Per le celebrazioni wagneriane e verdiane, giungono sui palcoscenici, degli autentici mattatori dello scherzo e dell’ironia, quali gli “Oblivion”; e allora, c’è da aspettarsi di tutto, comprese le risate.
La loro opera di dissacrazione dei testi classici ha toccato anche il melodramma, passando per Shakespeare e le parole di Boito.
Reduce dal Ravello Festival che ne ha commissionato la produzione, lo spettacolo rifà il verso all’opera lirica e al musical, con inserti di “dotta” riflessione sul mestiere d’attore e sul teatro.
I cinque componenti del gruppo, tutti protagonisti della scena, sia pure nel proprio specifico ruolo, danno vita ad una parodia che lascia senza fiato: ritmo rapido ed esuberante, battute a raffica; canzoni, imitazioni, citazioni; linguaggi tra i più disparati e tanta simpatia.
Il “Moro” di Venezia, di cui si anticipano le gesta e l’amore in apertura, con un racconto strampalato che sa di pettegolezzo, è l’antieroe per eccellenza, attorniato da esilaranti giocosi personaggi: una Desdemona svampita, un (solo un po’) perfido Iago, un ingenuo Cassio e una maliziosa Valeria.
Se ne ammirano le doti tecnico vocali, la facilità di rivisitazioni ardite e la sciolta capacità di trasformismo.
Unica nota negativa: l’irriverente parodiare (persino nel bis) de l’”Ave Maria”, una scelta fuori luogo (e pure fuori tema), che appare immotivata e che stride con il resto.
Giudizio: **
Il Rossetti – Teatro Stabile del Friuli Venezia-Giulia,
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OBLIVION in OtHello, la H è muta…
Testi di Davide Calabrese e Lorenzo Scuda
Con Graziana Borciani, Davide Calabrese, Francesca Folloni, Lorenzo Scuda e Fabio Vagnarelli
Arrangiamenti musicali di Lorenzo Scuda
Al piano: Denis Biancucci
Consulenza registica di Giorgio Gallione
Milano, Teatro Manzoni, via Alessandro Manzoni 42
Dal 18 marzo al 6 aprile 2014
www.teatromanzoni.it