Foto: Luca Fusi © Teatro Arsenale MilanoDavid Lazzaretti fu un mistico, un esegeta delle Sacre Scritture, un utopista, un rivoluzionario. Nel 1848, ancora quattordicenne, mentre raccoglieva legno in un bosco del Monte Amiata, gli apparve per la prima volta un vecchio frate, da lui identificato come San Pietro, che gli annunciò il suo destino miracoloso che l’avrebbe portato a rifondare la Chiesa. La visione non turbò la sua vita di ordinaria povertà: si sposò, ebbe cinque figli, confidò in un cambiamento della vita sociale attraverso la realizzazione dell’Unità d’Italia, al punto di arruolarsi nel 1859 nella cavalleria piemontese, con la quale prese parte nel 1860 alla battaglia di Castelfidardo contro le truppe pontificie. Nel 1868, in una seconda visione, il frate gli disse che doveva portare a compimento la sua missione e che doveva esporla al papa prima di abbracciare una vita di predicazione ed eremitaggio. David riuscì effettivamente nel 1869 a incontrare Pio IX, non ottenendo alcun successo, ma nonostante il fallimento della missione andò ugualmente in un eremo abbandonato di Sant’Angelo, presso Montorio Romano, dove scoprì le ossa di Lazzaro Pallavicino e ritrovò il vecchio frate che gli impresse il segno di due lettere C rovesciate e una croce, come simbolo di una futura Chiesa cristiana che lui avrebbe fondato. In seguito tornò ad Arcidosso, suo paese natale, dove raccolse migliaia di seguaci tra i montanari di Amiata, viaggiò all’estero, appoggiò la Comune di Parigi, scrisse numerosi libri, riuscì, nonostante controversi episodi, a fondare le basi della Chiesa Giurisdavidica (ovvero del “Diritto di Davide”), ottenne per le sue posizioni il sostegno di figure come San Giovanni Bosco, ma anche l’autorizzazione da parte delle autorità ecclesiatiche, alla fondazione di tre istituti: la “Santa Lega”, con finalità assistenziali, la “Società delle famiglie cristiane” il cui programma consisteva nella comunanza dei beni da parte dei lavoratori aderenti, il “Pio Istituto degli Eremiti penitenzieri e penitenti” impegnato nell’attività strettamente messianica, in attesa dell’avvento di un prossimo regno dello Spirito Santo secondo la tradizione gioachimita. La stessa Chiesa cattolica, che in un primo tempo accondiscese alle volontà di David vedendolo più come strumento di resistenza culturale e popolare alla laicità del Regno sabaudo, soprattutto dopo lo sfondamento di Porta Pia del 20 settembre 1870, cominciò a preoccuparsi per le sue istanze imbevute di visionarismo socialista. Il tragico epilogo del Profeta di Arcidosso fu in effetti il risultato del primo episodio di alleanza tra Stato e Chiesa contro un comune nemico dalle idee sovversive.

Luca Fusi, al Teatro Arsenale fino all’11 marzo, racconta in un intenso monologo la vita di questo straordinario personaggio, partendo dalla sua nascita, avvenuta il 6 novembre 1834. Lo fa indossando le vesti di un personaggio misterioso la cui identità si svelerà solo alla fine, mentre beve vino seduto a un tavolo in un’osteria. Racconta dei viaggi di David sul barroccio del padre su e giù dalla Maremma, delle sue prime letture di poesia e cavalleria, della povertà delle genti del Monte Amiata che si nutrono prevalentemente con polenta di castagne. The best price on levitra physicians suggest the ED patients to conquer the bad health. This has been canadian viagra 100mg a phenomenal solution helping for overcoming the problems that may come in this context. Impotence or erectile dysfunction victims are increasing in number is due to the effects and the best benefits that it offers which no other pill levitra on line buying this possibly delivers even after saying so. Antioxidant: The local oxidative damage is prevented and controlled due to the potent antioxidant properties of the natural substances wholesale sildenafil such as L-arginine found mostly in poultry, dairy products or meat are a great way to increase the amount of blood. Narra dello strano e controverso rapporto con don Pestolozzi, Arciprete di Arcidosso, dell’incontro con la futura moglie Carola, dei suoi amici e seguaci Filippo e Raffaello, dei suoi figli e della morte del primogenito Roberto, delle sue peripezia presso la Santa Sede, di fortune e disfatte nel costruire la sua Chiesa, delle sue posizioni anarchiche, socialiste, in simbiosi con una nuova cristianità. Racconta, infine, della sua uccisione, avvenuta il 18 agosto 1878, poco tempo dopo la morte di Pio IX ed elezione sul soglio pontificio di Leone XIII, e quella di Vittorio Emanuele II, primo Re d’Italia, a cui successe Umberto I. David decise di guidare una processione dal Monte Labbro, un corteo variopinto con labari, gonfaloni, vesti, tuniche, bandiere. Lo fece nonostante gli fu sconsigliato muoversi: ma David, che si era autoproclamato Re dei re, Unto del Signore, Cristo Duce e Giudice, non aveva paura di morire. Ad attendere lui e i suoi seguaci ad Arcidosso c’erano i carabinieri e i bersaglieri che ebbero l’ordine di sparare sulla folla inerme, causando tre morti e quaranta feriti. Tra i morti, anche David, che il popolo semplice che lo aveva seguito proclamò Santo.

Un monologo che all’affresco della Maremma fa seguire la commozione degli eventi narrati, con alcuni tratti amari ed ironici sull’ingenuità del mistico del Monte Amiata, che pensava di poter rivoluzionare il mondo sostituendo il pontificato con il suo socialismo cristiano, informando le autorità ecclesiastiche stesse delle sue intenzioni. Una storia ricostruita attraverso le testimonianze popolari, che “se non te la raccontano, non la sai”. Un omaggio a un personaggio ancor oggi dibattuto per la sua “scomoda” posizione, che non ebbe pace neppure da morto – Cesare Lombroso fece portare il suo cadavere in formalina, dopo una breve sepoltura a Santa Fiora, nel suo Museo di Criminologia di Torino, catalogandolo tra i “Delinquenti religiosi” -; un precursore, per le sue idee proto socialiste, delle future Società di Mutuo Soccorso e delle cooperative di lavoro e consumo, in sincretismo però con un pensiero di rinnovamento della fede cristiana che ancora oggi non è pienamente compreso e accettato.

Giudizio: ***

PRODUZIONE TEATRO ARSENALE

Il Profeta della montagna. La storia di David Lazzaretti: santo, eretico, sovversivo

Da testimonianze popolari

Spettacolo ideato e scritto da Manfredi Rutelli con Luca Fusi

A Milano in prima assoluta

Con Luca Fusi

Regia di Luca Fusi

Musiche originali: Massimiliano Pace

Allestimento: Riccardo Gargiulo

Luci: Piera Rossi

Milano, Teatro Arsenale, via Cesare Correnti 11

Dal 28 febbraio all’11 marzo 2012

www.teatroarsenale.it