Izis Bidermanas, Métro Mirabeau alle sei del mattino Parigi 1949
 Izis Bidermanas, Métro Mirabeau alle sei del mattino Parigi 1949
Métro Mirabeau alle sei del mattino Parigi 1949 © Izis Bidermanas

Niente Moulin Rouge o Lido e la Tour Eiffel non è protagonista: quella che fotografa Izis non è la Parigi turistica. E’ una Parigi più vicina al sogno: «la mia Parigi», come dice il fotografo, che fin da bambino era chiamato dai compagni di scuola «il sognatore». A lui, il cui nome completo è Izis Bidermanas, lo Spazio Oberdan a Milano dedica la mostra “Izis Il poeta della fotografia”. Dal 12 febbraio fino al 6 aprile sarà possibile lasciarsi incantare dalle immagini di questo fotografo, non molto conosciuto nel nostro Paese. Nato in Lituania nel 1911, quando faceva parte della Russia zarista, a 19 anni scappa dalla miseria della sua terra per raggiungere Parigi (dove morirà nel 1980): sarà questa la città che girerà in tutti i suoi angoli e in particolare nei quartieri popolari, per rimanerne incantato e trasferire questa magia agli osservatori. La sua è una Parigi fuori dal tempo, nel tentativo di volgere le spalle agli anni neri. E’ la Parigi dei sogni, dove chi dorme per la strada, innamorati, pescatori, studenti diventano protagonisti e dove si possono vedere muri scrostati e inizi di ricostruzione. C’è la Parigi di giorno e quella di notte, dove la luce si fa faticosamente spazio.
Il gioco tra giorno e notte, luce e buio riesce ad affascinarlo anche durante il suo viaggio a Londra. Qui, insieme a Prevert, percorre la capitale inglese nel ’52, cogliendone non gli angoli più sfarzosi, ma quelli dove si respira la vita e con questa la povertà e la difficoltà del dopo guerra.
Nella mostra milanese le varie sezioni sono, giustamente, intitolate “Sogni”: accanto a quelli di Parigi e di Londra si colgono i sogni del circo, altro regno del sogno, in grado di affascinare il pubblico, che lui coglie con il suo obiettivo, come i vari personaggi circensi. Infine sogno è la Terra promessa: Israele, dove va per la prima volta nel 1952, inviato da Paris Match e dove vi tornerà altre tre volte.
Parigi è la città dei grandi incontri con scrittori e artisti: lui li fotografa per Paris Match, la rivista con cui ha iniziato a collaborare fin dal primo numero del 25 marzo 1949. Sono ritratti non superficiali: basta guardare quello di Roland Petit, dove il coreografo mima la danza con le dita o quello di Camus che ci guarda protendendosi da una finestra. Degli anni ’60 sono invece le immagini che ritraggono Chagall mentre sta dipingendo il soffitto dell’Opera. E qui, per la prima volta, trionfa il colore: le immagini di sogno in bianco e nero incontrando l’opera di Chagall diventano il racconto del pittore che lui stesso avrebbe voluto essere. E la pittura non può che essere colore.
La mostra esposta allo Spazio Oberdan è il frutto della collaborazione tra la Fondazione Fratelli Alinari, la Provincia di Milano e la Ville de Paris, che già l’anno scorso aveva portato a Milano la mostra dedicata a Robert Doisneau. E’ accompagnata dal bel catalogo, dallo stesso titolo della mostra, edito da Alinari / Flammarion, che in 200 pagine permette di scoprire Izis e anche un po’ sognare con lui, immergendosi nel suo mondo.

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Izis, il poeta della fotografia
Milano, Spazio Oberdan, Viale Vittorio Veneto 2
Dal 12 febbraio al 6 aprile 2014
http://www.provincia.milano.it/cultura/canali/artivisive/index.html