Muri. Prima e dopo Basaglia

“Il manicomio è un modo di pensare”, dice. E racconta e si racconta: attraverso lo sguardo del ricordo, con le parole che si allineano a poco a poco sul foglio della narrazione, fra soste, riprese, accelerazioni, sospensioni. Memorie che si accorpano, che scrivono righe e capitoli di ieri, che fanno storia. Una storia ricostruita e rivissuta con gli occhi aperti, la mente lucida, l’emozione che sale e risale dal fondo del lungo viale, e una consapevolezza che è nata lì Dietro e Dentro i Muri quando la Malattia era soltanto scempio ed orrore e l’inconsapevolezza complicità non voluta.

Chi racconta è Mariuccia Giacomini, infermiera all’ospedale Psichiatrico Provinciale di Trieste, il luogo della grande rivoluzionaria riforma, ispirata da Franco Basaglia, nel 1978. È a questo punto che cadono i Muri: si aprono porte e finestre, si gettano le camicie di forza, si sopprimono lobotomia ed elettroshock, e i pazienti non sono più i pazzi da tenere rinchiusi e legati, ma soltanto malati di cui prendersi cura, persone restituite alla loro dignità.

Entrata giovanissima in questo istituto per lavorarvi, Mariuccia dapprima fa ciò che le si ordina di fare, anche lei vittima del sistema. Vi resta tanti anni ed è partecipe della Legge Basaglia, rimanendone coinvolta con la coscienza e con il cuore e, a muri caduti, viene attraversata suo malgrado dalla Storia, si rende conto che altre barriere sono da abbattere: quelle del pregiudizio, del conformismo, della paura.

Giulia Lazzarini, in questo monologo, è tanto intensa e vera da restituirci intatto e caldo di vita un intero percorso di storia, personale e collettiva, donandoci un pezzo di bravura eccezionale.

Giudizio: ***1/2

PRODUZIONE TEATRO DELLA COOPERATIVA in coproduzione con Mittelfest
Con il sostegno di Regione Lombardia – Progetto Next e Provincia di Trieste

Muri. Prima e dopo Basaglia