Fino al 23 dicembre 2012, Palazzo Pirelli di Milano ospita un’importante personale che celebra la figura dell’artista siciliano, ma lombardo d’adozione, Salvatore Fiume (1915-1997), a quindici anni dalla sua scomparsa: a seguito della continue richieste da parte del pubblico, Palazzo Pirelli osserverà ora un nuovo orario di apertura che consentirà una fruizione più prolungata dal lunedì al venerdì, dalle 15.00 alle 20.00.
Curata da Alan Jones, Elena Pontiggia, Laura e Luciano Fiume, promossa dalla Regione Lombardia e dalla Fondazione Salvatore Fiume, in collaborazione con ArteSanterasmo, la mostra, dal titolo “Le identità di Salvatore Fiume”, presenta un totale di 50 opere, fra 25 dipinti, 15 disegni, 5 sculture e 5 ceramiche, in grado di tracciare una sintesi della produzione artistica di Fiume nella pittura, nel disegno, nella scultura e nella ceramica in un arco temporale che dagli anni Quaranta arriva fino agli anni Novanta del secolo scorso, dimostrando come la sua personalità, pur rimanendo intatta nel corso degli anni, si evolse costantemente, concependo nuovi temi e sperimentando nuove tecniche.
Il percorso espositivo si snoda in due sezioni distinte: nella prima, si incontrano lavori realizzati tra gli anni ’40 e gli anni ’60, precedenti alla cosiddetta “rivoluzione” stilistica che fece seguito al suo viaggio a Londra nella metà degli anni ’60, mentre, nella seconda, si possono vedere opere eseguite nel successivo trentennio.
La rassegna si apre con “Cristo deriso dai soldati“, un grande olio su masonite del 1946, firmato con lo pseudonimo di Francisco Queyo, un pittore gitano mai esistito, dietro il quale Fiume si nascose in attesa che la sua pittura di allora, ispirata al Quattrocento italiano e alla Metafisica di de Chirico e Savinio, raccogliesse i consensi che fino a quel momento non aveva ricevuto. Il successo che i dipinti firmati F. Queyo, ispirati al folklore e alla tradizione spagnola ottennero alla mostra tenuta alla Galleria Gussoni di Milano nel 1948, fu straordinario. Tutti i quadri vennero acquistati ed un autorevole critico come Leonardo Borgese scrisse che molti artisti italiani avrebbero dovuto prendere ispirazione dal maestro spagnolo.
L’itinerario prosegue con 8 opere degli anni ’40 e ’50, ascrivibili al ciclo delle “Città di statue“, in cui è manifesta l’influenza dell’arte rinascimentale italiana, come quella delle ricerche metafisiche di de Chirico, Savinio e Carrà. Fiume propose, questa volta firmando col suo vero nome, questi lavori alla Galleria Borromini di Milano nel 1949, riuscendo a impressionare l’allora direttore del MOMA di New York, Alfred Barr, che decise di acquistarne uno, da allora conservato nelle collezioni del museo americano. Le “Città di statue“ contenevano degli elementi di novità, non solo rispetto alla pittura, ma anche rispetto a un ideale architettonico che prefigurava i futuri progetti di Fiume, costituiti da edifici geometricamente antropomorfi e zoomorfi.
La partecipazione alla Biennale d’Arte di Venezia del 1950 segnò l’incontro con Gio Ponti con il quale Fiume iniziò una lunga collaborazione, che lo portò a realizzare enormi dipinti per i transatlantici di cui Ponti avrebbe curato gli allestimenti. In quello per il transatlantico Andrea Doria (48 m x 3) Fiume riprodusse svariati capolavori presenti nel nostro paese allo scopo di offrire ai viaggiatori diretti in Italia un’anticipazione di ciò che avrebbero ammirato dal vivo. Fiume creò una serie di spazi, piazze, vie, loggiati, nei quali inserì riproduzioni di opere di Giorgione, Verrocchio, Donatello, Raffaello, Leonardo, Tiziano, Michelangelo e molti altri. Schumacher, 20th century German economist and conservationist The evidence buy cialis is clear and overwhelming. It’s likely the qualified counselor viagra uk has witnessed it all and will be incredibly understanding. Vigrix plus pills cheap viagra 100mg help men add a few inches to their sizes according to prescription. Erectile dysfunction can be described as a health condition where a man is unable to viagra without prescriptions canada keep up the firm erection for sufficient measure of time. In mostra c’è proprio il bozzetto di uno dei grandi pannelli che decoravano il salone di prima classe dell’Andrea Doria, affondata nel 1956.
