Nuova versione della celebre fiaba del racconto di Madame de Villeneuve, dopo quella storica, e davvero indimenticabile, di Jean Cocteau, e la più recente animata, e ormai anche più nota almeno al grande pubblico, della Disney.
In breve, Belle, ultimogentita di tre sorelle e minore di tre fratelli, per salvare dalla prigionia in cui si è trovato sventuratamente il padre dopo numerose e anche drammatiche traversie, prende il suo posto. Com’è noto, o come dovrebbe, tuttavia colui che la tiene prigioniera è un nobile che, per una maledizione, che si è in qualche modo cercato, è stato trasformato nella bestia, semi-antropomorfa, del titolo. Ma la vera scommessa è quest’ultimo, che per tornare ad essere umano, deve trovare una donna che si innamori di lui, nonostante il terribile aspetto e una condotta decisamente più animale che umana.
La riuscita di questa pellicola è dovuta ad alcuni aspetti, prima di tutto la capacità di approfondire quegli aspetti che lo stesso Cocteau aveva tralasciato dalla storia originale, fortunatamente, senza mai porsi in competizione con il capolavoro del grande cineasta, e intellettuale, francese. Al contrario, questo film ne cita importanti elementi, a partire proprio dall’aspetto mostruoso della bestia, oltre alla magione, principale teatro della vicenda, metafora di una bellezza caduta in disgrazia e abbandonata al suo destino. Secondariamente il cast è azzeccato a partire proprio dai protagonisti, una Belle, Léa Seydoux, delicata e incantevole oltre ogni possibile standard hollywoodiano, e una bestia che veste i panni dell’attore francese al contempo più ferino e anche nobile, Vincent Cassel, con e senza trucco (parzialmente digitalizzato, in quanto la maschera è un oggetto reale applicato digitalmente al viso dell’attore che indossa uno speciale casco).
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La Bella e la Bestia di Christophe Gans, fastastico, 112’, Francia, 2014
Con Vincent Cassel, Léa Seydoux, André Dussolier