Foto di scena: al centro Elena Arvigo, sullo sfondo Elodie Treccani in "Maternity Blues (From Medea)" al Teatro Out off di Milano dal 24 al 29 marzo 2015
Foto di scena: al centro Elena Arvigo, sullo sfondo Elodie Treccani in "Maternity Blues (From Medea)" al Teatro Out off di Milano dal 24 al 29 marzo 2015
Foto di scena: al centro Elena Arvigo, sullo sfondo Elodie Treccani © Marcello Norberth

Una riflessione sull’istinto materno e la depressione post-partum, in uno spettacolo diretto da Elena Arvigo, tratto dal libro From Medea di Grazia Verasani

In scena al Teatro Out Off fino al 29 marzo, Maternity Blues è un’indagine sui meccanismi della psiche che portano una donna alla frantumazione della sua esistenza affettiva, al punto da prevedere l’uccisione del proprio figlio. Quattro donne, Vincenza (Amanda Sandrelli), Eloisa (Elena Arvigo), Rina (Xhilda Lapardhaja) e Marga (Elodie Treccani) si ritrovano nella stessa stanza di un ospedale psichiatrico dopo aver commesso l’infanticidio dei loro bambini, scontando una pena che, più che una vera detenzione, è una reclusione “dorata” che le condiziona a riflettere sulla gravità dell’azione commessa.

L’imperativo della clinica è “non dimenticare”, ovvero non far cadere nell’oblio la memoria del gesto criminale. Presupposto che porta le quattro donne a confrontarsi, scontrarsi, lavorare e fare attività creative insieme, ognuna con il proprio carattere, spesso incompatibile con quello della compagna. Vincenza ed Eloisa mostrano di non sopportarsi a vicenda, la prima, più anziana, dedita alla preghiera come forma di redenzione, la seconda, ex attricetta del cinema sexy, aggressiva, apparentemente senza pentimenti. Situazione che coinvolge indirettamente la poco più che adolescente Rina, amante della danza, intimamente legata a un orsacchiotto di peluche che profuma come il figlio scomparso, e l’angelica Marga, ultima arrivata nel gruppo, inizialmente distaccata, dedita alla poesia, ma che dimostra nel tempo una dolcezza capace di frenare le irruenze delle coinquiline.

La clinica diviene fucina di amicizie frammentate, formate dagli stessi cocci dell’anima che si volevano segretamente celare, schegge dentro cui si specchia il conflitto di vite bruciate, attraverso le tragiche confessioni delle quattro astanti. Confidenze che non portano alcun conforto, solo la consapevolezza di un reato, e che pongono l’interrogativo sulla figura di Medea, l’urlo di una desolazione senza soluzione, se non quella di un comportamento estremo.

Nata nel segno del libro From Medea di Grazia Verasani, a cui si sono aggiunte in sinergia le improvvisazioni delle stesse attrici durante la fase di montaggio, la pièce diretta da Elena Arvigo è ben costruita, ottimamente interpretata, un afflato che sembra cercare la speranza laddove vi è solo il buio dell’orrore. Un atto di coraggio che, con Brecht, nei versi della poesia Dell’Infanticida Maria Farrar, insegna a non lanciare istanze gratuite di condanna pur in presenza di un atto grave come quello delle protagoniste, senza voler comprendere le sofferenze che hanno motivato la follia, né il terribile dolore che ne consegue.

Giudizio: ****

SantaRita Teatro

Maternity Blues (From Medea) di Grazia Verasani
Con Amanda Sandrelli, Elena Arvigo Elodie Treccani , Xhilda Lapardhaja
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Assistente alla regia : Tommaso Spinelli e Valeria Spada
Musiche : Giuseppe Fraccaro
Voice Off : Alessandra Salamida
Ideazione Scenografie : Lorenza Indovina
Costumi : Elena Arvigo
Foto : Marcello Norberth

Milano, Teatro Out Off, via Mac Mahon 16
Dal 24 al 29 marzo 2015
www.teatrooutoff.it