Foto di scena: Il suo nome era Giovanni © Teatro Officina Milano

 

Un teatro sempre più sociale

Il viaggio del Teatro Officina continua a partire dal 4 ottobre 2013


Cresce il bisogno di Teatro Sociale, mosso dall’esigenza di incontrarsi attraverso il teatro, la scrittura e la narrazione.

Laboratori con rifugiati politici fuggiti da guerre e carestie, con famiglie di ragazzi con disabilità, con infermiere nei reparti del “fine vita”: questi gli ambiti di intervento che ci vedono coinvolti come donne e uomini di teatro che hanno maturato in 40 anni di lavoro competenze specifiche, saperi originali, sguardi singolari.

Se stai per 40 anni in un quartiere di periferia e fra le case popolari necessariamente impatti su una realtà sociale che altri neppure si immaginano; necessariamente sviluppi un sapere nel costruire i rapporti di ascolto e di accoglienza degli altri, perché – semplicemente – hai scelto di non chiudere gli occhi. Ed ecco che la tua storia, umana e professionale, si intreccia con quella dell’umanità incontrata, si fa crocevia di sguardi, di voci, di odori, fino a dissolvere ogni separazione identitaria.

La Stagione Teatrale si apre con una nuova produzione dedicata a Giovanni XXIII, il Papa del Concilio, colui che per primo andò verso le “periferie del mondo” e continua poi con una co-produzione Teatro Officina/Emergency sul tema migranti e diritto alla salute – qui e ora, in Italia – all’interno di una sezione (novembre-dicembre) incentrata su migrazione/lavoro/Sud Italia che vede esibirsi straordinari musicisti intercettati dal Teatro Officina nel lavoro su via Padova (Progetto a contralto, Mondorchestra, Malapizzica), affiancati anche da Argomm Teatro. Si chiude il 2013 con un’ospitalità preziosa: Caterina Pontrandolfo torna al Teatro Officina, ove è nata teatralmente 25 anni fa, con “Oratorio bizantino”, accompagnata da Franco Arminio, scrittore e intellettuale che sta sollecitando la curiosità di molti con la sua coraggiosa idea di “paesologia”.

Una grande sezione (gennaio-febbraio) è dedicata alla Medicina Narrativa, con la ripresa sia del lavoro presentato il 27 settembre al Piccolo Teatro che dell’allestimento de La morte di Ivan Ilic tratto da Tolstoj. Incastonata fra le due riprese la nuova produzione La vita distratta di Marco Venturino, primario di anestesia all’Istituto Europeo di Oncologia e noto scrittore di romanzi.

E poi in marzo spazio alle storie d’Africa: l’ospitalità di Mamadou e del suo Atelier Teatro e la nuova produzione del Teatro Officina firmata da Mohamed Ba – Ri(e)voluzione – dedicata a Sankarà, lo scomparso ma indimenticato Presidente del Burkina Faso.

Aprile dedicato al tema della disabilità, in cui troveranno spazio le esperienze di laboratorio con disabili maturate da ATIR e dal Teatro Officina, per chiudere in maggio con una proposta giocosa e godibilissima sul tema del Cibo.

Questi i contenuti e le proposte. Sottotraccia è facile scorgere un percorso più intimo che l’Officina sta conducendo, ed è un ricambio generazionale che vede progressivamente emergere nuovi registi, giovani attori, operatori sociali curiosi e testardi, un’umanità viva cui devo molto e a cui va la mia stima e il mio ringraziamento.

Massimo de Vita

Direttore artistico

Teatro Officina


Dopo aver festeggiato i suoi 40 anni nella scorsa stagione il Teatro Officina riparte ora andando sempre più a fondo delle sue caratteristiche principali: un teatro, i quartieri, un incontro con l’altro da sé (lo straniero, il povero, l’ammalato). La stagione 2013/2014 dunque si intitola Io sono gli altri. Memorie teatrali di amicizia, sofferenza e ospitalità:laboratori con rifugiati politici fuggiti da guerre e carestie, con famiglie di ragazzi con disabilità, con infermiere nei reparti del “fine vita”: questi gli ambiti di intervento sociale che ci vedono coinvolti – ricorda il direttore Massimo de Vita – perché se stai per 40 anni in un quartiere di periferia e fra le case popolari necessariamente impatti su una realtà sociale che altri neppure si immaginano; necessariamente sviluppi un sapere nel costruire i rapporti di ascolto e di accoglienza degli altri, perché – semplicemente – hai scelto di non chiudere gli occhi”.

