Foto di scena: La bella addormentata nel bosco - Milano, Atelier Carlo Colla & Figli, dal 14 gennaio al 5 febbraio 2023
Foto di scena: La bella addormentata nel bosco - Milano, Atelier Carlo Colla & Figli, dal 14 gennaio al 5 febbraio 2023
Foto di scena: La bella addormentata nel bosco © Associazione Grupporiani

Fiaba in due tempi di Eugenio Monti Colla
musica di Pëtr Il’ič Čajkovskij
scene e luci di Franco Citterio
costumi di Eugenio Monti Colla
realizzati dalla sartoria dell’Associazione Grupporiani

direzione tecnica di Tiziano Marcolegio
regia di Eugenio Monti Colla
ripresa da Franco Citterio  Giovanni Schiavolin

i marionettisti
Franco Citterio, Maria Grazia Citterio, Piero Corbella,
Camillo Cosulich, Debora Coviello, Carlo Decio, Cecilia Di Marco,
Veronica Lattuada, Michela Mantegazza, Tiziano Marcolegio,
Pietro Monti, Giovanni Schiavolin, Paolo Sette

Voci recitanti
Milena Albieri, Loredana Alfieri, Véronique Andrin,
Marco Balbi, Roberto Carusi, Mariagrazia Citterio, Fabrizio De Giovanni,
Lisa Mazzotti, Gianni Quillico, Franco Sangermano

Produzione
ASSOCIAZIONE GRUPPORIANI
Comune di Milano – Teatro Convenzionato

Atelier Carlo Colla & Figli
via Montegani 35/1 Milano
M2 Abbiategrasso / Tram 3

sabato 14 gennaio 2023 – ore 20:00
domenica 15 gennaio 2023 – ore 16:00
giovedì 19 gennaio 2023 – ore 20:00
venerdì 20 gennaio 2023 – ore 20:00
sabato 21 gennaio 2023 – ore 20:00
domenica 22 gennaio 2023 – ore 16:00
giovedì 26 gennaio 2023 – ore 20:00
venerdì 27 gennaio 2023 – ore 20:00
sabato 28 gennaio 2023 – ore 20:00
domenica 29 gennaio 2023 – ore 16:00
giovedì 02 febbraio 2023 – ore 20:00
venerdì 03 febbraio 2023 – ore 20:00
sabato 04 febbraio 2023 – ore 20:00
domenica 05 febbraio 2023 – ore 16:00

BIGLIETTI
intero 16€, ridotto under 25 10€, ridotto over 65 8€,

ridotto soci TCI e Feltrinelli 12€, ridotto dipendenti Comune di Milano 10€, recita del giovedì: ridotto tessera Vieni a Teatro AGIS Lombardia 10€, biglietto verde A Teatro con Fidaty – Esselunga
scuole (spettacoli su prenotazione) 8€
spettacolo inserito nel circuito Invito A Teatro

Sulla falsariga delle connotazioni letterarie di Perraul e di La Fontaine si inserisce la struttura teatrale della fiaba, sospesa fra nuvole bianche o minacciose che nulla hanno di vero e di reale. Due soli gli ambienti chiamati a restituire luoghi legati al mondo della natura: una terrazza edificata fra i colori e la curva dell’arcobaleno, e il bosco, tempio consacrato al lungo sonno e all’amoroso risveglio. In questi ambienti si muovono i personaggi in bilico fra la narrazione fabulistica di Perrault (in una brillante traduzione di Collodi, da cui Eugenio Monti Colla ha tratto il testo teatrale) e la struttura librettistica del balletto di Čajkovskij da cui lo spettacolo attinge la parte musicale. Stizza, ira e invidia sono alla fonte di una maledizione terribile che il dispiegarsi degli eventi trasforma in una lunga attesa a cui partecipano i mortali e le creature del sogno. Il castello che si addormenta altro non è che teatro nel teatro.
Alla misteriosa profezia che ferma il tempo, si contrappone la filastrocca della Fata Armonia in cui rime e assonanze si susseguono teneramente a ripetere l’eterno rito della figura materna che acquieta l’animo del bimbo con racconti fantastici. L’arrivo del Principe Desiderio restituisce al fabulistico il sapore della vita cavalleresca: una leggenda che suscita curiosità, fascino e subitaneo amore per la bella principessa vittima del maleficio, l’incontro con il Male e i suoi sortilegi.
Ma la vicenda si snoda verso l’immancabile lieto fine: sconfitte le creature evocate dalla perfida fata, il sentimento si sostituisce a ogni eroica impresa; il bacio profetizzato risveglia la bella e gli abitanti del castello e annuncia le nozze dei due giovani principi. Ed ecco, infine, il magico libro delle fiabe che si apre per accogliere i celebri personaggi simboli di paure, di trepidazioni, di trasalimenti e di soluzioni gioiose, nel perenne susseguirsi delle generazioni.

