In apparenza, una dicotomia mediatica che trova punto di contatto in Com’è bella la città, ma che per il resto divide il primo Gaber “televisivo” dal secondo “impegnato”. In realtà, una continuità di percorso già presente in nuce nel primo Gaber e che trova semmai alla fine degli anni ’60 una sorta di liaison televisiva nei confronti della futura produzione teatrale.
Il giovane Gaber è già qualcuno che vede oltre: nel ’58 va in tournée in Germania con Tenco e Celentano, con loro ed Enzo Jannacci crea al Santa Tecla di Milano un nuovo sound, s’ispira a Lèo Ferrè e Jacques Brel come Sergio Endrigo, Herbert Pagani e Fabrizio de André. E la pacata ironia degli esordi diventa sempre più accesa, al punto da far risultare il piccolo schermo inopportuno e limitativo rispetto a un’evoluzione artistica che richiede un pubblico sì eterogeneo, ma vivo e partecipativo.
Andrea Pedrinelli e Rossella Rapisarda riportano con la loro simpatia al Teatro Libero il composito panorama creativo del Gaber teatrale, quel Giorgio Gaber che con il determinante contributodell’anarchico livornese Sandro Luporini ha prodotto e ideato il Teatro Canzone accompagnando almeno due generazioni di italiani. E ancora una volta incontra il “suo” pubblico attraverso una curata selezione audiovisiva e alcune letture che affrontano i due filoni principali della sua attività di commediografo –satira di costume e geografia intima dell’uomo – nei diversi temi: politica, società, amore, sofferenza.
Ed ecco una serie di proposte via video che vanno dal Conformista a Gildo, ma soprattutto la presentazione di un percorso che porta, dopo fratture a sinistra dovute a Libertà obbligatoria e soprattutto Polli di allevamento e Io se fossi Dio – sdoganando forse per primo scrittori e intellettuali “scomodi” come Céline e praticando senza sconti o schemi preconfezionati biopsie delle malformazioni culturali e sociali in una lucida ed estrema analisi teatrale – all’affermazione di un nuovo umanesimo, un pensiero di fede laica che vede al centro un individuo consapevole, senza più egoismi e prevaricazioni.
Grazie al lavoro di ricerca e raccolta di testi di Andrea Pedrinelli, giornalista autore di Non fa male credere. La fede laica di Giorgio Gaber (Edizioni Àncora), il Signor G continua la sua proposta, attraverso questa lezione-spettacolo che può divenire laboratorio teatrale.
LA FONDAZIONE GIORGIO GABER
con il patrocinio e contributo dell’IMAIE
presenta:
Il Signor G – Canzoni, video, letture per conoscere Giorgio Gaber
A cura di Andrea Pedrinelli
Con Andrea Pedrinelli e Rossella Rapisarda
Regia teatrale di Andrea Tich
Produzione artistica: Gli Eccentrici Dadarò
Produzione esecutiva: Ergon Comunicazione
Milano, Teatro Libero, via Savona 10
Martedì 19 dicembre 2006 ore 21
Per saperne di più sulla discografia teatrale: