Foto: copertina La prigioniera del silenzio, ed. Rizzoli
Foto: copertina libro © Rizzoli

Quando ci si imbatte in una narrazione la cui ambientazione non è ai giorni nostri, spesso ci si interroga se si tratta di un romanzo storico vero e proprio piuttosto che di un romanzo in cui gli avvenimenti storici fungono da pretesto per poter raccontare le vicende di persone, come noi, che hanno vissuto in un’altra epoca. Quest’ultima scelta è sostanzialmente quella presa dall’autrice Valeria Montaldi, come spiegato da lei stessa durante la presentazione presso la Società Umanitaria nella rassegna “Libri & Caffè”, il 22 ottobre scorso in compagnia di Mauro Cerana. Infatti questo romanzo, inizialmente ambientato nella Venezia del 1327, ci racconta di due giovani donne, la patrizia Giulia Bondimier e l’umile Nicoleta, rimaste entrambe incinte, la prima per una relazione con il setaiolo ebreo Samuel Macalia, mentre la seconda a causa di una brutale violenza sessuale. Un incipit che si sviluppa per tutta la prima parte, in cui entrambe dovranno rinunciare prima ai cosiddetti figli della colpa, e poi dover trasformare radicalmente le loro vite. Ma il vero e proprio svolgimento lo si ha nella seconda parte, nei fatidici vent’anni dopo, in una realtà dal clima generale decisamente molto più cupo, praticamente a ridosso dell’esplosione di una delle più terribili epidemie di peste, la cosiddetta Morte Nera, che decimò letteralmente gran parte della popolazione non soltanto europea. Una girandola di eventi, narrati con uno stile fluido e decisamente accattivante, che porterà tutti i protagonisti, dai vecchi ai nuovi, ad affrontare, nel bene come nel male, tutte le conseguenze delle loro azioni e a conoscere la verità. Benché l’inizio sia decisamente drammatico, non si può assolutamente  parlare di un dramma vero e proprio, grazie soprattutto a personaggi decisamente vitali e forniti di un chiaro libero arbitrio, compatibilmente con la morale del periodo, che permette loro di non farsi sopraffare dagli eventi, anche dai più disastrosi. Inoltre, lo sviluppo narrativo regala, qua e là, più d’una sorpresa anche ai lettori più smaliziati, con tanto di epilogo non proprio così prevedibile. E anche l’impiego della Storia, con la S maiuscola, è accurata ma sempre direttamente funzionale alla vicenda, e per fortuna non incede nelle digressioni egoriferite tanto care a certi celebri narratori, perennemente bisognosi di ostentare la propria cultura.

Valeria Montaldi – La prigioniera del silenzio – Rizzoli –  €18,00
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