NOTE SULLE MUSICHE
Sfogliando la partitura della Bella addormentata ci si accorge subito che gli unici personaggi abbinati a un tema ricorrente sono la strega e la fata; attraverso la tecnica wagneriana del leit-motiv, il mondo magico viene caratterizzato nella bipolarità del benigno e del maligno. Il continuo ripresentarsi dei motivi della strega Carabosse e della fata dei Lillà, non solo assolve alla funzione strutturale di dare unitarietà al balletto, ma mette in evidenza come gli altri personaggi siano dominati da forze prodigiose: insomma, siamo già alla metafora delle marionette, dominate attraverso i fili dai loro “domini”, i marionettisti. Da questa considerazione squisitamente musicale è nata un’idea che, sviluppata assieme a Eugenio Monti Colla, ci ha guidato nella scelta delle musiche per la nuova versione della fiaba, pensata, elaborata e strutturata per le marionette. Nelle scene di questa nuova Bella addormentata, dove la magia è protagonista, la musica viaggia quasi ininterrottamente anche sotto le parti recitate, diventando parte del dialogo: parte di fondo, naturalmente, e non di sottofondo.
Il gran numero di brani contenuti nel balletto ha comunque imposto di escluderne una parte, anche se di notevole efficacia musicale. Di fronte all’obbligo di scelta, la soluzione non poteva essere il meccanico, e pedissequo, spostamento dei brani di Tchaikosvskij nelle scene corrispondenti del nuovo spettacolo dei Colla; e non solo perché La bella addormentata di Tchaikovskij e La bella addormentata per marionette non hanno la stessa trama. In questo senso ho operato obbedendo a due criteri. In primo luogo la musica doveva corrispondere a quella che per semplicità chiamiamo l’atmosfera dell’azione: per usare il gergo del mondo dello spettacolo, doveva funzionare sulla scena. In secondo luogo i brani da selezionare dovevano secondare il portamento delle marionette, insomma sincronizzarsi con loro. Quest’ultimo punto è stato decisivo nella scelta, e ha consentito in alcuni casi di spostare numeri musicali del balletto in situazioni diverse da quelle per cui erano stati creati. I due pezzi più famosi di questa partitura, i valzer della bella addormentata e della rosa,sono stati completamente ricontestualizzati, ed effettivamente la loro funzione nella struttura dello spettacolo è cambiata. Tuttavia i due brani continuano a rappresentare situazioni analoghe a quelle originali, un momento di forte eccitazione e l’affacciarsi della principessa alla vita; inoltre la nuova sistemazione ha permesso di qualificare il personaggio di Aurora con il valzer; ma è stata la pulsazione unica che avviluppava il ritmo del movimento delle marionette e l’incedere della musica che ci ha finalmente convinto.
La gestualità di queste creaturine rette da fili, a ben vedere, è così importante da far emergere quello che a mio parere è il profondo legame che unisce le marionette alla musica, e in particolare al teatro musicale. Suono e gesto: filosofi, poeti, musicisti, e anche musicologi, hanno ben individuato questa connessione fino a interpretare la nascita della musica come rappresentazione sonora del gesto. Il momento di massima fusione e coerenza avviene nella danza e nel balletto, non fosse altro che per l’assenza delle parole, e per lo snodarsi della trama attraverso movimenti ritmicamente sintetizzati e scanditi.. Un gesto non più naturale, perciò stilizzato e artistico, esatto dalla musica e che esige musica. Ecco allora le nostre teste di legno, cui non è mai concesso il gesto secondo la natura umana, diventare interpreti par exellence del movimento stilizzato anche quando parlano o semplicemente attraversano il proscenio. Danzano sempre le marionette, dal primo momento in cui entrano in scena, a quando cala il sipario.
(Luca Del Fra)