Dal Castello Visconteo di Vigevano può essere una bella idea un itinerario ciclistico nei luoghi leonardeschi della Lomellina: il binomio Leonardo e Vigevano non ha solo prodotto negli anni una serie di iniziative come mostre, laboratori interattivi, esperienze multimediali, percorsi storici-ambientali, degustazioni e acquisto di prodotti agricoli, secondo un percorso che coniugasse la valorizzazione di beni culturali con la capacità attrattiva del territorio, ma è anche l’occasione per riappropriarsi di luoghi che conservano ancora delle preesistenze leonardesche.
Proprio partendo dal Castello Visconteo, che ha recentemente ospitato con grande successo la mostra “Il laboratorio di Leonardo — I codici, le macchine e i disegni”, si può disegnare un itinerario cicloturistico che tocchi la Piazza Ducale che, con le sue proporzioni perfette, i tratti rinascimentali ed aristocratici è sicuramente una delle piazze più affascinanti d’Italia. Una breve pausa, consentirà di passeggiare sotto i portici che, al tempo di Leonardo erano frequentati da dame e cavalieri della corte sforzesca, e degustare il “Pan pepato”, un dolce molto leonardesco, tratto da una ricetta del ‘400 ha tra i suoi ingredienti frutta secca, cacao, vino cotto e naturalmente pepe, o il “Dolce Riso del Moro” che, leggenda narra,venne preparato per la prima volta da Beatrice d’Este, proprio nel castello di Vigevano, nella primavera del 1491. Beatrice voleva infatti un dolce speciale da offrire al “signor suo consorte” ed agli ospiti che qui trascorrevano “tutto il die et persino a mezza nocte passata in zoghi e feste”. Il “Dolce Riso del Moro” è vera espressione rinascimentale, legato al territorio, in quanto ripieno di quel riso la cui coltivazione si andava affermando nelle terre del Vigevanasco, e ricercato perché profumato dall’acqua di rose e ricco di cedri canditi dei confettieri genovesi. Lo stampo inciso con l’impresa araldica dello “scovino”, caro al Moro, ne impreziosisce la forma.
Quindi, riprendendo la bicicletta, ci si può dirigere verso la storica dimora del “Mulino di Mora Bassa”%: un’antica tradizione vuole che la roggia Mora sia stata fatta scavare da Ludovico il Moro allo scopo di portare acqua nel territorio vigevanese per alimentarvi i mulini e successivamente regalata alla moglie Beatrice d’Este, in occasione delle nozze del 1494. Attorno a questo luogo aleggiano echi di storia che riportano all’attività che Leonardo da Vinci svolse proprio per Ludovico il Moro. La leggenda infatti narra che il Mulino fosse utilizzato da Ludovico come luogo d’incontro con l’amante Cecilia Gallerani, più nota come la ‘Dama dell’ermellino’, ma più verosimilmente aveva una funzione di avamposto per il controllo del territorio, sorgendo sulla via che collegava Milano a Torino.
La campagna vigevanese, i boschi del Parco del Ticino offrono inoltre numerosi percorsi naturalisti ciclopedonali che si snodano tra i corsi d’acqua e tra i mulini di Vigevano citati da Leonardo. A tal proposito, si dovrà tener conto di una visita alla Sforzesca, primo modello in Italia di azienda agricola. However, make sure that you take dosage as prescribed by the doctor, the partner needs to support the person by giving him her moral support. http://www.learningworksca.org/wp-content/uploads/2012/02/023-Young-Spath-Common-Core-Alignment-Slides.pdf cheap pfizer viagra This viagra properien would also be beneficial in helping in preventing it. Moreover, person suffering with severe diseases, surgery, psychological generic viagra without prescriptions concern, etc. accounted a secondary facet to cause sexual impediments in men. After this short span you become sexually active cialis canadian generic to have erection. La Sforzesca, inaugurata da Ludovico il Moro nel 1486, prima delle grandi opere pensate per fare di Vigevano una residenza ducale, venne ideata fin dall’inizio come laboratorio agricolo sperimentale, un’azienda agricola la cui natura e il cui fine erano la produzione, non il diletto e gli ozi del principe. La villa rappresenta il primo esempio assoluto di complesso agricolo a corte chiusa, archetipo delle aziende che si svilupparono in età moderna. È inoltre ben nota l’introduzione alla Sforzesca della coltivazione dei gelsi e quindi dell’allevamento razionale dei bachi da seta.
Le sperimentazioni e le novità gestionali ma anche tecniche avviate “sul campo” alla Sforzesca, ebbero in Leonardo da Vinci un attento e partecipe osservatore e forse anche suggeritore. Sono frequenti infatti le citazioni di Vigevano che compaiono nel manoscritto H, conservato a Parigi presso l’Istituto di Francia. Sono annotazioni e disegni che spaziano dai congegni idraulici ai lavori di bonifica agraria, dalle osservazioni agronomiche alla costruzione di un padiglione in legno: la maggior parte risultano datate febbraio-marzo 1494 da Vigevano e proprio dalla Sforzesca.
Vigevano e il suo territorio offre, inoltre, innumerevoli possibilità di godere delle suggestioni enogastronomiche. A tal proposito, il progetto Leonardo e Vigevano ha istituito una serie di convenzioni con ristoranti, bed and breakfast, negozi e altro, per aumentare la capacità attrattiva della città e dei suoi dintorni. Per consultare l’elenco, basta visitare il sito ufficiale: www.leonardoevigevano.it/it/leonardo/page/convenzioni.
Per maggiori informazioni:
IAT Vigevano – tel. 0381.690269
www.provincia.pv.it/provinciapv/brick/percorsi