Nel segno di Manaraè la mostra che apre ufficialmente al pubblico Palazzo Pallavicini, splendido edificio del centro storico bolognese, ricco di affreschi e stucchi, costruito secondo i canoni senatori. L’antologica su Manara curata da Claudio Curcio, direttore di Comicon – con cui il sodalizio iniziato nel 2002 continua in maniera proficua-, consta di 130 opere suddivise in sette sezioni che condensano 50 anni di attività dell’artista. E’ la seconda volta che Manara torna a Bologna, una città fondamentale per quella che è stata la storia del fumetto: si pensi a realtà nate proprio sotto le Due Torri, quali Cannibale, Frigidaire e Valvoline. In mostra si possono ammirare lavori noti (non potevano mancare all’appello le fanciulle ad alto contenuto erotico, sensuali ed in pose provocanti) e meno noti di Manara fumettista, ma anche un’accurata selezione della sua produzione di illustratore per la stampa, la pubblicità ed il cinema.
L’allestimento presenta opere assolutamente inedite, quali ad esempio le 12 tavole del secondo volume dedicate al Caravaggio (artista il cui sapiente uso della luce e potenza artistica affascinò Manara sin da bambino), ed altre per la prima volta in Italia come gli acquerelli che omaggiano la celebre Brigitte Bardot . A questo proposito il Comune di S. Tropez ha fatto realizzare a partire da un disegno dell’autore trentino una statua, che è stata collocata nella centralissima Place Blanqui di fronte al Musée de la Gendarmerie et du Cinéma, dove l’attrice ritratta senza veli – dea pagana, bellezza senza tempo- è seduta su una conchiglia che sormonta un capitello. Nella retrospettiva sono inoltre esposte alcune tavole de El Gaucho con storyboard di Hugo Pratt, de I Borgia con testi di Alejandro Jodorowsky, altre nate dalla collaborazione con il regista Federico Fellini per la rivista Il Grifo e altre ancoraliberamente ispirate al Preraffaellita Millais ed alla sua Ophelia,intitolate questa volta Ophelia 2000 e realizzate per la rivista francese Numéro. Non potevano non essere presenti i celebri lavori di Manara degli anni Ottanta come Il gioco (da cui è stato tratto il famoso film) e Il profumo dell’invisibile con il protagonista e suo alter ego Giuseppe Bergman, e quelli risalenti alla metà degli anni Settanta di denuncia sulla Strage di Piazza Fontana (Un fascio di bombe).
Nel percorso espositivo sonovisibili anche gli studi delle polene per la Costa Crociere, i segni zodiacali commissionati dalla galleria franco-belga Huberty Breyne impersonati da fanciulle azzurro turchesi, eleganti ed impalpabili, divertenti vignette di satira, lavori ispiratigli dai testi di Shakespeare e la serie realizzata per il 250° anniversario della nascita di Mozart intitolata Pentiti!(“per farmi perdonare dal grandissimo di avere frequentato le sue stesse sale” ha detto scherzosamente Manara in conferenza stampa). Questi ultimi disegni occupano proprio gli spazi dove il compositore di Salisburgo appena quattordicenne suonò per il Conte Pallavicini. La selezione delle opere avvenuta puntando sulla qualità più che sulla quantità – d’altronde sarebbe stato impossibile esporre l’opera omnia del maestro-inaugura quella che sarà a Palazzo Pallavicini una lunga stagione di mostre, con la speranza – dice Manara-che «i giovani si ritrovino a guardare i musei non come trappole mortali, ma luoghi cruciali per la diffusone della cultura, come se si trovassero di fronte alle opere dei loro nonni».
Nel segno di Manara
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Dal 22.09.17 al 21.01.18