Foto: Julian Assange in partenza per l’Australia (ANSA) © Courtesy of WikiLeaks
Foto: Julian Assange in partenza per l’Australia (ANSA) © Courtesy of WikiLeaks
Foto: Julian Assange in partenza per l’Australia (ANSA) © Courtesy of WikiLeaks

Dopo cinque anni termina l’incubo del carcere di Belmarsh per il fondatore di WikiLeaks

Mai giorno più emblematico di ieri, onomastico di San Giovanni Battista, «la Voce del deserto» imprigionato e giustiziato per volontà della Regina Erodiade quale accusatore delle immoralità della Corona d’Israele, per la liberazione del giornalista che osò sfidare il potere americano denunciandone i crimini di guerra commessi in Iraq. La scarcerazione è avvenuta su patteggiamento dopo che Julian Assange ha accettato di dichiararsi colpevole di un reato relativo al suo ruolo in merito alle violazioni di materiale classificato americano, decisione che gli consentirà di evitare il carcere statunitense e recarsi in Australia dove lo attende la sua famiglia, Stella Assange e i figli che ricordano il padre solo dietro le sbarre. Terminano qui tredici anni di sofferenze e vessazioni, di cui gli ultimi 1901 giorni trascorsi in una cella di tre metri per due all’interno della casa di reclusione londinese di Belmarsh, considerata senza enfasi la Guantanamo britannica. Una scarcerazione che è stata resa possibile grazie all’impegno di milioni di persone della società civile, comitati e circoli, associazioni libere, operatori culturali, corrispondenti di testate alternative al mainstream di tutto il mondo occidentale, che hanno combattuto per la legittimità dell’opera di WikiLeaks, la libera espressione e quindi l’immediata assoluzione del giornalista australiano.

Qualcuno potrebbe obiettare che l’assenso a un patteggiamento comporta un’ammissione di colpevolezza. In realtà l’unica trasgressione di cui Assange è veramente colpevole è quella che dovrebbe essere condivisa da ogni redattore di rispetto, ovvero il riportare la verità al di là di qualsiasi secretazione di Stato o, peggio ancora, di accomodamento diplomatico verso il potere a discapito di quella corretta informazione che costituisce il principio deontologico di un giornalista. Un’aperta lotta alla censura di potere che si rende sempre più necessaria, come anche il caso di Gianni Barbacetto dimostra, l’opinionista de Il Fatto Quotidiano denunciato dalla giunta comunale di Milano per avere posto sui social la liceità del dubbio sulle politiche urbanistiche del Comune.

Personalmente mi sento colpevole con Julian Assange di dire la verità, e chiedo a tutti i redattori e articolisti di ogni testata di sentirsi altrettanto colpevoli, in nome di una professione, quella del giornalista, che presume per definizione una reale conoscenza dei fatti unita al coraggio di diffonderla.

Comunicato del Comitato per la Liberazione di Julian Assange – Italia
Julian Assange dopo un calvario lungo oltre 13 anni e grazie al lavoro di tutti coloro che si sono battuti per la sua liberazione è un Uomo libero.
Per noi oggi è una giornata di festa dopo tanto impegno.
Ci sarà il tempo delle riflessioni e di maggior dettagli, adesso godiamoci questa notizia riportata qui sotto da WikiLeaks.
W Julian Assange! 

Julian Assange è libero!
Julian Assange è libero.  Ha lasciato il carcere di massima sicurezza di Belmarsh la mattina del 24 giugno, dopo avervi trascorso 1901 giorni.  Gli è stata concessa la libertà su cauzione dall’Alta Corte di Londra ed è stato rilasciato nel pomeriggio all’aeroporto di Stansted, dove si è imbarcato su un aereo ed è partito dal Regno Unito.
Questo è il risultato di una campagna globale che ha coinvolto organizzatori di base, attivisti per la libertà di stampa, legislatori e leader di tutto lo spettro politico, fino alle Nazioni Unite.  Ciò ha creato lo spazio per un lungo periodo di negoziati con il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, che ha portato a un accordo che non è stato ancora formalmente finalizzato.  Forniremo maggiori informazioni il prima possibile.
Dopo più di cinque anni in una cella di 2×3 metri, isolato 23 ore al giorno, presto si riunirà alla moglie Stella Assange e ai loro figli, che hanno conosciuto il padre solo da dietro le sbarre.
WikiLeaks ha pubblicato storie rivoluzionarie di corruzione governativa e violazioni dei diritti umani, ritenendo i potenti responsabili delle loro azioni.  In qualità di caporedattore, Julian ha pagato duramente per questi principi e per il diritto delle persone a sapere.
Mentre ritorna in Australia, ringraziamo tutti coloro che ci sono stati accanto, hanno combattuto per noi e sono rimasti totalmente impegnati nella lotta per la sua libertà.
La libertà di Julian è la nostra libertà.

INFO:

Diretta conferenza stampa del Team di Julian Assange (25 giugno)

Comments (1)

  1. Grazie per avere capito, che la confessione di colpevolezza di Assange ne conferma il valore. Di cosa è cpecole Assange, se non di avere detto e trasmesso la verità. Lui ha semplicemente riconosciuto di avere fatto ciò che ha fatto. Ed è questo dare senso a ciò che è: un vero giornalista d’inchiesta. E apprezzo che un vero giornalista si dichiari altrettanto colpevole come Assange. A mio parere sarebbe bello se si fondasse un’associazione di tutti i giornalisti che si dichiarano colpevoli di verità, mettendo Assange presidente onorario.

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