Foto: Moni Ovadia © Pino SettanniLa musica esprime un linguaggio che accomuna tutti i popoli, non ha bisogno di traduzioni e nemmeno di spiegazioni che ne motivano l’ascolto. E’ un flusso che permea la sensibilità umana, ma, soprattutto, è uno strumento comunicativo che fa dell’armonia la sua principale caratteristica. E, senza diversità di toni, timbri e umori, l’armonia non si può generare. Moni Ovadia conduce lo spettatore dentro la corrente sonora delle diversità etniche: come gli Ebrei, Sinti e Rrom – il popolo degli “uomini” – sono stati perseguitati per secoli, durante il nazismo alla shoah si è affiancata la porrajmos, letteralmente “devastazione” in lingua romanès, e mentre, dopo il secondo conflitto mondiale, gli ebrei sono riusciti ad essere accettati dalla comunità internazionale, fino al punto di ottenere uno stato sovrano riconosciuto, per i popoli romanì ancora esiste discriminazione ed intolleranza. La musica insegna il valore di questi popoli costretti al nomadismo per una diaspora antica che ancora non si è fermata. Dietro il suono magico del cymbalon, i virtuosismi di un violino come la festosità di una fisarmonica, si celano culture che penetrano nell’animo dei popoli che li ascoltano e li coltivano, in virtù di una contaminazione meticcia che genera emozioni e passionalità arcaiche. Dalla Russia alla Grecia, lungo i Balcani, attraversando la Transilvania per ritrovarci in centro Europa, e da lì in Italia e in Francia, queste arie insegnano la profonda vicinanza tra i popoli Rrom e Sinti, come già quelli ebraici, e le comunità nazionali occidentali. Therapeutic Use of Forgiveness in Sex Therapy: To break unhealthy development and relational patterns and promote healing through forgiveness theoretically is a 4 step process. midwayfire.com commander cialis Gel get levitra types get liquefied so soon inside the mouth after some moments of consumption. However, if you can lose weight with best viagra in india the combination of a healthy diet and regular exercise, you will almost immediately notice an improvement in your sex life, and they are so effective that you will feel enhance soon after you start consuming it. canada cialis 100mg However, excessive loss of blood can deplete the body’s supply of iron and cause anemia. Quello di Ovadia, vuole essere il contributo di un ebreo che non dimentica gli antichi fratelli del popolo degli “uomini”, nella lotta per la propria affermazione. Popoli, come ricorda anche Nazareno Guarneri, presidente regionale d’Abruzzo dell’Opera nomadi, di cui si parla di loro, ma non si parla con loro, come se non avessero una coscienza sensibile di cui tener conto e con la quale dialogare. Destino che nel mondo hanno condiviso per anni o addirittura continuano ancora a vivere i neri, le donne, gli stessi italiani emigrati. In più di due ore e mezza di spettacolo, i racconti a tratti ironici di Moni Ovadia, accompagnati dalla musica e i canti da lui stesso interpretati, in un irrefrenabile impulso sonoro insieme festoso e onirico che avvolge e trascina la platea, fanno comprendere che l’umanità non ha “razze”. L’uomo è figlio di un unico ceppo dove si nutre un florilegio di culture diverse, risorsa indispensabile per la crescita di ognuno. Contro ogni forma di razzismo, nuova o residuale che sia.

Giudizio: ****

Produzione Promo Music

Senza confini. Ebrei e zingari di e con Moni Ovadia

Paolo Rocca: clarinetto

Massimo Marcer: tromba

Ion Stanescu: violino

Albert Florian Mihai: fisarmonica

Marian Serban: cymbalon

Marin Tanasache: contrabbasso

Suono: Mauro Pagiaro

Milano, Teatro Elfo puccini, Sala Shakespeare, C.so Buenos Aires 33

Dal 15 al 27 novembre 2011

www.elfo.org