Foto: Henri Matisse, Giovane donna in bianco sfondo rosso, 1946, olio su tela, cm 92X73, Lione, Musée des Beaux Arts, Succession H. Matisse (SIAE 2013)
Foto: Henri Matisse, Giovane donna in bianco sfondo rosso, 1946, olio su tela, cm 92X73, Lione, Musée des Beaux Arts, Succession H. Matisse (SIAE 2013)
Foto: Henri Matisse, Giovane donna in bianco sfondo rosso, 1946, olio su tela, cm 92X73, Lione, Musée des Beaux Arts, Succession H. Matisse (SIAE 2013)

La mostra su Matisse (1869-1954), attualmente in corso presso Palazzo dei Diamanti di Ferrara, è incentrata sul tema della figura e sull’indagine di questo rapporto felice e assolutamente personale che accompagnò tutta la vita dell’artista dai primi autoritratti, passando dal Fauve al Primitivismo sino ai gouaches découpées attraverso le tecniche diversificate della pittura, del disegno, della scultura e del collage. Il percorso della mostra è  articolato in diverse sezioni e si presenta come un viaggio nell’atelier di Matisse e nella sua arte. “Un’arte –come la definiva lui stesso- di equilibrio, purezza, tranquillità, senza soggetto inquietante o preoccupante, che possa essere per ogni lavoratore (…) un calmante cerebrale,qualcosa di analogo a una buona poltrona che lo riposi dalle sue fatiche”. Un allestimento ricco, costituito da 113 opere, selezionate da Isabelle Monod-Fontaine e pianificato negli anni, ha permesso di  ottenere prestiti importanti da collezioni pubbliche (Metropolitan, Moma, Museo Matisse di Nizza, Tate, Orangerie, Centre Pompidou, d’Orsay) e private. La figura: soggetto privilegiato antinaturalistico, d’ascendenza simbolista ma trattato dal Maestro in maniera originale, dialoga con lo sfondo. L’universo matissiano– ritratti che sovvertono la rappresentazione tradizionale, nudi, odalische, ninfe- è soprattutto quello femminile, dalla moglie Amélie (in mostra Madame Matisse, un olio su tela dai colori accesi che rendono l’opera tridimensionale), alla figlia Marguerite, alle modelle: l’italiana Laurette (che posò per almeno una cinquantina di quadri), la diciannovenne Antoinette (presentatagli da Renoir aveva posato anche per lui), l’ex ballerina Henriette (risalente al periodo nizzardo delle “Odalische”), la parigina Lisette, Lolou (i quadri che la ritraggono la inglobano al paesaggio ,cfr. Natura morta con donna addormentata) e la siberiana Lydia (musa e assistente personale, che gli stette accanto sino agli ultimi anni di vita). In tutti i quadri il colore, a volte distribuito direttamente sulla tela, è dominante e si pone come mezzo assoluto d’espressione interiore, creativa e decorativa; forgia lo spazio e forma “magici accordi”, come sosteneva Gauguin, armonie tonali proprio come le note nelle sinfonie. Le linee, mai casuali, sinuose e decise confluiscono sempre al centro contribuendo al ritmo compositivo. Tante le opere in mostra degne di nota: l’enigmatico Autoritratto che apre il percorso espositivo insieme a studi giovanili, il ritratto Fauve all’amico Derain, l’antiaccademico Nudo in piedi che, nella sua plasticità pre-Cubista, risente di Cézanne e dell’Arte africana; il Nudo disteso, un bronzo ispirato all’Aurora michelangiolesca che esaspera le forme femminili, la Bagnante opera proveniente dal Moma in cui Matisse costruisce un sapiente gioco di linee e colori vuoti e pieni. Inoltre: La serpentina una scultura ispirata a una foto d’epoca che ritrae una donna in posa statica produce un effetto di movimento che ricorda quello di un serpente, il Nudo seduto di schiena dove il bianco della figura si relaziona allo sfondo decorativo in una espressività senza gerarchie, le Odalische– una serie di creazioni d’ispirazione orientale in cui il corpo femminile è sensuale, bagnato dalla luce e l’abbigliamento e le ambientazioni sono intrise d’esotismo-. E ancora, il Cappello giallo dove il colore crea una rete di trasparenze (un classico esempio di “colore che respira”), il Nudo rosa seduto immortala un soggetto astratto che sconfina verso la cornice, Giovane donna in bianco, sfondo rosso, quadro-simbolo della mostra  corredato dal video in cui si vede l’artista intento nella sua esecuzione, l’Acrobata dal segno grafico e leggero si presenta elegante come pura espressività. Una mostra ben costruita intorno all’arte espressiva di colui che può essere considerato uno dei massimi pilastri del’arte del XX secolo e fondatore insieme a Picasso del Modernismo, estrinsecata nella sovranità osmotica di colore e segno ed incentrata sulla figura, tema caro all’artista più di qualsiasi altro soggetto come lui stesso aveva sostenuto “(…)Ciò che mi interessa di più, non è la natura morta, né il paesaggio, è la figura. E’ questa che mi permette di esprimere al meglio il sentimento quasi religioso che ho della vita (…)”.

 

Matisse la figura- La forza della linea, l’emozione del colore
Ferrara, Palazzo dei Diamanti, Corso Ercole I d’Este, 21
Fino al 15 giugno 2014

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Mostra organizzata da Fondazione Ferrara Arte e Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara, a cura di Isabelle Monod-Fontaine

Orari di apertura:
aperto tutti i giorni, feriali e festivi, lunedì incluso:9.00-19.00 orario continuato
http://www.palazzodiamanti.it