Ponti, da grande appassionato di ceramica, e raffinato ceramista egli stesso, apprezzava molto i lavori che Fiume realizzava con questo materiale, e li inserì spesso tra i suoi arredi ed a Palazzo Pirelli si possono ammirare due splendidi piatti e tre eccezionali sculture, tutti del periodo “metafisico“.
La prima parte dell’esposizione si chiude con il ciclo ispirato alla cultura “Beat“: alla metà degli anni Sessanta, infatti, Fiume è a Londra, durante la straordinaria stagione della Swinging London. In quel vivace clima culturale nascono opere caratterizzate da una nuova libertà espressiva, evidente soprattutto in quelle realizzate su carta da parati o nei collage, composti da elementi estranei al linguaggio rigorosamente pittorico e che si discostano dai temi trattati da Fiume fino ad allora.
Un capitolo importante della rassegna milanese è quello dedicato alla figura femminile. In particolare, i due dipinti del 1957 e 1958, ispirati al tema della “Donna e toro“ e della “Donna e gallo“ entrambi caratterizzati da un’inedita sensualità, introducono un nuovo passaggio nell’arte di Fiume, sul piano della trasformazione tematica e su quello evolutivo della materia pittorica che, per la prima volta, si fa più luminosa, corposa ed espressiva, grazie anche alle stratificazioni e alle trasparenze ottenute con l’uso della spatola.
La mostra inoltre documenta un ulteriore approfondimento nella ricerca materica con la serie degli affreschi degli anni ’80 – concepiti fin dall’inizio in funzione dello “strappo“ e della successiva
trasposizione su tela, ispirati ai dipinti murari di Pompei e di quelli delle tombe etrusche di Tarquinia.
Nel 1989 Fiume, pittore, scultore, architetto, scrittore e scenografo, si dedica anche a un ciclo di 10 “Poemi giapponesi“, due dei quali sono esposti a Palazzo Pirelli, nei quali reinterpreta i temi erotici dell’arte del Sol Levante del ‘700 e dell’800.
La parte dedicata alla pittura si chiude con un grande dipinto dal ciclo delle “Ipotesi“, in cui Fiume fa coesistere su un’unica tela elementi peculiari della propria pittura, come le “Isole di statue“, con citazioni da capolavori dell’arte europea, in questo caso da Raffaello, Picasso e de Chirico, esemplificando il concetto a lui caro della contemporaneità di tutta l’arte.
Il percorso si conclude idealmente con le sezioni dedicate rispettivamente al disegno e alla scultura. Nella prima, si possono ammirare 15 lavori su carta, realizzati tra gli anni ’40 e gli anni ’80, che dimostrano come il segno di Fiume, pur evolvendo, sia rimasto inconfondibile per la sua forza espressiva. Nella seconda, opere plastiche caratterizzate dalla pluralità dei materiali utilizzati, come la ceramica, il bronzo, il legno e il poliuretano espanso. Tra queste, sono da segnalare le due sculture in legno, “Mito africano“ del 1974, e l’“Antropotauro“, una figura “mitologica“ creata da Fiume sul modello del centauro, nella cui parte inferiore le forme del cavallo sono sostituite da quelle del toro.
Accompagna la mostra “Le identità di Salvatore Fiume” un catalogo edito da ArteSanterasmo.
Un’altra novità di rilievo è la donazione di un prezioso nucleo di opere di Salvatore Fiume alla nuova sede della Regione Lombardia nella Sala dei Cinquecento e nel foyer dell’Auditorium in Palazzo Lombardia, che “….con le sue alte pareti ci ha consentito di raccogliere dipinti di dimensioni così rilevanti che non solo stavano per rovinarsi, ma che non ne permettevano l’esposizione se non in occasioni molto rare e che sono quindi praticamente sconosciuti al grande pubblico” hanno spiegato orgogliosamente i figli Laura e Luciano Fiume “L’opera più grande della collezione esposta in questo Spazio Fiume è “Glorie d’Italia”, un dipinto del 1986, largo circa 4 metri e mezzo ed alto poco meno di 2”. I dipinti sono anche accompagnati da una serie di interessanti pannelli illustrativi della variegata e molteplice produzione di questo fantastico artista italiano.
Le identità di Salvatore Fiume
Milano, Palazzo Pirelli, via Fabio Filzi 22, Spazio Eventi 1° piano
Fino al 23 dicembre 2012
Orari: dal lunedì al venerdì, dalle 15.00 alle 20.00 – Chiuso venerdì 7 dicembre
Ingresso libero
Catalogo: ArteSanterasmo