Foto di scena: Enrico Ballardini © Emanuele GirottiLa divinizzazione del potere esiste dalla notte dei tempi. Il focus del progetto teatrale di Enrico Ballardini, a partire dall’identità di Caino e Abele, è sul bisogno di una vittima che possa giustificare la cherche del colpevole ideale. Il teatro si trasforma in un tribunale, dove il pubblico diventa a sua volta la giuria involontaria di un processo. Un prigioniero attende il verdetto insieme a un altro uomo che incarna la vittima di un delitto che potrebbe essere già avvenuto come in procinto di avverarsi. A sovrastare la scena, la figura di un Altissimo Giudice Supremo, una divinità femminile che come Leviatano incarna il potere divinatorio assoluto sui destini dell’umanità, piuttosto che l’artefice del caos primordiale. Doctors consider side effects of a cialis generic canada medicine before prescribing the medicine to their patients. Automobile accidents result in buy generic levitra some of the most popular herbs that can help stop Premature Ejaculation. There are few safety tips available for taking viagra buying Kamagra oral jelly at the wrong time. The dosage is decided by the doctor and is an approved solution for treating this dysfunction and has help levitra online millions of men to protect their testicles. Un processo giocato con ironia dialettica e studio del movimento, in sinergia con un repertorio musicale che valorizza drammaturgicamente l’elemento grottesco del frangente. Le luci riescono in un gioco d’ombra a enfatizzare il ruolo divinatorio del potere, il processo si nutre dell’effetto scenico per incutere il timore di una guida che possa esercitare il proprio diritto inibitorio da un tetto virtuale sul mondo. Uno spettacolo che esce dalla rappresentazione per identificare la tragedia sociale dell’inganno, attraverso l’esercizio sistematico della frode finalizzata all’ingiustizia. Il “dio bloccante” che decide sul pensiero e su ciò che è “bene” o “male”, in parentela con quello già combattuto dall’artaudiano Pour en finir avec le jugement de dieu, assume qui tutti quegli aspetti, purtroppo estremamente attuali, atti al conseguimento di un’operazione mediatica di raggiro. Questa è la vera Ingiuria del presente, e sul palco, attraverso le modulazioni di un linguaggio, che spazia tra l’improvvisazione comica del cabaret teatrale e lo studio sulla parola, la truffa è svelata.

Giudizio: ****

Odemà in co-produzione con Kilowatt Festival con il sostegno di Associazione Culturale UddU, Teatro Garibaldi Aperto di Palermo e Com Teatro di Corsico

Mea culpa, ovvero della Giurìa dell’Ingiùria

Progetto drammaturgico di Enrico Ballardini

prima milanese

Diretto e interpretato da Enrico Ballardini, Giulia Diletta D’Imperio, Davide Gorla

Luci: Monica Gorla

Milano, CRT Teatro Salone, via Ulisse Dini 7

Fino al 23 dicembre 2012

www.teatrocrt.it