Foto: Leonardo Cribio durante il suo intervento
Foto: Leonardo Cribio durante il suo intervento
Foto: Leonardo Cribio durante il suo intervento

Concesso lo spazio in piazza Mercanti a Milano per l’installazione Anything to Say? dell’artista Davide Dormino, mentre a Londra hanno concesso l’appello ai legali di Julian Assange

Oggi, 20 maggio, a Milano, si è festeggiata una doppia conquista in nome di Julian Assange: la possibilità di posare l’installazione Anything to Say? A Monument to Courage dello scultore Davide Dormino, censurata dal Comune di Milano che aveva negato l’autorizzazione alla sua messa in posa anche nella nuova locazione di piazza Mercanti, e naturalmente, subito dopo la messa in posa, la splendida notizia dell’udienza a Londra che ha accolto l’appello contro l’estradizione di Julian Assange negli Stati Uniti. Se per l’installazione è d’obbligo ringraziare l’intervento del presidente provinciale dell’Anpi Primo Minelli, oltre al lavoro già svolto dallo stesso Comitato per la Liberazione di Julian Assange presso le Forze dell’Ordine e la Prefettura, la sospensione dell’estradizione del fondatore di WikiLeaks è dovuto principalmente al fatto che da Oltreatlantico non si fossero date sufficienti garanzie in merito al rispetto del primo emendamento, orientando l’Alta Corte di Londra a concedere l’appello dichiarando «Non sono infondati i timori che negli Usa abbia processo ingiusto».

Una prima vittoria che non porta ancora alla libertà il giornalista, ma che di certo pone uno stop a quel processo che poteva portare, in virtù di una legge di guerra del 1917 rispetto al reato di fornire informazioni alle linee nemiche, il ricorso alla pena capitale. Il tutto, come giustamente ribadito durante il suo intervento da Leonardo Cribio, portavoce del Comitato, costituisce un importante passo per ristabilire quella libertà di stampa e d’informazione troppo spesso compromesse e che proprio Assange, come l’informatico Edward Snowden e la ex-militare Chelsea Manning, hanno eroicamente difeso permettendo la conoscenza dei crimini di guerra perpetrati da Stati Uniti e Regno Unito.

Su questo tema, importante tra i tanti l’intervento di Fabio Caimmi, un uomo di lunga esperienza sindacale e di lotta per i diritti civili, che ha affiancato il principio di libertà alla possibilità di una reale e corretta informazione. In altri termini, la libertà non può essere dissociata dalla verità, contro la quale i poteri forti del presente come del passato hanno sempre gettato i loro anatemi.

Un evento importante, che oltre ai numerosi astanti ha raccolto l’adesione di personaggi del calibro di Moni Ovadia, Germana Leoni, Alberto Contri e Roman Froz, ma che innanzitutto ha visto come protagonista, in nome del coraggio di Julian Assange, il diritto alla libertà di stampa, foriera di una volontà di giustizia per la vera pace nel mondo.

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