Ospitata nelle sale di Palazzo Reale, la mostra “Klimt. Alle origini di un mito” nasce dalla collaborazione tra il polo espositivo milanese, 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE, Arthemisia Group e il Museo Belvedere di Vienna. Promossa dal Comune di Milano, la mostra è curata Alfred Weidinger – direttore del Museo Belvedere di Vienna – e dalla studiosa klimtiana Eva di Stefano.
La mostra si apre con una sala dedicata alle prime opere di Gustav Klimt e dei suoi fratelli, Ernst e Georg, dove troviamo i ritratti giovanili e fotografie originali provenienti dal lascito dell’artista. Una seconda parte raccoglie le opere dell’apprendistato dei fratelli Klimt presso la Scuola d’Arte Viennese e la produzione nell’ambito della Compagnia degli Artisti, fondata insieme a Franz Matsch. Lo scioglimento del sodalizio artistico e la crisi di Gustav porteranno alla nascita della Secessione. È a questo periodo della produzione klimtiana che l’esposizione riserva due ampie sale dedicate al ritratto e al paesaggio, dove troviamo alcune tra le tele più celebri e sorprendenti del maestro: Dopo la pioggia, Girasole e i due Ritratto femminile. Affascinante è la luminosa sala dedicata alla grande mostra beethoveniana del 1902 per la quale Klimt realizza il maestoso Fregio di Beethoven (di cui possiamo ammirare una copia assolutamente fedele all’originale): la musica del grande compositore accompagna lo sguardo del visitatore che si perde nei mille dettagli cromatici e materici del fregio; al centro della sala troneggia il Modello del Palazzo della Secessione, realizzato in legno di tiglio da Gerhard Stocker. La svolta simbolista di Klimt chiude la mostra con capolavori assoluti quali Salomè, Fuochi fatui e La famiglia.
La mostra non si può considerare una monografica vera e propria, in quanto di Gustav Klimt troviamo molto meno di quanto ci si aspetterebbe. Sono presenti alcuni capolavori assoluti, certo. Ma per la celebrazione di un mito dell’arte le attese erano sicuramente superiori. Interessanti le opere dei fratelli d’arte Ernst e Georg così come le belle tele di Matsch, Makart, Moser e Moll. Poco sorprendente la scelta di opere di Gustav Klimt: scarsamente significativi gli studi preparatori e i disegni a matita, numerose e di esiguo interesse le cartoline e le fotografie, ma soprattutto troppo esiguo il numero di quei capolavori che hanno reso Klimt un mito che attraversa le epoche arrivando sino a noi, luminoso, vitale, stupefacente nel suo rompere gli schemi per andare oltre il simbolo facendosi pura emozione.
Klimt. Alle origini di un mito
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Fino al 13 luglio 2014
INFO:
www.ticket4art.it/Klimt-la-mostra