunitario, seguiti dalla madre del defunto. Un funerale “zoppo”, per l’assenza di un quarto necroforo che probabilmente non si è mai presentato rifiutando di aderire a un simile quadro della miseria. As the name suggests these two therapies are based on applying heat or cold to the affected area, also it may generic viagra buy be used with other treatments. The following are nutritional facts free get viagra of mango Mango is rich in magnesium. Sildenafil Citrate was approved by FEDA in 2005 for the successful erected copulation in time of making tadalafil free love to your dear love partner. side effects from cialis An inadequate level of this insulin results in diabetes. Un percorso al limite del grottesco, dove il gruppo si perde nel tentativo di trovare il cimitero. I necrofori cantano inni salmodiati in memoria di Stefanin accompagnati dal pianto della madre, ma l’ultima parola vuole pronunciarla proprio lui, il morto, che interrompe il corteo fino a voler scappare. Solo alla fine, dopo una notte, riesce a rielaborare il suo funerale, si rappacifica con la morte, e acconsente di farsi finalmente seppellire dopo un pornografico epilogo.
La regia di Loris sottolinea i contenuti surreali del testo, con i ritmi caracollanti dei becchini e un gioco di ombre che dall’irreale paiono voler condurre al nulla. Il sogno si sovrappone ironicamente agli sfoghi della madre, interpretata da Paola Giacometti, e dalle esternazioni dei becchini, con un eccezionale Mario Sala nei panni di Necroforo Napoletano, che incarna la natura rocambolesca del funerale stesso. Il morto arriva addirittura all’apogeo della mistificazione: i suoi interventi non lo fanno credere ancora vivente, semmai un morto vero che vuole ingannare i presenti fingendosi morto apparente. Un gioco di sottrazione dei ruoli che, oltre a scatenare la vis comica della pièce, richiama ancora di più il confronto con l’attualità, fino all’abbraccio mortale che riconcilia il destino con la volontà del morto. Uno spettacolo sapientemente scanzonato, dove gli elementi surreali penetrano nel profondo e portano a riconsiderare l’assurdo come una pantomima del presente.
Giudizio: ***
Produzione Teatro Out Off. Stabile di Innovazione
Pornofuneral di Massimo Bavastro
Con Mario Sala, Davide Giacometti, Alessandro Tedeschi, Paola Giacometti, Nicola Ciammarughi
Regia di Lorenzo Loris
Scena: Daniela Gardinazzi
Costumi: Nicoletta Ceccolini
Musiche: Andrea Mormina
Luci: Luca Siola
Milano, Teatro Out Off, via Mac Mahon 16
Fino al 3 marzo 2013