Il primo romanzo di Luisella Pescatori tra gli affreschi di una Milano dimenticata e il persistere di un sentimento al di là di ogni tempo e avversità
Quando l’amore bussa, non puoi contrastarlo. S’insinua nel tuo comportamento qualcosa di inaspettato, uno stilema foriero della tua determinazione nel voler perseguire l’obiettivo ormai divenuto il principale scopo delle tue azioni, ovvero la compiutezza di un sentimento che, dapprima soffocato, urla con tutta la sua forza la propria esistenza.
Luisella Pescatori raccoglie in Perché l’amore l’esprit del sentimento, lungo un percorso narrativo ambientato nella Milano degli Anni Sessanta dove a trionfare è la purezza dell’amore su tutte le istanze di opportunità e convenienza sociale. Protagonisti sono Jacopo, un musicista squattrinato costretto a vivere nascostamente in un abbaino, utilizzando l’entrata e le scale di servizio per non turbare la pax condominiale e il diniego dei benpensanti verso la condivisione dello stesso complesso abitativo con uno scomodo quanto inopportuno bohémien, e la studentessa Nicolle, giovane figlia di un celebre avvocato del Foro, residente senza saperlo nello stesso palazzo del musicista, incontrato per caso sul tram mentre si recava a scuola.
Il plot narrativo profuma di caffè, biscotti e pasticcini freschi, lasagne fatte in casa, legno consumato, fotografie consunte zeppe d’irriverenti ricordi, mentre, facendo eco tra gli antichi comignoli di Porta Romana, risuona lo sferragliare del tram dell’ormai estinta linea 13 in perfetto dialogo con le note di una fisarmonica.
Il romance di Luisella Pescatori non si fa mancare nulla: amori e dissapori antichi, vendette, discriminazioni, infamie, ma anche ripensamenti, ricongiunzioni familiari, sentimenti autentici, ricordi forieri di esistenze future, attese verso un amore lontano che trovano infine soddisfazione come la buona riuscita delle ambizioni artistiche dei suoi protagonisti.
Fin qui, niente di strano, o comunque di diverso dalla comune letteratura di genere. Ciò che distingue questo romanzo da altri è invece quell’accezione poetica che in qualche modo sembra far riferimento a un sentimento atavico, non scevro dalle mitografie che attraverso il nettare degli dèi hanno saputo interpretare l’amore, e che pone quest’opera al di là di ogni tempo per confermare solo un principio assoluto, inequivocabile, ovvero l’incipit di quell’amore primigenio che può far confluire l’umanità nella ragione dell’armonia dell’universo. Nel passato già un autore come Charles Baudelaire aveva insegnato, con la sua La Fanfarlo, quanto la letteratura “rosa” possa in molti casi rivelare, inserendosi nei meccanismi che condizionano l’immaginario collettivo, le chiavi di lettura dell’esistenza attraverso il sentimento e la bellezza. Per dirla con l’autrice «L’innamoramento è una sospensione, la parentesi graffa per la magnificazione … ». E in Perché l’amore l’elogio della sfera affettiva giunge a compimento, grazie a una partitura che esprime la sinfonia della vita.
Luisella Pescatori
Perché l’amore
Ultra (Lit Edizioni Srl)
€ 14,00