Primo dramma brechtiano ambientato negli Stati Uniti, Nella giungla delle città (Im Dickicht der Städte) debuttò a Monaco nel 1923, in una Germania devastata dalla Grande Guerra che vedeva il nuovo continente, almeno nell’immaginario collettivo, come la speranza di un futuro e la fonte di nuove opportunità. Prendendo spunto dal romanzo francese del 1905 Hiulet (La ruota), scritto da Johannes Vilhelm Jensen, in cui viene descritta la lotta tra due uomini dall’indole dominatrice, Bertolt Brecht compose quest’opera descrivendo però una Chicago diversa da quella del poeta danese. La principale metropoli dell’Illinois qui non è più una “ruota” in grado comunque di far girare positivamente l’economia, ma una giungla dove chi vi si addentra può perdere la propria dignità.
I due personaggi che si fronteggiano nel dramma brechtiano sono Shlink, un immigrato orientale che viene definito a volte maltese, in altre cinese o giapponese, ricco commerciante della città, e George Garga, un idealista proveniente dalle praterie americane, commesso in una biblioteca e amante di Arthur Rimbaud. Shlink va a trovare il ragazzo e gli propone di comprare le sue idee, ma al rifiuto di Garga si rende conto di trovarsi di fronte un degno avversario e inizia così una lotta senza quartiere tra i due, priva anche di un reale scopo se non il predominio di uno dei due uomini sulla vita dell’altro. Una guerra personale in realtà metafisica, che nasconde una profonda solitudine e una cherche dell’amore in entrambi i soggetti, nonostante Garga, contrariamente a Shlink, possieda una famiglia e una fidanzata alla quale si sente legato. Un conflitto giocato sui rapporti personali e sul possesso di anime che porta irrimediabilmente alla rovina di entrambi e alla vittoria di un terzo personaggio che, novello Fortinbras, approfitta della situazione raccogliendo beni e affetti, e si appropria così sia delle ricchezze dell’orientale, morto sconfitto dal sentimento, sia della sorella del giovane idealista che si era perdutamente innamorata proprio di Shlink. Un testo duro che Marina Spreafico reinterpreta al Teatro Arsenale in una chiave di lettura in cui dosa sapientemente il teatro epico, proprio dell’autore, con il teatro dell’assurdo, grazie anche a un ottimo cast già collaudato in precedenti situazioni di contaminazione. Gli attori si muovono come personaggi di un fumetto, legano la propria interpretazione al movimento, alla danza, all’ambientazione sonora curata da Walter Prati, trasmutando la drammaticità dei contenuti in un gioco fantasioso e farsesco dai tratti surreali, in una cornice di attualizzazione che pone ancora una volta Brecht quale valido portavoce della contemporaneità. Uno spettacolo che supera la metafora per far vivere i suoi protagonisti in una spazialità scenica che coinvolge direttamente lo spettatore, fino a divenire, dal suo punto di osservazione, un elemento contestuale della drammaturgia, e che sa coniugare la tragedia alla giocosità.
Giudizio: ***
TEATRO ARSENALE
Nella giungla delle città (Im Dickicht der Städte) di Bertolt Brecht
Traduzione di Paolo Chiarini
Adattamento e regia di Marina Spreafico
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Con Mario Ficarazzo, Giovanni Di Piano, Marino Campanaro, Claudia Lawrence, Lorena Nocera, Vanessa Korn, Mattia Maffezzoli, Paui Galli, Fabrizio Rocchi
Spazio scenico: Pierluigi Salvadeo
Ambientazione sonora: Walter Prati
Luci: Christian Laface
Direzione di produzione: Valentina Colorni
Milano, Teatro Arsenale, via Cesare Correnti 11
Dal 12 al 24 novembre 2013
www.teatroarsenale.it