Fino a domenica 26 gennaio in scena a Pacta Salone di Milano l’ultima opera teatrale compiuta di Luigi Pirandello per la regia di Paolo Bignamini
L’uomo può trovare il suo equilibrio instabile in un ossimoro, ovvero nella coesistenza intima di due personalità contrapposte eppure in relazione fra loro, una frutto di riferimenti socioculturali, la seconda più istintiva e immediata. L’impossibilità di aver commesso un atto delittuoso infrangendo le convenzioni diviene la verità parallela di una fenomenologia circostanziale che ripone nell’oblio ciò che è veramente avvenuto, come se a commetterlo fosse stato un altro individuo o si trattasse del frutto di un’esperienza onirica. Tutto ciò fino a quando un secondo episodio non riporta a galla il ricordo del primo, rompendo la debole cartilagine di una vita tranquilla, al punto da disintegrare un’apparente serenità tra i meandri di una dilagante follia.
In Non si sa come, ultimo lavoro compiuto di Luigi Pirandello, il “delitto” commesso dal conte Romeo Daddi, qui interpretato da Riccardo Magherini, è un atto grave che chiunque potrebbe avere almeno pensato o tentato di compiere. Pur essendo innamorato della moglie Bice (Maria Eugenia D’Aquino) e fedele amico fin dall’infanzia dell’ufficiale di marina Giorgio Vanzi (Alessandro Pazzi), Daddi non esita ad allacciare una fugace relazione con la moglie di quest’ultimo, Ginevra (Annig Raimondi), gesto che risveglia nel conte la rievocazione di un crimine ancor più grave commesso da ragazzo, l’uccisione di un altro giovane per un futile motivo. L’adulterio e l’omicidio sono avvenuti per impulsi provocati non si sa come da circostanze estranee alla normale conduzione di vita, forse generate da una fonte esterna, o comunque inconsapevoli al pari di un incubo vissuto con gli occhi aperti.
La gravità di questo “risveglio” porta Daddi ad accusare la moglie, rimasta sempre fedele, di averlo a sua volta tradito con il marchese Nicola Respi (Matteo Bonanni), un nobile avventuriero che aveva cercato più volte, senza successo, di sedurre Bice. Tradimento che può avvenire anche solo con il pensiero, come casualità o fremito momentaneo, comunque valido al pari di un inconsapevole gesto delittuoso. Il comportamento folle del conte, seguito dalla confessione dei suoi crimini, irrompe come un tornado nelle vite apparentemente tranquille di tutti i personaggi coinvolti, al punto da provocare, quale atto espiatorio, il tragico epilogo.
Ispirato a tre precedenti novelle – Nel gorgo, La realtà del sogno e Cinci – il dramma debuttò per la prima volta nel 1935, un anno dopo la sua stesura. Nel lavoro sono presenti tutte le sintomatologie del periodo, quella di un’esistenza fragile, prigioniera di un’apparente serenità sotto la cui lastra marmorea si nascondono gli indicibili fantasmi di imminenti violenze o stati di alterazione, sussulti individuali in relazione a un’epoca dove il valore della forza incombe come status latente di un’esperienza collettiva. Lo dimostrano la descrizione delle circostanze che avevano portato Daddi al primo crimine, gli stati d’animo, la ricerca affannosa di un respiro, la reazione istintiva che fa seguito a una condizione in captiva. In quest’opera Pirandello non si limita a pungere con la punta della sua penna le ipocrisie sociali divaricando il diaframma tra la maschera e l’Io, ma esplora in profondità i gorghi più intimi dell’animo e il loro possibile manifestarsi.
Paolo Bignamini, in questo nuovo lavoro di Pacta, riporta con un allestimento stilizzato dentro una cornice postmoderna la genuinità del testo, le paure, le nebbie, gli stilemi dei personaggi, grazie anche all’indiscutibile cast. Un’essenza dell’ultimo Pirandello che la sua regia riesce a sottolineare facendo direttamente impattare lo spettatore con l’atemporalità di un presupposto onirico pur nella veridicità della narrazione. Un dramma profondo, più che mai attuale, evocativo dell’ambiguità esistente tra la follia e le gabbie di un sistema, tra l’uomo e il suo doppio occulto.
Giudizio: *** ½
PACTA SALONE
New Classic
Produzione PACTA . dei Teatri
Non si sa come di Luigi Pirandello
prima milanese
Adattamento di Gianmarco Bizzarri
Con Matteo Bonanni, Maria Eugenia D’Aquino, Riccardo Magherini, Alessandro Pazzi, Annig Raimondi
Regia di Paolo Bignamini
Assistente alla regia: Marianna Cossu
Scene: Anusc Castiglioni
Luci: Fulvio Michelazzi
Costumi: Nir Lagziel
Milano, PACTA SALONE, via Ulisse Dini 7
Dall’11 al 26 gennaio 2020
www.pacta.org