Foto di scena di Orchidee, uno spettacolo di Pippo Del Bono presso l'Arena del Sole di Bologna
Foto di scena di Orchidee, uno spettacolo di Pippo Del Bono presso l'Arena del Sole di Bologna
Foto di scena © Arena del Sole Bologna

In Orchidee Delbono ci accoglie parlando di spalle, al microfono: si racconta, rompe il ghiaccio con qualche battuta, prepara il pubblico a  quello che vedrà. Lo spettacolo è stato ispirato dalla recente scomparsa della madre, ed è una riflessione sulla vita, sulla morte, sul teatro, sulla finzione, sulla realtà, sul vuoto che parte da una perdita ma che è anche un vuoto più esteso, un vuoto esistenziale, spirituale. Da sempre c’è un’urgenza impellente in Delbono di fare teatro per condividere, per mostrare la realtà. Anche se spesso la vita si avverte come estranea e si ha voglia di scendere dalla giostra, ma  è l’unica d’altronde che ci è data di vivere. In scena, la sua compagnia formata dagli attori non convenzionali di una vita, dai “corpi senza menzogna”- ma in fondo più normali di tanti altri campionari umani-  incontrati anni fa e mai più lasciati in un sodalizio che ha cambiato fatalmente la vita ad entrambi. In scena un viaggio attraverso il tempo personale dell’artista, ma anche attraverso quello generazionale: la politica di oggi accostata a quella passata, con immagini di Berlusconi, starlette al botulino, intramezzate da flash di manichini, scimmie, corpi apparentemente belli che in realtà guardati con più attenzione si stanno decomponendo. Dov’è la bellezza? Qual è la normalità? La crisi fa sì che un’attrice approfitti del palcoscenico per cercare di piazzare le copie (entra in scena la contraffazione dell’arte) di capolavori della zia che ha sempre sognato d’andare a Parigi ma è rimasta in provincia. Poi c’è il corpo,centrale da sempre nella poetica del regista ligure: l’uomo che si denuda mostrando le sue imperfezioni, l’uomo che si spoglia per declamare versi in francese con toni enfatici scimmiottando il  teatro borghese (il teatro si è allontanato dalla sua essenza), l’uomo che abbraccia un suo simile in cerca di conforto. Poi c’è la nudità più vera, quella di Delbono che parla di sé – un vizio di sua madre che, ricorda Pippo con commozione, parlava dei fatti privati con tutti- che denuncia l’umanità che non si ama e continua a farsi guerra, le ingiustizie che imperversano, il moralismo censorio, e il corpo consunto di sua madre morente svelato attraverso la telecamera di un telefonino mentre sussurra “non ti ho abbandonato ti sto solo precedendo”. Ci sono poi cambi di registro improvvisi e continui che stridono con quanto si è assistito poco prima, in linea con la schizofrenia postmoderna, proprio come lo richiede la società dello spettacolo, e così si balla, ci si traveste, si sorride. Ci sono tanti riferimenti ad autori recenti ma anche ai classici (Shakespeare, Checov) che vengono citati perché portatori eterni di messaggi validi, attuali: Romeo e Giulietta che non potevano stare assieme perché colpevoli d’avere cognomi diversi sono l’esemplificazione di tante situazioni contemporanee di esclusione ed allontanamento del diverso. Ci sono scene poetiche di un’intensità commovente: le proiezioni di un ciliegio coperto di neve, il carrettino che si trasforma in un quadro che ricorda certe pitture fiamminghe, animato da una ballerina ed un pagliaccio d’altri tempi con gorgiera-vassoio su cui campeggiano dolci e frutta in una natura morta che prende vita…C’è la musica che fa emozionare,quella dei Deep Purple, di Enzo Avitabile, di Joan Baez, di Mile Davis… Due ore di teatro in cui “Orchidee” sboccia di continuo con tanti inizi e tanti finali, alla maniera di Delbono, quasi l’artista non volesse lasciare il palco, il suo pubblico, bulimico di vita e di emozione.

Giudizio: ***


Orchidee
uno spettacolo di Pippo Delbono
Con Dolly Albertin, Gianluca Ballarè, Bobò,
Pippo Delbono, Ilaria Distante, Simone Goggiano, Mario Intruglio, Nelson Lariccia, Julia Morawietz, Gianni Parenti, Pepe Robledo, Grazia Spinella

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Immagini: Pippo Delbono
Musiche: Enzo Avitabile
Luci: Robert John Resteghini

Bologna, Arena del Sole Via Indipendenza  44,
Dal 20 al 23 novembre 2013
www.arenadelsole.it