Intervista all’artista protagonista dell’evento canoro al Teatro Belloni di Barlassina dedicato alla musica tradizionale coreana
Il M.° Jung Min Kim è un personaggio unico, per la sua qualità artistica unita alla valenza umanitaria. Numerosi sono i suoi spettacoli organizzati per i bambini bisognosi, come virtuosa e ineccepibile è la sua preparazione performativa e canora. Una donna che ha fatto dell’estetica legata alla memoria popolare il suo verbo, avendo iniziato già all’età di undici anni gli studi di Pansori, la musica tradizionale coreana, riuscendo con la sua energia a farla apprezzare anche da coloro che non la conoscono.
Interprete il 1° dicembre al Teatro Belloni di Barlassina, nella provincia di Monza Brianza, di uno spettacolo di Heungboga, che narra una delle cinque storie di questo reperto classico, l’artista ha concesso a Punto e Linea Magazine un’intervista sulla sua visione performativa e la poetica che l’accompagna.
M.° Jung Min Kim, siamo onorati come redazione di Punto e Linea Magazine di poterla incontrare prima del suo debutto al Teatro Belloni. La sua attività artistica è legata alla tradizione del suo Paese, in particolare nelle esibizioni di Heungboga, considerato patrimonio immateriale della Corea del Sud. Ci può raccontare qualcosa della sua esperienza in merito?
Ho iniziato a cantare fin da bambina, e l’essere riuscita in quarant’anni a catturare il pathos di chi ascolta la mia voce mi riempie di grande gioia. L’attività artistica è divenuto il cuore pulsante della mia vita, sono lieta di contribuire a diffondere nel mondo i bellissimi suoni della Corea per farne condividere le emozioni.
Può descriverci il Pansori, fulcro della sua formazione artistica e professionale?
Ci sono molte arti tradizionali nel nostro Paese. Tra queste, il Pansori è un genere come l’opera e il musical, con la presenza sul palco di un singolo cantante che canta, balla e narra accompagnato da un percussionista per almeno due ore e mezza di esibizione, fino a un massimo di cinque ore. Il risultato è una performance che esprime la gioia e la capienza dell’illuminazione.
Lei è celebre per essere riuscita a far apprezzare con il suo talento questa peculiare forma musicale, a prescindere dalla conoscenza del genere da parte dello spettatore, e il prossimo mese si esibirà di fronte a un pubblico italiano. Come sente questo incontro?
Sono molto emozionata, e desidero esprimere la mia gratitudine a tutti coloro che stanno lavorando per la realizzazione di questo evento. Considero l’Italia la casa dell’arte e lo spettacolo al Teatro Belloni è una grandissima opportunità per iniziare a far conoscere anche qui la musica tradizionale coreana. Nutro grandi aspettative da questa esibizione, confido di poter penetrare l’animo degli spettatori al punto da farli divenire un’entità unica, dove i sentimenti possono trovare piena espressione e calore.
Nel passato ha collaborato a diversi eventi umanitari, dedicati soprattutto ai bambini più bisognosi. Ha già altri progetti imminenti in merito?
La ricchezza di un artista non risiede nei beni materiali, ma nel suo cuore. Utilizzare il mio talento a favore dei più bisognosi rappresenta per me una filosofia di vita. In particolare, ho sempre posto attenzione a quei bambini che vivono esistenze difficili nell’indifferenza generale, con l’obiettivo di donare loro la possibilità di sognare e potersi costruire una vita migliore. Ritengo che la società nel suo insieme si debba occupare dell’infanzia più disagiata, e il fatto di partecipare a progetti che hanno lo scopo di aiutare i piccoli che vivono realtà poco felici costituirà il fulcro della mia attività artistica anche in futuro.
E nell’augurarle di cuore questo splendido percorso, invitiamo tutti i nostri lettori a non perdere l’evento di dicembre al Teatro Belloni di Barlassina, dove la sinestesia di musica e colore troveranno compimento all’insegna della migliore tradizione coreana.
INFO:
Heungboga. Il suono dalla Corea
Heungboga. L’incanto della tradizione