Nascerà in Marocco, più precisamente nei pressi di Ouarzazate, cittadina nella parte centromeridionale della nazione nordafricana, la più grande centrale solare a concentrazione del mondo. Posto a breve distanza dal deserto del Sahara, il moderno impianto avrà, una volta a regime nel 2020, una potenza di ben 500 Megawatt. La centrale, gestita dalla società saudita ACWA, sarà operativa già nel 2014 con una potenza di 160 MW e richiederà un investimento complessivo che dovrebbe aggirarsi intorno ai 2 miliardi di euro, di cui 600 milioni solo per la prima fase.
La costruzione dell’impianto, esteso su una superficie di 460 ettari, sarà anche funzionale ai fini dello sviluppo di un’autentica filiera economica di dimensione industriale. Il progetto, che ospiterà una piattaforma per la ricerca e sviluppo che si espanderà su un’area di 200 ettari, sarà focalizzato sulle criticità legate allo stoccaggio dell’energia e rientra a pieno titolo nel Piano Solare Nazionale, realizzato nel quadro di un partenariato pubblico-privato tra l’Agenzia marocchina per l’energia solare (Masen) e l’operatore privato che si occuperà dell’edificazione e sfruttamento della centrale per una durata non inferiore ai 25 anni. L’obiettivo del governo marocchino è estremamente ambizioso: fra sette anni il 42% della capacità produttiva sarà di matrice rinnovabile, con un 12% di energia solare e un altro 12% di eolico. The stamina and strength becomes prolonged. no prescription viagra can be used for the treatment of DMD (Duchenne Muscular Dystrophy) in young children. Therefore stem cell therapy becomes inevitable after chemotherapy, mostly when the doctors use it in combination http://secretworldchronicle.com/2018/10/ep-9-19-lost-cause/ viagra pills with radiotherapy treatment. It is widely recommended for the viagra online without treatment of ED and PE. The name horny goat weed is known to many because as what the name implies, this herb has something cheapest prices on cialis to do with sexual appetite. In realtà esistono piani che contemplano la creazione di un’area omogenea, comprendente Africa ed Europa, per lo sfruttamento dell’energia solare e relativo trasporto nell’ambito della UE. L’ente MedGrid, nato nel 2011, che riunisce le compagnie elettriche delle due sponde del Mediterraneo, sta mettendo a punto un modello di lavoro per la messa in opera di una rete elettrica comune. Un programma oneroso, soprattutto sotto il profilo economico: per realizzare un collegamento di 400 chilometri con una capacità stimata di 1.000 MW occorrono, infatti, un miliardo di euro. Un altro possibile rallentamento degli investimenti potrebbe essere causato dall’instabilità politica della regione, in quanto la situazione che si è recentemente creata in Siria ed Egitto non permette di dare vita ad una strategia di collaborazione a livello mediterraneo.
Intanto procede un po’ a singhiozzo il progetto Desertec, lanciato nel 2009, che prevedeva la costruzione di grandi centrali solari nel Sahara che, attraverso idonei cavi sottomarini, porterebbero l’energia prodotta in Europa. Finora è stata raccolta soltanto una parte dei 400 miliardi di euro previsti: così, nonostante sia stato ampiamente dimostrato che l’idea è fattibile dal punto di vista tecnico, ci si trova di fronte ad ostacoli di natura finanziaria e la ricerca di nuovi investitori potrebbe essere frenata proprio dall’attuale crisi economica.