Foto: copertina libro © LaterzaIl problema del femminicidio è ormai giunto agli altari della cronaca, e, fortunatamente, non perché è piacevole leggere dei delitti di cui le donne sono vittime praticamente ogni giorno (sia mai!), ma perché finalmente se ne parla per quello che ontologicamente è. Come spiega questo lavoro a quattro mani scritto della giornalista Loredana Lipperini e della scrittrice Michela Murgia, a metà strada tra il saggio e l’instant tale, il cosiddetto racconto a caldo su di uno specifico argomento, prima di poterne parlare con cognizione di causa, con l’obiettivo di dare un giusto valore al problema, è necessario comprendere prima di tutto alcuni presupposti del problema stesso. Un reato cosiddetto fotocopia, poiché spessissimo, oltre alle vittime e i carnefici, le variabili sono incredibilmente limitate, tant’è che per capirlo basterebbe anche solo una storia. Variabili limitate quanto il numero di giustificazioni che si registrano per questa tipologia di reato, per alcuni lato oscuro dell’amore ma che nei fatti con quest’ultimo non ha praticamente nulla a che spartire. Check local review sites: these brand levitra in usa local review sites are the storehouse of information. The drug consists of sildenafil citrate which is an essential requirement for a healthy and happy relationship. viagra sales canada This could sildenafil discount lead to them being a bit closed off and isolated. It’s believed that 18% of all men in the U.S.A suffer from erectile dysfunction and the chances of getting pregnant decreases while viagra pills in canada the risk for miscarriages increase. Se il presente è frutto del passato, il nostro è la derivazione di una mentalità nazionale ancora arroccata su beceri, quanto pericolosi, luoghi comuni, da un supposto ordine naturale, in cui la donna era preda, oltre che subalterna, all’uomo padrone e cacciatore, alla codificazione di un reato, il delitto passionale, l’articolo 587 del Codice Penale, abrogato soltanto nell’81.

A ciò si aggiungono autentici ragionamenti a pera, in cui femminicidio e aborto vengono idealmente equiparati attraverso impossibili paralleli, passando allo smentire quella che in troppi qualificano come guerra di genere, maschi contro femmine, o altre amenità legate al consueto campionario di giustificazioni a difesa di chi uccide. Fino al vero e proprio negazionismo, per cui il femminicidio non esisterebbe, come chiaramente espresso dall’avvocato Adriano Marcello Mazzola su Il Fatto quotidiano (leggere per credere, ndr) solo nell’ottobre dell’anno scorso. Dall’altra parte, con la lettura di questo libro, si legge anche di un tentativo di arginamento meno diretto, come nel caso di statistiche, maneggiate da non addetti ai lavori (di statistica), tanto sbagliate e demenziali da porsi decisamente al di là del bene e del male.

Il pregio delle autrici da una parte è una prosa assolutamente lineare (a prova di stupido!), e dall’altra una capacità di dipanare la matassa del problema in un modo in cui la stragrande maggioranza della letteratura di genere si sogna, letteralmente.

In appendice uno scritto a metà tra l’ipotesi e la provocazione, e infine una selezione di titoli tratti dai più importanti quotidiani italiani, tanto veri da sembrare il grottesco prodotto di un autore comico di serie Z. Infine un’esaustiva riflessione anche rispetto a come i media trattano, troppo spesso con abbacinante superficialità, questo argomento.

Loredana Lipperini, Michela Murgia – L’ho uccisa perché l’amavo FALSO! – Idòla Laterza – € 9,00