Il nuovo lavoro di Drunkenrabbit, nome d’arte di Linda Ferrari, evidenzia la forza e l’identità della donna
Un cuore vivo, pulsante, l’insieme di numerosi filamenti che corrispondono ad altrettante anime nella loro evoluzione e negli intrecci che le esperienze di vita generano. Il nuovo lavoro di Drunkenrabbit, nome d’arte di Linda Ferrari, porta il titolo Non siamo fiori per suggerire una solidità del mondo femminile troppo spesso ignorato da un mondo che preferisce interpretare la donna come una sorta di suppellettile sociale, un fragile organismo impossibilitato a generare una perseverante vocazione esistenziale.
Partiamo dall’autrice, già conosciuta dai lettori di Punto e Linea Magazine per numerosi allestimenti, performance e personali che l’hanno vista protagonista (si veda), un’artista eclettica volta a ricercare le radici di un’identità spesso soffocata dalla debolezza umana.
Il progetto nacque nel 2020 durante le restrizioni sanitarie, quando Linda Ferrari chiese a 53 donne a loro volta artiste, amiche e conoscenti, residenti in Italia come in diversi Paesi del mondo, di registrare un minuto di video per esprimere in pillole il succo della loro vita, ovvero le aspettative, le inquietudini, le realizzazioni, i sogni ancora incompiuti. Successivamente le invitò a identificarsi in un tessuto, che meglio potesse esprimere il proprio stato d’animo o meglio le caratteristiche di ciascuna personalità. Il risultato è un lungometraggio di circa un’ora con le diverse testimonianze e un ricamo a forma di cuore su un foglio di carta di cm. 50 x 80 che intreccia le vite di tutte le protagoniste, un’opera costruita in 150 ore di lavoro con le consistenze e i tessuti che originano il dialogo e la connessione tra le molteplici soggettività, segno di una purezza espressiva ed emulo di una solidità antitetica alla fragilità dei fiori.
Il lungometraggio, presentato in anteprima sabato 28 settembre presso l’Adi Design Museum di Milano e riprodotto consecutivamente durante l’intera durata della mostra conclusasi domenica 29, è stato proiettato su due ledwall, tra i quali è stata esposta l’opera sartoriale provocando la sensazione di un’immersione cosmica identificativa delle dichiarazioni delle protagoniste. In occasione della giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, il 24 e 25 novembre l’opera multimediale sarà mostrata con le stesse modalità allo Spazio Espositivo «Diritti a Colori» di Via San Longino 1/b a Mantova. L’opera ricamata è già stata donata alla Comunità Minori “Costanza F. Giancola” – Fondazione Malagutti, una struttura che accoglie le vittime minorenni di abusi, siano esse bambini maltrattati o abbandonati, nonché le ragazze madri con i propri figli. Un dono che la Fondazione coglie e conserva per la validità del contenuto che esprime, quella capacità di reagire alle ineluttabili difficoltà della vita che nell’unione si rafforza e contribuisce a generare una rinnovata energia creativa.
Sempre in merito al manufatto tessile, l’unicità del ricamo è data dall’intreccio di quei 53 tessuti che raccontano ed esaltano le altrettante voci femminili. Sono fili che richiamano un’individualità, fili che avvolgono e vestono l’anima, fili che pulsano, raccontano una verità e riportano a un mito, fili come metafora di una trama dell’esistenza, come evidenzia un video che riporta la scritta «Fai della tua vita un sogno e di un sogno la realtà». Tutte fibre che colgono le sfide della vita, siano essi di lana rossa, di nylon o di raso, di seta colorata o un capello dell’autrice.
INFO:
ADI Design Museum
Piazza Compasso d’Oro 1, Milano
(ingresso: via Ceresio 7 – via Bramante 42)
Sabato 28 e domenica 29 settembre 2024
Prossimo appuntamento espositivo:
Domenica 24 e lunedì 25 novembre 2024
Vernissage Domenica 24 ore 16:00
Spazio Espositivo “Diritti a Colori” Via San Longino 1/b – 46100 Mantova MN
info@dirittiacolori.it – www.dirittiacolori.com