Dopo i nuovi decreti governativi, le piazze d’Italia che hanno mostrato un’umanità resistente
Una festa della democrazia … O, meglio, una festa degli italiani cognitivi e consapevoli.
Le manifestazioni di Roma e Milano del 15 gennaio hanno avuto un qualcosa in più rispetto alle solite che si ripetono dal mese di agosto. Per quanto queste siano state importanti e partecipate, le due piazze hanno generato lo spartiacque di due società parallele nel nostro Paese, tra chi si è reso disposto a contrabbandare la propria libertà per un siero sperimentale definito impropriamente “vaccino”, finalizzato all’ottenimento di un green pass, e chi si è invece opposto e continua a manifestare il suo dissenso contro la palese violazione dei diritti umani da parte governativa, espressione di un potere che, in nome di una ormai immotivata emergenza sanitaria, continua a calpestare la dignità umana di chiunque non si adegui al pensiero unico dominante.
Significativo l’intervento a Milano del Premio Nobel Luc Montagnier, che ha ribadito le sue tesi rispetto la situazione e di come i non “vaccinati” salveranno l’umanità, con un preciso monito contro la somministrazione del siero sperimentale ai bambini (si vedano i video in diretta di Linea Piemonte piuttosto che del canale del Senatore Gianluigi Paragone)
Dichiarazioni naturalmente considerate “antiscientifiche” dai media del cosiddetto mainstream di regime, i quali, vista la grandezza del relatore, pongono il quesito su quanto secondo loro debbano essere attendibili le fonti sul tema per poter essere dichiarate “deliranti” e quanto invece le bugie debbano palesarsi nella loro evidenza per essere considerate “vera scienza”. Soprattutto quando è oggettiva la scarsa immunità che questo siero sperimentale garantisce, come dimostrano l’intervento del Prof. Marco Cosentino il 7 ottobre 2021 presso la Commissione Affari Costituzionali del Senato e i dati riportati dal bollettino dell’Istituto Superiore della Sanità, (dove nella tabella a pag. 23 si evidenzia come il numero di decessi di soggetti dopo il ciclo completo è superiore a quello dei non vaccinati a soli 120 giorni dal completamento del ciclo), o addirittura allarma sulla possibilità di danni collaterali al sistema immunitario causati dalla terza dose, dubbio che coinvolge la stessa Ema, l’agenzia europea dei medicinali. (vedi).
Tutti ingredienti che risuonano come macigni dissonanti nella consueta celebrazione della Giornata della Memoria del 27 gennaio, ridotta a commemorazione ipocrita da parte di quelle stesse istituzioni disposte a praticare nuove discriminazioni, mitigate da una falsa salvaguardia pubblica. Una data, corrispondente alla liberazione del campo di concentramento di Auschwitz del 1945 da parte delle truppe sovietiche, che dovrebbe far riflettere sul presente, proprio in quanto le discriminazioni verso il popolo ebraico per ragioni eugenetiche non iniziarono con le reclusioni, ma con l’apartheid come nei confronti di chi oggi non si vaccina. Come già ricordato, a dispetto dei detrattori, basterebbero gli interventi di Barbara Wojciechowska, membro onorario del Tribunale di Norimberga incarcerata sia ad Auschwitz sia successivamente nell’Arcipelago Gulag per le sue posizioni (video), e quelle recenti di Vera Sharav, a sua volta superstite all’Olocausto e da sempre impegnata contro le imposizioni sanitarie di memoria nazista (video della sua intervista con il magistrato Angelo Giorgianni) , che vedono invece una forte correlazione tra la situazione presente e quella che portò alla Shoah.
Oggi ci troviamo di fronte a una svolta internazionale, con l’entrata in vigore dal 31 gennaio del regolamento Ue 536/2014 sulle sperimentazioni cliniche, che in pratica dovrebbe delegittimare tutti i Dpcm esistenti, anche quelli già convertiti in legge, sulle sperimentazioni cliniche dei farmaci a uso umano e il relativo green pass, confermato dall’Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco)e dal dottor Sergio Scalzo, segretario generale del sindacato di polizia Cosap, come riportato dal canale Byoblu (video). Ricordo che già la Corte di Giustizia europea (il Consiglio d’Europa, da non confondere con la Ue, comprende 47 Stati del continente, in pratica tutti tranne Bielorussia, Kosovo e Vaticano) si era pronunciata il 27 gennaio 2021 con la risoluzione 2361/2021, che vieta esplicitamente la discriminazione verso chi non intende sottoporsi a una misura sanitaria come il “vaccino” anti-covid.
La domanda che molti si pongono è se il governo italiano è disposto a rispettare l’applicazione del regolamento europeo a partire dal 31 gennaio, tra questi il sito sperimentazionicliniche.it.
Mentre in molti Stati d’Europa e del mondo cadono tutte le restrizioni, l’Italia è a pochi giorni dall’applicazione dell’obbligo vaccinale per coloro che hanno superato i 50 anni di età, avviando un assurdo processo persecutorio verso chi vuole conservare la propria libertà di scelta sull’assunzione di un farmaco sperimentale e tornare a vivere la propria vita lavorativa e sociale senza tessere verdi. In un periodo dove tutto il mondo politico è concentrato sull’elezione del nuovo Capo dello Stato (dalla quale si vorrebbero escludere i parlamentari non in linea con il dispotismo sanitario come Sara Cunial), merita un plauso chi alimenta questa Resistenza non violenta che si è meglio definita per valori e contenuti sabato 15. Grazie ad alcune iniziative come l’avvenuta manifestazione degli avvocati in toga avvenuta a Roma il giorno 20 dinanzi la Corte di Cassazione, i banchetti all’aperto davanti ai locali organizzati dalla popolazione di Udine dopo aver diffidato le autorità, la coraggiosa occupazione dell’aula magna del Rettorato da parte degli studenti universitari di Torino, la maratona verso Roma capitanata dal magistrato Paolo Sceusa iniziata a Venezia il 6 gennaio, la denuncia di milioni di cittadini alle procure di tutta Italia contro le misure illegittime del governo Draghi, unitamente al lavoro di tanti influencer ed emittenti radiotelevisive indipendenti che promuovono ogni giorno una vera informazione, si potrà forse tornare a breve a rivedere la luce di una nuova alba anche nel nostro Paese. Un percorso in divenire che porti a un ritrovato rispetto delle libertà individuali e dei valori della nostra Costituzione, considerata ancora oggi un modello per l’umanità.