Sullo sfondo una Roma in fiamme, dilaniata dal grande incendio per il quale fu – ingiustamente – accusato Nerone. Tra i marmi della Domus Aurea si consuma l’ultima notte di Nerone, tra incubi e visioni che ripercorrono la sua controversa vicenda politica e umana. Da un lato il Nerone che “ha bruciato Roma, ha ucciso la madre, ha ucciso la moglie, ha ucciso il fratello” e dall’altro il tiranno illuminato che ama il suo popolo, ama l’arte in tutte le sue forme, impegnandosi per il benessere della sua gente, senza distinzione di ceto, anziché espandere i confini dell’impero con smaniose iniziative belligeranti. Le battaglie di Nerone si combattono ogni giorno in mezzo alla sua gente, per garantire a tutti una vita migliore, superando i privilegi della casta e avvicinandosi alla plebe con un savoir faire che riconduce (allusivamente?) alla moderna “politica spettacolo”. Nerone è imperatore, ma innanzitutto è uomo, artista poliedrico, scrittore, curioso di scienza e di tecnica. Il potere ha scelto Nerone. Ma Nerone ha scelto l’arte, ha sposato una libertà negata ai grandi, quella di amare, recitare, ricercare la bellezza nella vita privata e in quella della polis. Nell’intensa interpretazione di Edoardo Sylos Labini, regista e magnifico protagonista dello spettacolo, il personaggio di Nerone emerge con una forza vitale che travolge il pubblico, emoziona e commuove, fa riflettere sul presente volgendo lo sguardo a un passato per molti versi quanto mai attuale. Tra arie d’opera e ritmi teatrali incalzanti, lo spettacolo da subito affascina e coinvolge il pubblico che, come in una fiction, segue con il fiato sospeso le vicende di Nerone in una tempesta di passioni, intrighi e sentimenti contrastanti, dalla tenerezza alla paura: la complessità storica e umana da cui muove la vicenda scenica non compromette in alcun modo la fluidità narrativa della pièce che, a cavallo tra verità e finzione, racconto e introspezione, si fa straordinariamente avvincente e intellegibile, arrivando con immediatezza allo spettatore. Nerone – duemila anni di calunnie, liberamente tratto dall’omonimo saggio di Massimo Fini, si pone come espressione di una perfezione drammaturgica rara, dalla sceneggiatura all’interpretazione, dai costumi alle scenografie, dalle scelte musicali allo progettazione di quadri teatrali di grande suggestione. Il Teatro Manzoni apre la stagione 2014-2015 con un prodotto di altissima qualità che, al di là della critica, ha da subito ricevuto il riconoscimento più importante: gli applausi sinceri e calorosi di un pubblico entusiasta, inebriato dal crescendo di emozioni che pervade la sala e tocca l’anima.
Giudizio: ****
RG PRODUZIONI presenta:
Nerone, duemila anni di calunnie
Uno spettacolo di Edoardo Sylos Labini
Liberamente tratto dall’ omonimo saggio di Massimo Fini
Drammaturgia di Angelo Crespi
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Con Edoardo Sylos Labini, Sebastiano Tringali, Dajana Roncione, Giancarlo Condè, Gualtiero Scola e con la partecipazione di Fiorella Rubino
Corte interpretata dagli allievi di Adiacademy
Musiche: Paul Vallery
Costumi: Marta Crisolini Malatesta
Disegno luci: Pietro Sperduti
Milano, Teatro Manzoni, via Alessandro Manzoni 42
Dal 2 al 19 ottobre 2014
www.teatromanzoni.it