Così ha inizio una nuova e ricca stagione: 14 spettacoli, 7 prime assolute e 9 produzioni.

Il vero e proprio lavoro di palcoscenico s’inaugura quest’anno presso la sede del Teatro Officina con la nuova produzione dedicata a Giovanni XXIII: IL SUO NOME ERA GIOVANNI. Storia di un Papa nato e morto povero, un testo composto da Roberto Carusi riunendo scritti dello stesso Angelo Roncalli, per la regia di Antonio Grazioli. Per questa prima nazionale è stata scelta una data dal forte valore simbolico: il 4 ottobre 2013, giornata di San Francesco, in cui il tema della povertà diventa ponte lanciato fra Giovanni XXIII e Papa Francesco.

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Il nuovo anno si apre con la proposta ormai cara al Teatro Officina che va sotto il nome di Medicina Narrativa: il 17 e 18 gennaio 2014 la proposta di più testi scritti da medici e operatori stessi, messi in scena dalla compagnia del Teatro Officina; dal 20 al 23 febbraio 2014 LA VITA DISTRATTA, una nuova produzione con testo di Marco Venturino, primario di anestesia all’Istituto Europeo di Oncologia e noto scrittore di romanzi; l’1 e 2 marzo 2014, LA MORTE DI IVAN IL’IČ di L. Tolstoj, il monologo finale di un grande classico della letteratura russa.

In marzo il Teatro Officina apre le sue porte per accogliere due spettacoli sulle storie d’Africa: il 15 e 16 marzo 2014 CHE LA TERRA VI SIA LEGGERA, un testo di Kossi Efoui, figura di spicco del teatro francofono, che evoca la lotta universale tra oppressione e libertà, per la regia di Mamadou Dioume, famoso attore che ha lavorato con il grande regista Peter Brook. Una nuova produzione vede ancora uniti il Teatro Officina e il griot senegalese Mohamed Ba il 20 e 23 marzo 2014 con RI(e)VOLUZIONE dedicato a Thomas Sankara, lo scomparso ma indimenticato Presidente del Burkina Faso, che parlava alla sua gente e al mondo di libertà.

Seguono tre spettacoli sul tema della disabilità: il 6 aprile 2014 GLI SPAZI DEL TEATRO, progetto teatrale rivolto a cittadini abili e diversamente abili, dove si proporrà una lezione “tipo” del percorso laboratoriale che ATIR e la Cooperativa Sociale Comunità Progetto, portano avanti dal 2000, per poi invitare alcune persone del pubblico a fare esperienza diretta del lavoro. L’11 e 12 aprile 2014 in scena IL TIGLIO. Foto di famiglia senza madre, di Tommaso Urselli: l’analisi del disagio di un nucleo familiare costretto a confrontarsi con una malattia psichica. Infine il 13 aprile 2014 GENITORI SPECIALI SI RACCONTANO, dall’Ortica all’Officina, il laboratorio condotto da Massimo de Vita con genitori di ragazzi diversamente abili che portano in anteprima storie, racconti, spaccati di vita tra il grottesco e il tragico, fantasie e speranze della loro genitorialità non facile.

Chiude l’intensa stagione 2013/2014 il 17 e 18 maggio 2014 uno spettacolo sul piacere del palato, per non dimenticare che la vita è bella e gustosa, DI CHE COSA HAI FAME?, produzione Teatro Officina: degli attori che girando tra il pubblico somministrano un garbato e accattivante menù che spazia dagli aforismi degli antipasti, passando per primi e secondi piatti corposi con Camilleri, Campanile, Cassini, D’Orta e Prévert, per chiudere con dolci e dessert tratti da Allende, Montalban e Serna.

INFO:

Teatro Officina

Via Sant’Erlembardo, 2 – 20126 Milano

www.teatroofficina.it | e-mail: info@teatroofficina.it – tel. 02.2553200 | LUN-VEN: 14.00-19.00

Ingresso con tessera associativa annuale: Socio ordinario €10 – Socio sostenitore €40 – Socio benemerito €120

Prenotazione obbligatoria sul sito www.teatroofficina.it