Il contenitore di Ert durante il coronavirus ospita l’artista romano e il suo teatro di narrazione
Due video, quattro racconti, andati in onda su Lepida Tv (canale 118 del digitale terrestre) rispettivamente sabato 28 e domenica 29 marzo alle ore 21, attualmente disponibili sul portale EmiliaRomagnaCreativa nel contenitore #laculturanonsiferma curato da Emilia Romagna Teatro. Quattro esempi del teatro di narrazione firmato da Ascanio Celestini che affrontano la contemporaneità del coronavirus e riportano lo spettatore a quell’ironia senza sconti, dai tratti surreali, con cui l’autore e attore romano ci ha abituati a fare i conti con le nostre coscienze, attraverso una diversa lettura del presente.
Nel primo video, intitolato Il camminatore, due vite al tempo del contagio, due persone anziane si ritrovano a dover affrontare in modo diverso il fulmine a ciel sereno della pandemia, mentre nel secondo Celestini racconta la fiaba per adulti Secondo Matteo, tratto dallo spettacolo Io cammino in fila indiana, e i brani Bologna e Pinelli, ispirati alle due più terribili stragi terroristiche per mezzo bomba della storia repubblicana italiana, la prima avvenuta alla stazione del capoluogo emiliano alle 10,25 del 2 agosto 1980, causando 85 morti e centinaia di feriti, la seconda alle 16,37 del 12 dicembre 1969 presso la Banca Nazionale dell’Agricoltura di piazza Fontana a Milano, in seguito alla quale, dopo essere stati ingiustamente accusati gli anarchici, morì tragicamente durante una prima inchiesta l’anarchico ferroviere Giuseppe Pinelli, precipitando dalla finestra dell’ufficio del commissario Calabresi presso la questura di via Fatebenefratelli durante un interrogatorio. Situazioni e personaggi che hanno in comune la morte, ma anche la sua negazione, grazie a uno spirito narrativo che oltre ai drammi del vissuto, il ricordo delle vittime innocenti e le loro vite negate vuole offrire la luce di un’alternativa rispetto al crudo contesto della cronaca conosciuta.
Il camminatore è lo specchio dell’italiano arrivato, che per ragioni culturali si crede, non senza ingenuità, superiore alle popolazioni di altri luoghi come la Cina dove secondo lui si generano le malattie per costumi e alimentazione, mentre la moglie avverte la debolezza della nostra civiltà e si ritrova alla fine a inseguire un orizzonte impossibile. Allo stesso modo Secondo Matteo, traendo spunto dagli insegnamenti dell’evangelista, indica che il virus è innanzitutto la proiezione di una realtà difettiva sotto il profilo sociale, politico, gestionale, atta a produrre rimedi peggiori della stessa malattia che l’investe, e che necessiterebbe di un taglio radicale col passato per la sua dipartita. Bologna e Pinelli rappresentano i fantasmi di un passato che torna di attualità con tutto il suo peso, ma che nel ricordo del loro carico di morte sono anche i portatori sani di una speranza, un binario immaginato e cercato che porta lontano, o, come Giuseppe Pinelli, continua a esistere e vivere al di là di ogni regola fisica; poiché un ferroviere figlio di ferrovieri, per di più anarchico, non può morire in quanto rappresenta l’utopia, simbolo questa di un non luogo che scavalca qualsiasi pazzia di potere, qualsiasi soverchieria mediatica o autoritaria, qualsiasi ostacolo rispetto al diritto di essere liberi.
L’utopia, parafrasando Giorgio Gaber, significa l’affermazione di un pensiero ora, in questo momento, dentro di noi. Significa, al di là di ogni resistenza o anche resilienza di fronte alle avversità, soprattutto in un periodo, aggiungo io, dove qualcuno in Europa aspira a combattere il coronavirus con manganello e olio di ricino, lo stimolo verso un cambiamento dell’umanità, in direzione opposta rispetto a una tendenza che ha rappresentato l’ultimo quarto di secolo e che sembrava incontrovertibile. Significa, innanzitutto, seminare in ciascun individuo la sua parte migliore, tendere con il proprio contributo relativo verso un assoluto che è poi il nostro universo, troppo spesso dimenticato per inseguire quell’orrore marchiato dalla presunzione commista a una crescente imbecillità. Quello di Celestini è un pensiero sognante che trae frutto dalla realtà, non scevro da ironia amara e un’ilare malinconia, superando qualsiasi ipocrisia sociale che fa dell’apparenza il proprio vessillo o, se si preferisce, la sabbia sterile sotto cui nascondere la testa, divenendo la creativa fucina di un divenire che può essere ancora edificato.
ERT Emilia Romagna Teatro Fondazione
#laculturanonsiferma
Il camminatore, due vite al tempo del contagio
video andato in onda sabato 28 marzo 2020 ore 21
Secondo Matteo, Bologna, Pinelli
video andato in onda domenica 29 marzo 2020 ore 21
su Lepida Tv (canale 118 del digitale terrestre) e canale YouTube LepidaTV OnAir,
Attualmente disponibili sul portale
EmiliaRomagnaCreativa
INFO: www.emiliaromagnateatro.com