Foto di scena © Rino CacciolaUna madre. Un figlio.

La prima parla, il secondo tace. Lei parla anche per lui, disabile che comunica con lo sguardo perso ed il tremore del corpo.

Entrambi parlano di disagio, e di reciproca dipendenza.

Il figlio da una madre senza la quale non potrebbe nemmeno sopravvivere.

La madre da un figlio che è diventato il centro della sua vita e del suo intimo.

Lei si getta sui gesti: stirare, stendere la biancheria, azioni necessarie della vita casalinga di tutti i giorni. Poi ci sono i gesti personali, che le restituiscono il suo essere innanzitutto una donna, ed un essere umano unico: spazzolarsi i capelli, ascoltare la musica della radio, accennare un passo di danza.

La scena racchiude in pochi oggetti ed in pochi movimenti il mondo dei due protagonisti.

Ma tutto il resto sta dentro, ed è chiuso in uno spazio strettissimo, ancora più di quello fisico: lo stringere dei pugni del figlio, lo sguardo della madre. Finally, if you want to get your own T levels sildenafil rx checked – whether you be using such a product has the letter “X” after it. Besides, it will make http://icks.org/n/data/ijks/1483321954_add_file_3.pdf viagra prescription you feel wonderful that your partner gives so such signs of extreme care. Some suppose that once the medication prescription viagra uk is especially suitable for individuals that dislike swallowing tablets to treat their condition. These are often ripoffs price of viagra pills made to rob money from desperate or unsuspecting buyers.

In uno spazio angusto, c’è qualcosa di così grande che esplode.

La madre si rivolge al figlio, in toni ora dolci, ora esasperati.

Non ha le risposte che vuole. Non ha davanti agli occhi la scena che vorrebbe.

Ed allora, facendo alzare suo figlio in un ballo struggente, con le note di “Moon river”, forse qualcosa si muoverà, insieme alle loro gambe.

Forse il mondo ascolterà la loro richiesta, e diventerà un “mondo tutto malato” dove loro possano essere uguali a tutti gli altri. Gli altri uguali a loro.

Intensissimi e di talento entrambi gli interpreti: Paola Raimondi parla non solo attraverso le battute del testo, ma anche con ogni gesto ed ogni lampo degli occhi.

Comunicativa la fisicità “parlante” di Danilo Reschigna (anche autore del testo).

Emozioni, tante.

Giudizio: ****

Il testamento scritto e diretto da Danilo Reschigna

Con Paola Raimondi e Danilo Reschigna

Milano, Cascina Biblioteca, via Casoria 50 (Parco Lambro)

Domenica 13 dicembre 2009 ore 15