Torna al Teatro Nuovo di Milano, dopo il successo del 2003, la bella commedia musicale “Il violinista sul tetto”, diretta da Moni Ovadia, che ne è anche l’attore protagonista, con la parte musicale affidata alla MoniOvadiaStage Orchestra
All’apertura del sipario, i violinisti sul tetto sono in numero di tre, e l’incanto ha inizio.
Subito entriamo in un teatrino di carta, con figurine colorate, dai costumi che sembrano dipinti di Chagall: un poco aeree, ritagliate da un affollato libro cartonato, che spalanca le sue pagine come porticine magiche e scopre così i suoi fondali.
Qui si narra la storia di Tevye, il lattaio di un piccolo villaggio situato nella Russia zarista all’inizio del novecento.
Tevye intrattiene un rapporto personalissimo con Dio, cui si rivolge in un monologo spontaneo, con una punta di irriverente ironia, per risolvere o capire le alterne vicende della sua vita. La moglie e le figlie, in età da marito; gli abitanti del villaggio, ognuno immerso nella propria attività: tutti sono ben caratterizzati e vanno a costituire un universo variegato, affollato da incontri, scontri, equivoci e verità rivelate, con soluzioni inaspettate.
Questa è una delle storie di Solomon J Rabinowitz, uno scrittore ucraino dalle origini ebraiche, famoso appunto per i suoi racconti in lingua Yiddish, scritti sotto lo pseudonimo di Sholom Aleichem.
Numerosissime sono state, nel tempo, le edizioni di questo musical, a partire dalla prima rappresentazione all’Imperial Theatre di Broadway il 22 settembre 1964, con l’incredibile totale di ben 3242 repliche.
L’attuale rappresentazione, con la regia di Moni Ovadia, che ne è anche l’interprete principale (e proprio non poteva essere altrimenti), si situa nel solco della cultura musicale e teatrale Yddish in maniera perfetta: la trasposizione dal racconto al musical, infatti, offre una lettura significativa, non soltanto di un autentico capolavoro letterario, ma anche del genere “commedia musicale”.
La sintesi, operata da Moni Ovadia, delle diverse espressioni artistiche, secondo lo stile del teatro yiddish, che congloba testo, musica, recitazione, canto, fino alla danza, ha come risultato uno spettacolo di grande fascino: dove ironia, umorismo, emozione si intrecciano con misura e creano un organismo armonico e felice.
Un felice contributo all’andamento dello spettacolo, cui dà ritmo e colore, è la presenza sulla scena dei musicisti che sempre sono “compagni di strada” di Moni Ovadia: un istrione geniale che dell’arte scenica è grande maestro, qui come sempre.
Giudizio: ***
TEATRO NUOVO di MILANO
Il violinista sul tetto
Versione italiana dell’originale di Broadway “Fiddler on the roof”
Liberamente tratto dal racconto “Tevye il lattivendolo” di Sholem Aleichem
Libretto di Joseph Stein
Musiche originali di Jerry Boch
Testi delle canzoni di Sheldon Harnick
Traduzione in yiddish di Marisa Romano
Con Moni Ovadia, Lee Colbert, Giampaolo Romania, Giuseppe Ranoia, Alberto Malanchino, Sabrina Sproviero, Chiara Seminara, Aurora Cimino, Graziana Lo Brutto
Ballerini: Luigi Allocca, Vincenzo Castelluccio, Francesco Coccia, Eus Santucci
E con la MoniOvadiaStage Orchestra
Regia di Moni Ovadia
Milano, Teatro Nuovo, Corso Matteotti 20
Dal 22 febbraio al 10 marzo
www.teatronuovo.it